La Juve è ormai una provinciale. Non resta che accendere un… mutuo!

Non resta che accendere un cero.\r\nCon questo commento ironizzai a caldo la chiusura del mercato estivo di Marotta & C. (scripta manent).\r\nUn esercito di medio-buoni giocatori arrivati in prestito o a prezzi di saldo. Una rivoluzione senza senso.\r\nMolti mi accusarono all’epoca di esser un destabilizzatore per i giudizi espressi. O peggio ancora mi offesero dandomi del plagiato da Moggi, come se qualcuno mai potesse mai impormi le sue idee.\r\nSinceramente avrei voluto sbagliare la previsione, almeno questa volta, ma alla fine i nodi vengono sempre al pettine.\r\nL’attuale Juve naviga a vista, senza un progetto delineato. E l’alibi degli arbitri non regge.\r\nLa confusione la si evince anche dalle parole pronunciate ogni qual volta i dirigenti sono chiamati ad esprimere un giudizio sul proprio operato.\r\nPer Delneri fino a qualche giorno fa era buona una stagione dove la Juve è stata umiliata in Europa, eliminata dalla Roma in Coppa Italia e fuori dalla zona Champions in campionato.\r\nEvidentemente il tecnico friulano non ha ancora capito cosa vuol dire allenare la squadra bianconera, dove pur arrivare secondi vuol dire aver fallito. Molto probabilmente non lo capirà mai.\r\nMa anche se il tecnico non è da squadra di vertice non è giusto addossargli tutte le responsabilità.\r\nAnche perché la qualità della squadra è quella che è e qui entrano in ballo le responsabilità di Marotta, che non possono esser mitigate dall’elevato numero di infortuni, perché questa è una costante che alla Juve si ripropone ormai da 3 anni consecutivi. Un’aggravante quindi, non una scusante.\r\nIn conferenza stampa sabato scorso Marotta ha pronunciato le parole “Qualche critico saccente diceva che sarebbe stato meglio prendere meno giocatori ma più di qualità.” Beh sicuramente quelle parole erano rivolte in primis contro Luciano Moggi ma anche io mi sento di far parte di quel gruppo di “saccenti”. Mai avrei comprato 15 giocatori in poco più di 6 mesi, la maggioranza di cui non sposta di una virgola la forza della squadra. Anzi. Nel calcio come nella vita le rivoluzioni si fanno solamente quando cambiano nettamente in meglio le cose.\r\nToni, Barzagli, Traorè, Rinaudo e Motta nelle Juventus scudettate degli anni passati al massimo avrebbero trovato posto in tribuna o forse in panchina qualche volta. Questi giocatori sono arrivati più per il costo nullo o quasi del loro cartellino che per reali necessità tecnico-tattiche. A fare numero, tanto per starci.\r\nPoi ci sono i prestiti onerosi con diritti di riscatto fissati a prezzi altissimi come quelli per Matri, Aquilani, Pepe e Quagliarella. Ma qualcuno di questi verrà riscattato se non arriveranno sconti? Ne dubito fortemente.\r\nInfine gli acquisti. 5 milioni per Storari, 13 milioni di euro per Martinez, 15 per Krasic, 16 per Bonucci.\r\nTolto Krasic, del quale si può tranquillamente dire che è stata l’unica operazione di mercato giusta in rapporto qualità-prezzo , il resto sono stati solo una sequenza di movimenti che hanno contribuito a rendere la squadra bianconera una provinciale ancor di più degli anni passati.\r\nMai vista in precedenza la Juventus elemosinare prestiti in giro, alla ricerca di acquisti a prezzi di saldo collezionando rifiuti in sequenza come si fa con le figurine dal giornalaio.\r\nMa per la mancanza di fondi è giusto arrivare alle responsabilità della Proprietà che ormai da praticamente 20 anni non investe più davvero nella Juventus. Ma l’autofinanziamento lo puoi fare solo se al vertice hai un Boniperti o un Moggi. Altrimenti per esser competitivi a grandi livelli bisogna investire. E non prendiamoci in giro con la favola del fair play finanziario che tanto ricorda la vecchia storia della volpe e l’uva. Basti pensare al Chelsea che in un solo giorno ha sborsato 80 milioni di euro per comprare Torres e David Luiz.\r\nAndrea Agnelli che tanto entusiasmo (soprattutto per la gestione su Calciopoli) ha portato al suo arrivo nel popolo bianconero depresso dalla dilettantesca gestione precedente ha adesso 2 opzioni: o salva la Juventus dimostrando di avere davvero potere decisionale con ampio raggio d’azione anche in drastiche scelte oppure si salva subito lui prima di affondare con tutta la proprietà vedendo le sue poche colpe mischiate senza divisioni di responsabilità  a quelle di suo cugino John.\r\nSe non si investe davvero, c’è poco da movimentare i 170 milioni, abbassare il tetto ingaggi o fare le plusvalenze…\r\nChiosa finale: la mancanza di rispetto a livello arbitrale evidenziata in questa stagione non fa altro che dimostrare che la squadra bianconera non ha più potere politico ne in campo ne in Federazione. Nel dubbio si tende a sfavorire sempre i bianconeri.\r\nUna provinciale di lusso, ma pur sempre una provinciale. Ecco cosa è diventata ormai la Juventus.\r\nPer tornare ad esser grandi non resta che accendere… un mutuo!!\r\n\r\n(Di Stefano Discreti – http://stefanodiscreti.blogspot.com)