Quattro giorni fa Milos Krasic parlava già da residente juventino, adesso solo da uno che cambierà casa, ma non ne conosce ancora l’indirizzo: «Voglio giocare in Italia – s’è lasciato scappare ieri dentro il Sunny Side Hotel di Johannesburg, quartier generale della Serbia -, in quale club però non mi interessa». Il resto del futuro lo dribbla, come ama fare sul prato e a volte esagerando, garantisce Dejan Stankovic, capitano e amico. «Di tutte le chiacchiere sul mio futuro adesso non m’importa – aveva detto Krasic nella conferenza stampa trasmessa in diretta tv a Belgrado – perché sono concentrato sul Mondiale, poi si vedrà». Di certo traslocherà, e lo scatto concesso ieri a un tifoso del Cska Mosca, con basco e cinturone dell’Armata Rossa, sapeva tanto di foto d’addio. Per dargli ben remunerato asilo si sta riempiendo la sala d’attesa: Juve, Inter e le due casate di Manchester, United e City. I bianconeri, forti dell’accordo già annodato con il giocatore (a circa 2,5 milioni a stagione, oltre il doppio dello stipendio attuale), erano in vantaggio, ora chissà. Il direttore generale Beppe Marotta è tornato da Mosca senza l’atto di vendita, e senza l’intenzione di far follie. «Aste non ne facciamo», è la parola di casa Juve. La base potranno essere quei 15 milioni che il club bianconero è disposto a offrire: se la concorrenza andrà oltre, tanti saluti a Milos.\r\nChe il giocatore piaccia, dalla società a Del Neri, è certo, che valga qualsiasi prezzo un po’ meno: «È un mese che siamo alle prese con un duro lavoro – ha spiegato ieri Andrea Agnelli uscendo dalla sua prima riunione di Lega – e sappiamo che abbiamo altri due mesi. Per quanto riguarda il mercato vedremo a fine agosto come siamo messi. Krasic? È un giocatore che ci piace molto: ci interessa lui come altri». Qualche chance la concede l’agente dell’ala, Dejan Joksimovic: «C’è una trattativa in corso con la Juve, anche se quella bianconera non è l’unica squadra interessata: in Italia c’è anche l’Inter, all’estero tante società blasonate. Credo che la favorita sia la Juve, anche perché ha il gradimento di Milos». Poi però bisogna convincere il Cska e lì sarà questione pecuniaria.\r\nIl buon Milos, che pure visto da un metro somiglia parecchio a Pavel Nedved, lo stesso fisicaccio ma più alto, aspetta tranquillo in Sudafrica, ben sapendo che qualche dribbling e magari un gol ne faranno impennare il valore. Già gli ultimi due anni gli hanno ribaltato la vita: da quando Rodomir Antic è diventato ct, Krasic ha saltato solo una partita ed è stato l’unico a giocare tutte le dieci del girone di qualificazione. Segnandole, tra gol e assist. Non male per un ragazzino nato e cresciuto a Kosovska Mitrovica, in Kosovo, dove i suoi genitori continuano a vivere. Il modello era il fratello maggiore, Bojan, «che era molto più bravo di me», ma che ha già smesso. Primi calci con il Rudar, il club della città, poi a soli 14 anni il debutto con il Vojvodina Novi Sad, dove trova anche la fidanzata, con la quale ora convive. Con i gradi di capitano arriva fino al gennaio 2004, quando lo pesca il Cska Mosca. Fino ai paragoni con Nedved: «Che si dica o si scriva – sorrideva ieri Milos – ovviamente mi fa molto piacere, perché Pavel è stato un grandissimo giocatore, e per me sarà molto difficile vincere tutto quello che ha vinto lui». Per essere una futura icona juventina forse, da piccolo, aveva solo l’idolo sbagliato: «Mi piaceva da pazzi Predrag Mijatovic», quello che giustiziò la Juve in Coppa Campioni. O, forse, si rivelerà solo troppo costoso.\r\n\r\nCredits: La Stampa\r\nFracassi Enrico – Juvemania.it