La delinquenza non ha confini, i pregiudizi sì

(Di Gaver) E’ difficile poter affermare dove stia la verità, complicato ancora di più appare poterla analizzare, sempre suscettibile di mutamenti e cosi incessantemente alloggiata e manipolata dove ci fa più comodo.\r\n\r\nIl calcio italiano affronta l’ennesima settimana di polemiche, riempie le solite radioline e siti web, per non parlare dei salotti sportivi ricolmi dei migliori pensatori, tutti intenti a stilare una graduatoria della moralità e delle opportunità tentando, come sempre, di catalizzare responsabilità vere o presunte a seconda delle proprie simpatie personali, ma mai nessuno che sia capace, per dolo o colpa, di avanzare proposte concrete degne di nota.\r\n\r\nLa premessa doverosa è che quello striscione non merita commenti, non merita la minima considerazione ne un solo attimo del nostro tempo, mentre meriterebbe, come tutte le altre analoghe rappresentazioni di violenza, l’attenzione massima di istituzioni (del pallone e non) e forze dell’ordine, magari con sospensione della gara, rimozione dello striscione, individuazione e denuncia all’istante rei responsabili e conseguente loro espulsione dallo stadio per il tempo ritenuto idoneo.\r\n\r\nEcco, penso che questo, in poche banali righe, possa essere un punto di vista diverso e più concreto rispetto ad una problematica che, permettetemi, sta solo ingrassando editori e giornalisti i quali sanno bene come si “bagna il biscotto” in questi casi, ma che non viene minimamente affrontata per essere risolta totalmente.\r\n\r\nDi conseguenza assisti semplicemente al solito giornalaio che altro non fa se non rimarcare, in termini eleganti, il proprio odio nei confronti della società e del mondo Juve colpevole semplicemente di esistere, al quale non bastano le parole sincere di Andrea Agnelli per rinfrancarsi un attimo, ma in preda ad un raptus intellettuale è pronto a chiedere l’ergastolo anche per l’ultimo magazziniere della Juve, colpevole forse di averlo anche sfiorato quello striscione.\r\n\r\nVero, sono cose che fanno male allo sport ed alla vita, perché si tratta di una pagina di dolore che nessuno ha il diritto di infangare, ma non è con i pregiudizi e con le prese di posizione da tifoso che si risolve il problema.\r\n\r\nNon voglio e non cerco contraltari, non esistono mai in questi casi, ma auspicherei una presa di posizione altrettanto forte sempre e comunque ed a prescindere di quale sia lo stadio o il contesto laddove la violenza viene espressa; non posiamo essere di parte anche in questo, sarebbe un ulteriore freno alla nostra crescita già cosi incapace di considerare i fatti da un punto di vista oggettivo, vedendoci invece pronti ad essere sempre e solo di parte.\r\n\r\nIl conflitto sportivo va bene, ma non deve scadere in queste becere e basse considerazioni ed insinuazioni da tifosi di bassa lega; se affronti il problema lo debelli, se invece lo poni in evidenza solo quando è la società che più ti sta antipatica ad esserne coinvolta diventa una caccia alle streghe di infinita durata.\r\n\r\nGrande onore al GRANDE TORINO, ma grande rispetto anche per Pessotto, oltraggiato non più di una settimana fa dai tifosi del Milan, GRANDE ONORE E RISPETTO per i 39 dell’Heysel, oltraggiati dai Napoletani e dagli Interisti giusto qualche mese fa… e grande onore a tutti coloro che si trovano vittime inconsapevoli della stupidità umana, oggetto dei loro infimi ed infami slogan solo in virtù di una drogata appartenenza calcistica che poco ha a che vedere con lo sport nel senso più ampio che questo termine vuole esprimere.\r\n\r\nSpero semplicemente che si abbia il coraggio di affrontare un problema, che si abbia la volontà di risolverlo, con tutto ciò che la Legge, quella dei codici e non del tifo, mette a disposizione; sperando poi nell’aiuto intellettuale dei giornalisti e non nella faziosità di tifosi travestiti da presunti tali.\r\n\r\nSul comportamento dei tifosi non oso dir nulla poiché non penso che, nel 2012, vada ancora fatto un decalogo dei comportamenti più o meno leciti; se qualcuno delinque, coi fatti o coi gesti o con le parole, deve avere semplicemente la conseguenza che merita.\r\n\r\nSe poi si vorranno ancora calmierare gli animi in attesa della prossima vergogna, non sarà altro che un focolaio messo a riposare sull’altare dell’audience televisivo; in quel caso nessuno avrà più il diritto di parlare.\r\n\r\nsaluti