La Juventus ha almeno 50 fan negli Emirati Arabi. E sono molto più che tifosi. Sono cinquanta bianconeri di ferro che vogliono lasciare un segno indelebile della loro passione. Per farlo si sono comprati 50 stelle, parte delle 30mila che comporranno un suggestivo mosaico nel nuovo stadio che la Juventus sta costruendo al posto del vecchio Delle Alpi e che sarà pronto a fine maggio.\r\nCon un’operazione unica in Europa, segno di una rivoluzione societaria, della ricerca di un mutamento d’immagine, di una concezione che assegna allo stadio il ruolo di “luogo di divertimento per famiglie e tifosi“, il club bianconero ha dato il via ad un complesso piano di strategie commerciali. «Quando il nuovo stadio sarà aperto – ha detto Andrea Agnelli alla recente assemblea degli azionisti –, sarà un grandissimo successo di Blanc che lo ha accudito e gestito quasi come un figlio, ma sarà anche il segno della continuità nel perseguire gli obiettivi, in quanto è dal 1994 che la Juventus voleva dotarsi di uno stadio di proprietà». «È vero, in un certo senso è il mio terzo figlio», ammette Blanc, che non ha dubbi sulla necessità per i club di avere uno stadio di proprietà: «Dobbiamo massimizzare i ricavi fin da ora. Anche in vista del 2013, quando in Champions League ci sarà una squadra italiana in meno. Questa è la strada».\r\nTra i progetti in corsa verso il 2011, «Accendi una stella» è forse il più accattivante: all’altezza del secondo anello dello stadio, nell’area esterna, Giugiaro ha disegnato una sorta di passeggiata tra le star. Qui, incastonati nelle 30mila stelle sono incisi i nomi dei tifosi, raccolti a gruppi, a contorno di cinquanta stelle più grandi, ognuna delle quali porterà impresso il nome di una leggenda bianconera del passato. Uno spettacolare colpo d’occhio per il quale a fine anno la società prevede di averne venduto già il 30 per cento. Costo per stella: da 250 a 350 euro, e la vendita avviene quasi interamente attraverso il web. Dice Alessandro Sandiano, direttore marketing di corso Galileo Ferraris: «Siamo molto soddisfatti della risposta, fino ad ora. Se il trend è questo arriveremo prima dell’inaugurazione dello stadio a stelle esaurite. Le richieste arrivano da ogni parte d’Italia, molte dal Sud, ma anche dal resto del mondo. Un tifoso con cognome americano l’altro giorno ci ha inviato la sua quota attraverso Internet».\r\nNelle strategia marketing bianconera ha un posto di rilievo anche il concetto di fidelizzazione al club. Da qui la Membership Card che apre ai tifosi porte e canali privilegiati. Iniziativa molto britannica, con qualche differenza rispetto a quelle dei club inglesi: la membership card del Chelsea e del Liverpool è utile ai tifosi per avere un giorno il diritto di acquistarsi un abbonamento allo stadio, in questo caso consente ai fan di avere un contatto diretto con la squadra.\r\nIn questa Juventus che nasce c’è davvero molta Inghilterra. Non a caso l’uomo che ha pianificato la commercializzazione in bianco e nero è il manager che ha “venduto” il nuovo Wembley di Londra. È Ben Taverner, numero uno di Juventus Premium Club, l’area dedicata alla vendita dei palchi, i gioielli dello stadio; disposti su due file sono 62 e possono contenere fino a 10 persone. Costo per palco (affitto per una stagione, tutte le partite di campionato e di coppa, a disposizione tutti i giorni della settimana fino alle 20 di sera): da 75 a 130 mila euro. Ai palchi Taverner ha affiancato quattro “superboxes”, suite da 16 persone, al prezzo di 155 mila euro all’anno. I risultati sono eccellenti, affittano società italiane e straniere ma anche privati, è soddisfatto Taverner: «Dei palchi abbiamo venduto l’80 per cento e delle suite il 50 per cento». Quasi al completo le tribune Agnelli (312 posti a 10mila euro l’anno) e Cento (360 poltroncine da 6.500 euro, tra aprile e maggio si prevede di piazzare gli ultimi posti della Boniperti (672 a 4mila euro) e Sivori (1.603 a 2.500 euro).\r\nAllo stadio manca solo il nome. Dello sponsor, ovviamente. «È proprio come per un figlio, abbiamo un po’ di nomi, decideremo quello che gli sta meglio», anticipa Blanc.\r\n\r\nCredits: Il Sole 24 Ore\r\nFracassi Enrico