Misurando il pallone sempre con i risultati, in Italia di più, ci sarebbero già comprensibili ragioni perché la Juve decida di sollevare dalla missione Ciro Ferrara. La sua squadra ha perso, male o malissimo, cinque delle ultime sei partite e a dicembre è già stata buttata fuori dalla Champions League. Ha perso, o pareggiato, contro avversari che i bianconeri dovrebbero stendere per manifesta superiorità: Cagliari, Bologna, Bari e Catania, per limitarsi a quattro esempi.\r\nRaramente, negli ultimi tempi mai, ha mostrato tracce di gioco, un razionale disegno in grado di guidare la squadra durante le partite. Levate le prime quattro vittorie, dove pure Buffon ci mise mani sante (paratissima su Totti a Roma, partitone con il Livorno in casa), la Juve ha convinto pochino. Ovvio, considerato il potenziale armato in estate. La squadra non pare decisamente scarsa: semmai un po’ costosa (in Felipe Melo), male assemblata per l’assetto scelto, ma scarsa no. Come non lo sono i giocatori. Melo resta titolare inamovibile del Brasile, e pure nell’amichevole con l’Inghilterra, a Doha, fu il migliore in campo, così come Diego, che un anno fa, quasi da solo, buttò fuori dall’Europa Udinese e Milan. Qualche pezzo mostra l’usura del tempo, ma vogliamo parlare di chi ha fatto meglio? Alvarez (Bari), Cossu (Cagliari) o Izco (Catania). Con Ferrara, allora, rischia di fallire tutta la Juve, e i giocatori che ci sono dentro. Un patrimonio da difendere, perché mica si possono spendere cinquanta milioni di euro ogni volta che si fa la spesa d’estate. Vuoi mai che sia responsabilità di chi, quelle forze, deve organizzarle.\r\nAltri, forse, sarebbero più idonei. In lista c’era anche Roberto Mancini, il preferito prima che se lo prendesse il Manchester City, e figura ancora Guus Hiddink, che già l’anno passato raddrizzò la stagione balorda del Chelsea. Affidabile pianificatore di squadre, come fece con il Chelsea, appunto, o da ct della Corea del Sud, dell’Australia o della Russia dell’europeo 2008. Pare disponibile, non fosse che il suo agente, Cees van Nieuwenhizen, un giorno l’avvicina e l’altro lo allontana. Come ieri, sulle pagine del quotidiano russo “Sovietski Union”: «Guus non è in viaggio per l’Italia, si sta riposando in Kenya e tornerà solo il 10 gennaio». Giusto dopo il Juve-Milan.\r\n\r\n(Massimiliano Nerozzi per La Stampa)