Moise Kean si è raccontato in un’intervista a The Players’ Tribune. Il giovane centravanti della Juventus ha parlato dei suoi inizi nel mondo del calcio, con la strada e l’oratorio a fargli da palestra. “La strada ti insegna a essere uomo, a capire la realtà della vita e a capire ciò che ti sta intorno, nel bene e nel male”, esordisce il bomber classe 2000. Mentre la Juve e il suo agente stanno lavorando per il prolungamento di contratto che lo porterà a guadagnare tanti soldi, Kean ricorda benissimo dove tutto ebbe inizio.
“Da bambino ho sofferto abbastanza, non era facile. Non ho avuto un passato come tutti gli altri ragazzi – continua Kean – . È per quello che delle volte mi metto lì e penso a quanto sono fortunato ad aver tutto questo oggi. Ringrazio Dio ogni giorno. Il primo ricordo che ho del pallone è ad Asti, in oratorio. Facevamo i tornei su un campo in asfalto, se cadevi ti facevi male. Le partite erano intense e ogni giocatore doveva pagare 10 euro. Una volta ero così disperato che ho rubato la palla al prete: teneva il cassetto sempre aperto. Quando giochi a calcio in questo modo impari ad avere la fame giusta per giocare. Impari che il calcio, come la vita, ha alti e bassi”.
Dall’oratorio agli allenamenti con i campioni della Juventus il passo è stato breve. “Quando cresci così anche gli interventi più duri in allenamento di Giorgio Chiellini non sembrano così spaventosi. Una volta provai a liberarmi di lui con un trucchetto – rivela – e mi colpì senza troppi complimenti. Adesso mi alleno con calciatori molto forti, ma penso sempre ai ragazzi dell’oratorio perché è da lì che tutto è cominciato”.
Jmania.it è stato selezionato dal nuovo servizio di Google News, se vuoi essere sempre aggiornato dalle nostre notizie SEGUICI QUI.