Questo articolo non nasce per caso, o meglio, l’introduzione non nasce per caso. Prendo spunto dalla presentazione di un libro che ho sentito nominare in radio qualche giorno fa dal titolo ‘Cortocircuito’ che parla di casi di errori giudiziari, come un fenomeno reale e in forte crescita nelle aule dei tribunali italiani. Tantissima gente di vari settori è vittima di frequenti errori, omissioni o banali equivoci con conseguenze però tragiche per le loro vite: nella maggior parte dei casi, per la lentezza della burocrazia italiana, saranno costretti a un calvario di anni o addirittura decenni alla fine del quale in molti casi saranno riconosciuti innocenti. In questo libro sono raccontate le storie di alcune di queste persone, vicende spesso drammatiche, a volte tanto assurde da apparire grottesche. Una testimonianza sulla mala giustizia attraverso le storie di personaggi, noti e meno noti, che l’hanno vissuta sulla propria pelle. Il titolo del libro però è lo spunto più interessante, sì, proprio il titolo.Appena ho fatto mente locale sul significato del titolo non ho potuto non confrontare rapidamente, nella mia mente, le vicende raccolte in questo libro con quelle che noi seguiamo da due anni a questa parte sul tema di Calciopoli, a cominciare dalle sedi sportive del 2006, continuando per quelle in cui ha dovuto rispondere Moggi (Tribunale di Lecce per Lecce-Juve, di Reggio Calabria per il caso Paparesta, Tribunale di Torino per il processo delle plusvalenze), il processo GEA in corso a Roma e quello penale in via di conclusione (si spera) a Napoli, venendo alla conclusione più cruda. Cioè che siamo alla frutta.
Un processo penale del genere non lo ricorda nessuno negli archivi di una storia giuridica pluricentenaria. La Casoria, ricusata per ben due volte (la prima nel 2009, senza successo per i fautori della ricusazione) al processo di Napoli non ha pace e, anomalia della Giustizia italiana, in questi giorni ha subito un vero e proprio attacco dall’accusa, nel tipico gioco della parti. E dovrebbe far scalpore il fatto che a chiedere la sua ricusazione sia stata l’accusa che sino ad oggi ha fatto sfilare solo suoi testimoni. Una resa non ufficiale?Infatti la Casoria non solo deve attendere la decisione della Corte d’Appello di Napoli che il 20 maggio è chiamata a decidere sulla richiesta di ricusazione dei pm anche loro testi contro la Casoria ma ha subito anche la decisione del Csm (l’udienza presso la commissione disciplinare che è stata tenuta dal dott. Renato FINOCCHI GHERSI, sostituto procuratore generale presso la Corte Suprema di Cassazione) che ha deciso di censurare la giudice Casoria per il linguaggio scurrile utilizzato con i propri colleghi anche se l’ha assolta dalle accuse più gravi. Eppure, nonostante la censura, in questa udienza la Casoria non ha mancato di dire la propria su come NON vada veramente la giustizia, tutte le incongruenze ed i sospetti emersi sino ad oggi. Diremmo oggi, una fortuna che sia stata convocata dal Csm (anche se, probabilmente, gli costerà buona parte di onorata carriera) perché ha detto cose che, altrimenti, nessuno avrebbe avuto occasione di dire. In ogni caso, questo è stato un vero e proprio atto d’accusa. La Casoria ha dato il meglio di se stessa e, a suo dire, lo strapotere dei PM, quello dell’indipendenza della Magistratura e quello del procuratore della repubblica, GIANDOMENICO LEPORE (che terrebbe sotto schiaffo il presidente del tribunale, ALEMI, tanto da averlo costretto a convincere la Casoria ad astenersi dal tenere il processo penale), rappresentano un ostacolo. E noi ne sappiamo qualcosa: sappiamo come il PM Narducci si stia basando su prove inconsistenti come il teorema delle sim svizzere e la filastrocca del Paparesta chiuso nello spogliatoio a Reggio e, secondo il Narducci, punito dal sistema. Eppure Paparesta sarebbe tornato, stando alle carte, dopo due sole settimane, ad arbitrare in Uefa e poi direttamente in serie A! Altro che esilio e stop forzato! Le inesattezze del Narducci sono un altro intoppo per il processo
.La palese ostilità delle due giudici al latere Pandolfi e Gualtieri, della dott.ssa CATENA e di GAETANO DI GIURO è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha costretto la dott. Casoria a chiedere il trasferimento alla Prima sezione civile del Tribunale di Napoli, lontana da intrighi. Da gelosie, da persone pericolose per il prosieguo della sua carriera. Che Calciopoli fosse qualcosa di losco lo si era già capito ma che si potesse riscrivere la storia della Giustizia ordinaria con questi RARI episodi non poteva prevederlo nessuno. Mafia calcistica. La Casoria ha comunque deciso di portare a termine il processo, avendo ricevuto il “nulla osta” per farlo, ma nulla sarà più come prima: lavorare da estranei in casa propria non fa piacere a nessuno e non mette sicuramente la Casoria nei panni di svolgere il proprio lavoro in tutta tranquillità. Tra l’altro se dovesse essere ricusata il 20 Maggio, il processo sarebbe destinato a ripartire con grossi rischi di prescrizione e prolungamento forzato dei tempi dei processi. Moggi ha detto di non volere alcuna prescrizione e non la vogliamo neanche noi visto come si stanno mettendo le cose.Eppure, la Casoria è solo un esempio per dimostrare come, non solo in questo processo ma anche nel corso dei lavori, tante cose non siano andate per il verso giusto e continuano a non andare come dovrebbero.Che dire della Figc che ha deciso una norma ad hoc per la radiazione di Moggi, Giraudo, Mazzini e altri personaggi minori? Istituendo un procedimento vero e proprio, insito di processo e fase dibattimentale da svolgere davanti alla Disciplinare? Insomma, intoppi su intoppi, sempre sul più bello, come se qualcuno guastasse la festa in anticipo. E che dire, ancora, del PM Beatrice che, secondo la Presidente Casoria, addirittura si era lamentato perchè faceva cominciare il processo troppo in fretta? Il bello poi viene quando finalmente fa notare che, comportamento anomalo dei PM di questo processo, li vede renitenti a fare la requisitoria, chiamando a testimoniare, tanto per cambiare, Nucini che si è squalificato da solo come teste per le sue rivelazioni inutili e prive di fondamento. E delle telefonate tra il presidente dell’Inter, Facchetti, e il designatore arbitrale Pairetto che sono scomparse? Ci sono i numeri sul brogliaccio manuale e originale, ma i file audio sono vuoti, misteriosamente. Per non parlare del famoso Memoriale Facchetti, tanto agognato dall’accusa e subito messo da parte per la sua inconsistenza. Altro intoppo, altra perdita di tempo. Nell’udienza del 19 Aprile, in quel di Napoli, addirittura i PM hanno chiesto, nell’ultima udienza prima dell’apertura della fase dibattimentale (praticamente agli sgoccioli), di acquisire altro materiale riguardante i tabulati dei contatti delle schede svizzere, la rassegna stampa di alcune delle gare sotto indagine (con tanto di commenti dei tifosi laziali, assolutamente inopportuni in un processo) e le sentenze del processo Gea! Altro tentato cortocircuito
Il famigerato fascicolo o modello 45, infine, è destinato a diventare il simbolo di questo procedimento chiamato Calciopoli che prima ha emesso le sentenze e poi ha cominciato ad indagare sui suoi protagonisti. Vicenda assurda, a tratti interessante da seguire, in altri così deprimente da far cadere le braccia. In pratica questo fascicolo dovrebbe contenere i colloqui che Nucini ha tenuto presso Ilda Bocassini, PM del Tribunale di Milano.Il dilemma però è che l’incontro con la Boccassini pare sia del 2003 e nell’udienza datata 15 Marzo 2011 Nucini ha dichiarato di aver parlato di calcio e di Casarin intervenuto a Tele Lombardia, minimizzando. La volta precedente, però, nell’udienza datata 26 Maggio 2009 ha confessato di aver discusso col PM milanese delle confidenze fatte a Facchetti e non semplicemente di calcio, sollecitato da un uomo vicino proprio all’ambiente interista (che, pare, abbia, in questo modo, violato la clausola compromissoria). Il problema è che Casarin è andato a Tele Lombardia nel 2004, non nel 2003 e la mia fonte (Ricchiuti) è fonte certa. Ora ci si domanda se il colloquio tra Bocassini e Nucini è avvenuto realmente nel 2003…Insomma, Calciopoli un processo mediatico (e aggiungerei io, non se ne è parlato neanche tanto in TV… figuriamoci) e giacobino, se lo ha detto persino Lotito…Tanti i cortocircuiti, tanti gli interrogativi (come è giusto che sia) ma troppe le difficoltà a procedere spediti a sentenza. Tante noie stanno trasformando questo processo in un calvario. Il problema è che molte noie sono pure inutili …
L’ impressione è che Calciopoli sia un grande CORTOCIRCUITO, forse troppo grande da riuscire a sbrogliare .
di Eldavidinho94 per ilblogdiAlessandroMagno