Quando un uomo ha classe, bisogna riconoscerglielo.
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E ne ha da vendere Mancini quando depone dinanzi ai giudici del tribunale di Napoli dicendo che sì, ha visto Moggi entrare nello spogliatoio degli arbitri ma a farlo erano in molti, era prassi comune, però non ricorda chi altri ha visto fare qualcosa di simile nella sua carriera.
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Insomma, lo fan tutti ma non chiedetegli di fare i nomi, però lo fan tutti.
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Oppure quando dice che Rosetti lo collegava a Moggi solo perché l’arbitro era di Torino, ergo DOVEVA essere sodale di Moggi.
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Grande Mancio, ti stimo un sacco!
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C’è la sensazione ancora una volta che i testimoni dell’accusa siano in realtà reticenti ad accusare chicchessia e soprattutto Moggi, per cui mi viene il sospetto che o tutto il processo è davvero una farsa, oppure Moggi è più potente e pericoloso di un Totò Riina, di un Bontade, un Bagarella e chi più ne ha, più ne metta.
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E mentre le accuse messe su in questa spiacevole vicenda che ha di fatto cancellato la Juve quantomeno barcollano, scopriamo che telefonate compromettenti come quelle in cui l’arbitro Bertini denuncia ai suoi superiori le ingerenze di Facchetti subito prima di una partita non sono mai state ascoltate da nessuno o comunque mai ritenute degne di, come si dice?, essere attenzionate!
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A dir poco scandaloso!
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Com’è scandaloso che il Presidentissimo della Beneamata Inter non trovi di meglio che parlare di un fantomatico muro che avrebbe impedito alla sua società di raggiungere prima un traguardo che mancava da ben 45 anni.
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Anche qui, bisogna riconoscere che la classe non è acqua!
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Complimenti Sig. Moratti!
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Però, prima di appuntarsi sul petto lo scudetto degli onesti, non avrebbe fatto meglio a dire la verità?
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Quale verità? quella che sta finalmente venendo a galla: che Moggi non era un mostro ma un avversario, un avversario più bravo di Lei e che magari avrebbe preferito avere dalla Sua parte; che le cose che gli venivano imputate in realtà non erano altro che prassi comune anche ai Suoi uomini.
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Avrebbe dimostrato sì di essere persona retta.
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Così, i suoi successi, seppur grandi, scontano sempre il peccato di trarre origine dalla rovina altrui e la Sua figura si confonde con quella dell’avvoltoio.
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\r\nDi Luca Falvo