Noi siamo la Juventus una “nobile decaduta”, facile bersaglio dei venti di tramontana che soffiano dai salotti bene del nuovo potere rappresentato dalle società milanesi, con la complicità dei vertici della Figc. Circola negli ambienti calcistici un detto: “Non si muove foglia che i prodi Galliani-Moratti non vogliano. E con le stelle del potere mediatico che stanno a guardare, compiaciute dalla nascita di questo nuovo establishment”. Gigi Moncalvo in un articolo dell’11 novembre 2009, sintetizzava con scienza e coscienza gli accadimenti in casa Juventus affermando quanto segue: “A nessuno sarà sfuggita la combinazione di alleanze che ha dato vita alla scuola di alta formazione per manager, inaugurata nei giorni scorsi a Torino.\r\nTra le aziende partner si ritrovano la Fondazione Agnelli, quale capofila, e per essa John Elkann, e la Fondazione Pirelli, ovvero il suo presidente Marco Tronchetti Provera, protagonista di una lotta accesa, senza esclusione di colpi, quando Tronchetti Provera significava anche Telecom, intercettazioni, Polis d’istinto.\r\nDulcis in fundo, direttore della Scuola Gustavo Bracco, Capo del personale di Telecom di allora con poteri di acquisire le prestazioni di Cipriani. Sorpresa serale, infine al TG1, ripresa della conferenza di presentazione: appare John Elkann e, accanto a Franzo Grande Stevens sedeva, udite udite, Marco Tronchetti Provera”.\r\nF I N E\r\nCon la nomina di Andrea Agnelli auguriamoci che le cose stiano cambiando per il meglio anche se qualche personaggio citato da Moncalvo, ricopre la carica di Presidente Onorario.