Leandro Paredes, fosforo e geometrie al servizio della Signora

Oggi le visite mediche per Leandro Paredes, che ieri sera ha assistito a Juventus-Spezia dalla tribuna dell’Allianz Stadium

“AAA Cercasi Regista” è stato il leitmotiv del mercato estivo bianconero fin dall’apertura della sessione, quasi una sorta di mantra per Massimiliano Allegri. Ed ecco che Andrea Agnelli e soci hanno accontentato le richieste del tecnico labronico con l’arrivo (in prestito fino al termine della stagione) a Torino di Leandro Paredes, che dalla Torre Eiffel di Parigi (dove vestiva la maglia del PSG) è approdato sotto la Mole per elevare il tasso tecnico del centrocampo della Juventus, momentaneamente depauperato dall’assenza per infortunio di Pogba e assai bisognoso di essere implementato sotto l’aspetto qualitativo. Andando a ritroso di tre anni, il playmaker argentino era sul taccuino di Fabio Paratici ai tempi della Juve guidata da Maurizio Sarri, un’operazione, non più concretizzata, pensata a dicembre 2019 nel mercato di riparazione.

Tre anni dopo, con Max Allegri in panchina, finalmente il talentuoso vertice basso sudamericano è tornato in Italia dopo aver indossato le casacche di Chievo, Roma ed Empoli. Dunque, in buona sostanza, un flirt che in realtà non si è mai spento del tutto, ma (ri)acceso quando le opportunità offerte dal calciomercato hanno consentito a Cherubini e Arrivabene di concludere una trattiva per un calciatore già osservato e apprezzato da tempo in casa Juventus.

Juve, la cabina di regia non è più sguarnita

Che la falla in mezzo al campo fosse riconducibile alla mancanza di un regista in grado di orchestrare il gioco, di dettare i tempi e di far circolare e viaggiare il pallone con qualità era il segreto di Pulcinella, quindi una lacuna colmata dall’ingresso di Leandro Paredes che avrà il compito di ragionare a mente lucida e di accendere la luce della mediana di Allegri. Sulle doti tecniche del nazionale albiceleste c’è ben poco da discutere: visione di gioco, abilità nel giocare sul corto e sul lungo (illuminanti i suoi lanci di 50-60 metri cosparsi di miele) sempre a testa alta, capacità nel dribbling anche nello stretto, difesa della palla pure con l’avversario in pressione, tiro potente e preciso dalla media-lunga distanza e specialista delle punizioni soprattutto dai 25-30 metri, grazie a un piede destro fatato e chirurgico. Ma non solo, perché Paredes – a tutto ciò – abbina un’interessante polivalenza tattica che gli permette di essere schierato anche da mezz’ala destra, mezz’ala sinistra e sottopunta (possibilmente in un 4-3-1-2).

Come se non bastasse, spicca inoltre la sua abilità di fare legna a metà campo, zona in cui sovente riesce a recuperare parecchi palloni ricorrendo a tackle e contrasti molto duri sfruttando la sua fisicità. L’unico piccolo interrogativo, analizzando la stagione 2021-2022 con il Paris Saint-Germain, è legato a dei problemi agli adduttori che lo hanno costretto ai box nella fase conclusiva dell’annata. Ma se Leandro Paredes dovesse essere al 100% della condizione fisica e atletica, il suo apporto alla causa bianconera diventerebbe fondamentale. Ad oggi, considerando la sua presenza e il conseguenziale rientro (a breve) di Paul Pogba, si potrebbe prospettare un trio di centrocampo formato da lui (in posizione di vertice basso), Miretti sul centrodestra e il francese sul centrosinistra, perché in questo momento se c’è un centrocampista letteralmente insostituibile, al quale Massimiliano Allegri non può rinunciare per nessun motivo, è proprio il giovanissimo Fabio Miretti che – prestazione dopo prestazione – sta dimostrando (a soli 19 anni!) di meritarsi a pieni voti la titolarità della maglia bianconera. In questo caso, a farne le spese, sarebbe Manuel Locatelli – che al momento non sta convincendo per nulla e non sta legittimando il suo effettivo valore sul manto erboso. Pertanto, riferendosi al centrocampista ex Milan e Sassuolo, verrebbe da citare un noto proverbio (ri)adattato per la circostanza: “Calciatore avvisato, mezzo salvato”.

Tornando invece al ventottenne Paredes, che vanta per giunta un’importante esperienza internazionale, la vittoria di nove trofei con il PSG (fra Ligue 1, Coppa di Francia, Supercoppa francese e Coppa di Lega Francese) e quella della Coppa America con la Selección, la speranza e soprattutto l’augurio dell’intero popolo bianconero è che lui sia quel timoniere di classe pronto a incantare l’”Allianz Stadium” con i suoi piedi di platino, proprio come il colore dei suoi capelli.