La storia di Paparesta e dello spogliatoio del Granillo è una storia che tutti conoscono. Solo chi non l’ha voluta ascoltare tutta, non sa com’è andata: Moggi dice in una telefonata di “aver chiuso l’arbitro nello spogliatoio” e in una successiva – ovviamente occultata perché avrebbe fatto cadere un capo d’imputazione – si corregge subito dicendo di “aver avuto voglia di chiudere l’arbitro nello spogliatoio”. Era uno degli episodi più simpatici di quella fiction tarocca trasmessa da un nota Tv nazionale, nella quale, ancora ovviamente, non si diceva che il diretto interessato aveva negato l’accaduto (in calce trovate il video) e che un tribunale, quello di Reggio Calabria, aveva archiviato tutto perché “il fatto non è mai accaduto”. Chi meno sa, meno soffre, al popolo date brioche e vedrete che del pane se ne dimenticherà.\r\nProprio questo episodio, però, come riporta oggi ‘Tuttosport’ ha trovato particolare attenzione dell’Alta Corte del Coni, nel corso del dibattimento svoltosi giovedì scorso per la radiazione di Moggi, Giraudo e Mazzini. L’avvocato Tortorella aveva spiegato come la sentenza Sandulli con cui si erano chiusi i processi farlocchi del 2006 conteneva proprio al punto 3 il riferimento al “rapimento di Paparesta”, uno dei capi per i quali l’ex direttore generale bianconero è stato condannato. Uno dei giudici del collegio dell’Alta Corte ha voluto capire di più, chiedendo all’avvocato dello stesso Moggi, Prioreschi, se l’archiviazione a reggio Calabria sia avvenuta per decisione del Gip o proposta dal pm. Il fatto che sia stata proposta direttamente dal pm, infatti, è un ulteriore elemento che rafforza il fatto che quel’episodio non è mai esistito. Per dilla ‘alla Prioreschi’, questo è uno dei grandi ‘imborgli del processo di Farsopoli. Su almeno questo capo d’imputazione, dunque, è acclarato che la condanna è stata totalmente infondata.\r\nSi tratta di un segnale importante: chi segue il processo di Napoli sa bene di tutte le prove a discolpa degli imputati venute fuori durante il dibattimento, ma nel mini processo (un’altra farsa) istituito per la radiazione, fin qui non se ne era tenuto conto. Il fatto che l’Alta Corte abbia voluto vederci chiaro è indice di attenzione per quelle che sono le nuove risultanze venute fuori dal 2006 in poi. D’altronde, proprio l’Alta Corte, interpellata prima della Disciplinare e della Corte di Giustizia Federale aveva invitato la Federazione ad “attualizzare” i procedimenti. Non si è voluto fare, ma ormai siamo alle battute finali: a questo punto, o attualizzerà l’Alta corte o si andrà fino in fondo alla Corte Europea. E lì la Federazione Italiana Giuco Calcio rischierebbe una pessima figura a livello internazionale.\r\n\r\nheight=370