Lazio-Juve: Bonucci “glaciale”, Kulusevski le sbaglia tutte (tranne una)

Lazio-Juve, il giudizio di dio: il cambio forzato consente ad Allegri di trovare la quadra che non aveva inizialmente

Lazio-Juve: il meglio e il peggio visto ieri sera all’Olimpico tra le fila bianconere.

SZCZESNY 6.5 – Ha preso un pacco dal suo rivenditore di fiducia: causa un black out telefonico ha acquistato, a scatola chiusa, tutta la collezione di Demon Hunter, Dick Drago e Gordon Link (con in regalo la preziosa audiocassetta dei successi di GFM), epigoni tutt’altro che riusciti di Dylan Dog. Se ne era portati dietro alcuni, non sapendo da quale iniziare. Li legge tutti, perché non si sporca nemmeno i guantoni

DANILO SV – Esce cantando gelato al cioccolato, dolce e un po’ salato; ma non si sa perché.

KULUSEVSKI 5.5 – Le sbaglia tutte. Sembra il difensore della New Team, la squadra di Capitan Tsubasa (Olliver Hutton) il numero 13 che nemmeno ha nome nella prima serie; poi però ispirandosi al proprio capitano fa il lancio millimetrico che porta al secondo rigore.

BONUCCI 7 – Philip Marlowe. Spolverino, sigaretta in bocca, bicchiere di bourbon, senza ghiaccio ma con occhio di ghiaccio. Se questo nome non vi dice nulla, non vi preoccupate, tra qualche anno, quando avranno saccheggiato tutto il saccheggiabile, ci riproporranno anche lui. E Leonardo, che sarà a spasso, potrà anche interpretarlo

DE LIGT 6.5 – Si guarda intorno serrando i ranghi. Sembra Sandro Veronesi, lo scrittore che ha vinto due premi Strega, eppure tra l’uno e l’altro, ci ha regalato XY che poteva essere un capolavoro e invece non potendo, potava, ma davvero basso. Il colpevole dell’omicidio è il male. Lo dico così nessuno lo leggerà mai: il male, in generale.

PELLEGRINI 5.5 – Sfida epica sulla fascia con Lazzari. Il laziale ha un fucile a molla, Pellegrini quello ad acqua; fortuna che la partita è finita, altrimenti avrebbero continuato.

MCKENNIE 6 – The harder they fall è il western più brutto mai visto; Mckennie è in ripresa, ma sembra arrivare sempre un minuto prima o un minuto dopo, un po’ come le battute del film: troppo lunghe per sembrare realistiche e troppo corte per farne un film di Tarantino.

RABIOT 5.5 – Sarà che non ne capisco io di calcio, io che l’ho sempre difeso; mi sembra Dakota Fanning nell’Alienista. Una ragazza tutto sommato normale e scialba che tutti si combattono per la sua avvenenza. Si dice che abbia giocato bene, a uomo su Savic; ma anche un liscio clamoroso. Dakota non è un cesso a pedali, ma nemmeno questa donna che può far girare la testa a tutti i maschi della serie. Ecco: panchina.

LOCATELLI 6.5 – Verticalizza. Almeno lui, verticalizza. Come il Cyrano di Guccini e probabilmente quello storico. Non perdona e tocca. Altroché, ne servirebbero tre

RAMSEY 8.5 – Ieri era a casa a vedere “England got talent”. Resta alla Juve per allenarsi a prendere i ceffoni come Bombolo. Rispettatissimo dai tifosi del Galles che forse fa meno abitanti del Piemonte, intasca lo stipendio, come Bonnie and Clyde, e nemmeno si allena più. Ieri non è entrato, meglio.

BENTANCUR SV – Entra e la partita finisce. Una coincidenza? Io non credo.

CHIESA 6.5 – Sta leggendo Eden di Stanislaw Lem che, lontano dai capolavori dell’autore, resta un libro che procede a fiammate. Palloso nella descrizione del pianeta misterioso e della città sconosciuta (circa 100 pagine) poi si accende di luce propria nella scoperta di una popolazione aliena. Certo, bisogna resistere per 140 pagine, però nessuno se ne pentirà.

MORATA 5.5 – Recita la formula magica e becca un rigore. Sembra uno dei protagonisti di Io zombo, tu zombi, lei zomba; come alla Juve, un cast, almeno a livello di cachet, fantastico; ma che poi fatica a mettere assieme tre passaggi. Però se entrava quella rovesciata…

KEAN 5.5 – Corre, inciampa e cade. Però tira in porta. Forse le squadre lunghe, forse il caldo, forse la lettura di “Aspetta primavera Bandini” (che a me non è piaciuto affatto), ma alla fine tira nella porta giusta. Devi farne di strada Kean, se vuoi scoprire com’è fatto il mondo.

ALLEGRI 6 – Sbaglia completamente la squadra iniziale. Si inizia a galoppare solo dopo il primo fortuito cambio. Eppure continua con la sua arroganza: vuole convincere tutti che la serie Tex Willer è un romanzo d’amore e che Sherlock Holmes sia ambientato nel futuro, Dune è un romanzo storico e Peppone e Don Camillo sia un porno politico. Se si ricordasse come ha vinto i cinque scudetti, potrebbe fare di nuovo bene, e invece…

Ma soprattutto che si possano cambiare 5 giocatori non lo ha ancora capito.

TENET IN THE DARK – (Riavvolgiamo il tempo e cambiamo il passato, consapevoli di ciò che è accaduto nel futuro)

Cosa ci abbia fatto Sarri a Torino per un anno è un mistero che nessuno riesce a svelare. Anche ieri sera ci ha messo del suo: rigore follia del VAR. Se fosse proibito parlare degli arbitri e della conduzione di gara, i giornali non venderebbero e nessuno andrebbe in giro a pestare gli altri.

I giornalisti hanno bisogno di polemica e Sarri invece di frustare il proprio giocatore per l’entrata folle, in area, si arrabatta come può… Cosa c’è di meglio di una polemica?

Una serata con Diletta Leotta, al bar, a parlar male di Ilaria D’Amico.