Interviste

Leonetti: “Allegri ha sbagliato, ma serve un cambio generazionale”

Esperto giornalista e attento osservatore dell’ambiente Juve, Franco Leonetti sviscera i contenuti inerenti alla débacle casalinga della Juventus nello scontro diretto con il Napoli, oltre a soffermarsi sul finale di stagione e sulla campagna acquisti estiva.

La clamorosa sconfitta interna con il Napoli riapre definitivamente la corsa scudetto e rischia di pregiudicare il cammino verso il settimo tricolore consecutivo da parte della Juventus. Quali sono stati i fattori scatenanti dell’eclatante capitombolo casalingo contro i partenopei?

«Parto dalla formazione iniziale schierata da Allegri, a mio parere errata. Nel primo tempo il Napoli ha asfissiato la Juventus a ridosso dell’area di Buffon, non consentendo ai bianconeri di respirare e creando mille difficoltà nell’uscita dal primo pressing a causa di un eccessivo schiacciamento e compressione verso gli ultimi sedici metri, che quasi mai ha permesso a Pjanic e compagni di ripartire uscendo palla al piede in maniera pulita ed efficace. Vista la difficoltà nell’impostazione, sono stati tentati lanci lunghi che, sistematicamente, si perdevano nel vuoto, senza consentire verticalizzazioni e gioco in ampiezza, due gravi pecche queste. Non ci voleva l’immediato infortunio occorso a Chiellini che ha complicato le cose, ma Dybala si è rivelata una scelta iniziale sbagliata, perché l’argentino non è mai riuscito a tamponare, impegnare gli avversari tra le linee e ripartire. Prova ne sia che Allegri, che quasi mai fa cambi nell’intervallo, dal primo minuto del secondo tempo ha messo Cuadrado per rinforzare la mediana, creare maggiore densità, difendere e ripartire. Quindi, un errore di valutazione nella formazione dell’inizio, mi pare chiaro. Calcoliamo, però, che questa Juve non ha mai tirato in porta nella seconda frazione di gioco, non è mai stata in grado di creare pericoli verso la porta di Reina. Poi, l’episodio di Koulibaly ha risolto il match in favore dei partenopei, che hanno meritato la vittoria al cospetto di una Juventus che è mancata anche sotto il punto di vista del saper lottare, sfoggiare grinta e della condizione fisica eccellente. Una serata da dimenticare per tutti gli uomini in campo, con prestazioni assai insufficienti partendo dalle scelte di Massimiliano Allegri. Una bruttissima condotta di gara che rischia seriamente di compromettere la corsa al tricolore».

Ora, senza ricorrere a pleonastici calcoli aritmetici, i bianconeri dovranno disputare quattro gare solo ed esclusivamente per vincere senza appelli. Dopo la brusca frenata con la squadra di Sarri, la Juve come dovrà affrontare le restanti partite sotto l’aspetto tecnico-tattico, fisico e mentale?

«La stagione non è finita. Non ha senso fare il funerale senza il morto, ma è inutile nascondere che, se la Juve non cambierà registro sotto tutti i punti di vista, rischia seriamente di pregiudicare definitivamente i due obiettivi rimasti. La Juventus di Crotone e contro il Napoli è stata una squadra molle, senza grinta e caparbietà, con tanti uomini cardine lontani da una condizione accettabile per combattere fino al novantesimo e oltre. I bianconeri devono recuperare energie psicofisiche subito, chiarirsi le idee e, soprattutto, mettere sul campo tutto ciò che hanno, senza far più calcoli. Ci sono cinque partire da vincere, compresa la finale di Coppa Italia a Roma. Se Madama non tornerà a correre, producendo occasioni da rete, se non dimostrerà spirito di squadra e una condizione atletica importante, rischia di vedere trionfare gli avversari».

Disquisendo dal punto di vista atletico, tecnico, tattico e psicologico, come spieghi la metamorfosi negativa della Vecchia Signora dalla strepitosa prestazione del “Bernabeu” contro il Real Madrid alle due indecenti con Crotone e Napoli?

«Il mistero è proprio questo. In dodici giorni la Juve è passata da una prova quasi epica al “Bernabeu”, ha battuto bene la Sampdoria, ma poi ha inanellato due prestazioni obbrobriose negli ultimi due turni di campionato. Grandi match come quello con il Real  lasciano scorie importanti, sicuramente più nella testa che nel fisico, ma la Juventus, ad oggi, appare una formazione svuotata di energie e contenuti. La speranza è che sappia risorgere dalle ultime due prove di basso livello per cambiare registro. Non rimane altro da fare».

Prima hai affermato che la Juve rischia seriamente di pregiudicare in maniera definitiva i due obiettivi rimasti. Risulta ovvio che la causa sia da ascrivere a questo improvviso crollo verticale in un momento cruciale della stagione. Quale credi che sia la ricetta giusta per conquistare il titolo e la Coppa Italia?

«La squadra deve ritrovare lo spirito di gruppo che ha sempre mostrato: questa è una condizione base, unitamente alla voglia, alla fame, alla condizione fisica e alla corsa, per cercare di uscire da questo momento difficilissimo. In questo rocambolesco finale di stagione che, ripeto, è ancora in corso, la Juve ha le modalità per tornare a fare la vera Juve, ma serve farlo subito, sin da sabato a Milano contro l’Inter. Non c’è più tempo per gli indugi, e tutti, a partire da Allegri, fino all’ultimo giocatore, devono mettere sul campo tutto ciò che hanno, a livello di risorse nervose, fisiche e tecniche. Solo così la Juventus potrà dire ancora la sua in campionato e Coppa Italia. Quando si fa durissima, solo chi sa compattare i ranghi e stringere i denti può avere più speranze dell’avversario».

Comunque andrà a finire, la dirigenza sarà costretta a intervenire sul mercato per migliorare sensibilmente la qualità dell’organico. A tuo parere, quali sono i reparti che necessitano di un rinvigorimento?

«Lo dico da mesi, questa squadra, a prescindere dai successi o meno nelle varie competizioni, ha l’assoluta necessità di varare un ricambio generazionale all’interno di alcuni ruoli. Ci sono giocatori che hanno dato tutto e altri che hanno un grande potenziale solo parzialmente espresso: questa deve essere la piattaforma da cui deve ripartire la dirigenza. A centrocampo serviranno almeno due innesti di grande spessore, tenuta e capacità, gli esterni bassi hanno bisogno di ampli cambi con due o tre pedine nuove, servirà un secondo portiere. Poi starà alla Società intuire se intervenire sui centrali di difesa e in attacco. Insomma, la prossima sarà un’estate molto importante per il restyling della Vecchia Signora. Operazione tutt’altro che semplice, va detto sin da ora».

A prescindere da come terminerà la stagione, Allegri sarà l’allenatore della Juventus anche il prossimo anno?

«Gli allenatori sono figli dei risultati e dell’andamento delle stagioni. Il rapporto tra il Mister e la Società è ottimo, però, mai come in questo frangente, ritengo sia opportuno vedere quale sarà la reazione della squadra e l’esito finale, prima di parlare di conferma o scelte diverse nei confronti del timoniere della Juventus. Allegri e i suoi uomini hanno l’obbligo di finire l’annata  fornendo risposte vincenti e concrete. Poi ci sarà tutto il tempo per attuare valutazioni globali e complete circa il destino di tutti. La stagione ha ancora cinque match da disputarsi. Il tifoso chiede alla Juve di vincerli tutti».

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Pubblicato da
Stefano Dentice