Giovanni Kean, fratello di Moise, centravanti della Juventus, ha rilasciato una lunga intervista a Tuttosport. “Moise l’ho cresciuto io – esordisce al quotidiano sportivo torinese – nessuno lo conosce meglio. Siamo molto legati, anche se ora lontani, visto che sto giocando in Campania. Ma ci sentiamo tutti i giorni. E alla fine di ogni partita. Decisamente sollevato. L’ultimo anno è stato il più difficile della sua carriera: nel percorso di un attaccante è normale che a tratti si segni di più e a tratti di meno, solo che intorno hai chi un minuto ti esalta e quello dopo ti butta giù”.
La passata stagione, però, è servita al centravanti classe 2000 per porre le basi per il percorso attuale: “Sì, anche se credo gli sia comunque servito da lezione. Ero certo che ne sarebbe venuto fuori, perché ha una carattere forte – continua il fratello – Ogni tanto la gente si dimentica che è del 2000: è in campo da tanto tempo, ma solo perché aveva esordito già a 16 anni. Moise ha solo bisogno di sentire fiducia intorno a sé, a quel punto riesce a dimostrare quanto vale. Quando tutto gira male, devi individuare i tuoi punti deboli e cercare delle soluzioni. Così lui ha iniziato a lavorare sulla testa, per aumentare l’asticella della concentrazione. E anche sul peso: ha capito che condurre una vita sana, in tutto e per tutto, ti permette di rendere al massimo del potenziale. Ma attenzione: lui adesso è al 70%, ha ancora ampi margini”.
Tanto lavoro personale, dunque, ma anche tanti meriti del mister, che gli ha dato fiducia, non smettendo mai di incoraggiarlo. “Così, in estate, si è presentato in ritiro un Moise diverso. Allegri è stato il primo a rendersi conto dei suoi progressi e del fatto che si sia presentato nel pre-campionato con un’altra mentalità rispetto al passato. E anche con una maggiore massa muscolare, appunto. L’ha subito visto diverso da come lo conosceva, anche se poi non sempre la svolta può arrivare al primo colpo”.
Diverso il rapporto con l’ex tecnico Maurizio Sarri, che nell’estate del 2019 lo mise sulla lista dei partenti: “Ci era rimasto molto male, perché avvertiva la sincera fiducia della società. Ma non rientrava nei piani di Sarri, così il club aveva dovuto trovare una soluzione al problema. Che goduria, nell’ultimo turno di campionato, vedergli segnare una doppietta alla Lazio proprio sotto lo sguardo del tecnico!”, conclude Giovanni Kean.