“Mi stupisce la crescita tattica e di mentalità – continua l’allenatore della Juve – e noi sappiamo sempre imporci con il carattere. Nel corso di questi due anni ci siamo modificati per adeguarci ai nostri avversari che ci conoscono sempre di più e sempre meglio. Restare aggrappato alla Juve? Per me l’unica cosa che importa è parlare di calcio e non di altro. Lì sono a mio agio”.
\r\nQuesta Juve ha sempre fame, nonostante la delusione dell’uscita dalla Champions:\r\n
“La voglia di vincere è una filosofia di vita che ho trasferito ai miei calciatori in cui però ho trovato terreno molto fertile. Ci sono alcuni che hanno già vinto – dice Conte – mentre altri hanno vinto con me. Vincere è bello e vogliono continuare a farlo ma per riuscirci serve grandissima umiltà e voglia di mettersi a disposizione e lo dimostra che questa è una squadra che si mette sempre a disposizione ripiegando su stessa partecipando attivamente alla fase difensiva. Basta guardare Tevez e Llorente quello che fanno. L’attaccante vecchia maniera con me non giocherebbe. Avere un giocatore come Fernando è importante perché dove la palla arriva, rimane. Dopo due mesi di apprendistato ha capito come giocare nel nostro campionato: gioca di sponda, sa segnare e come aiutare la squadra. Stasera ha fatto una grande partita”.
\r\n[jwplayer player=”1″ mediaid=”72156″]\r\n\r\nPoi l’allenatore dei campioni d’Italia si toglie un sassolino dalla scarpa:\r\n
“Aspettate, ci sono due scudetti di differenza, due supercoppe, una finale di Coppa Italia. Spesso si dimentica quello che facciamo noi. La Roma è un avversario temibile, ha fatto grandissimi investimenti e il tasso qualitativo importante. Se non avessimo preparato la partita alla perfezione avremmo sofferto tantissimi dolori di pancia. Diciamo che oggi un allenatore italiano è stato bravo a preparare la gara. È sempre il campo che deve parlare e noi da due anni stiamo facendo “cantare” il pallone, a volte anche in maniera clamorosa. Sono molto soddisfatto per l’umiltà dei ragazzi. Il gruppo crede fermamente in quello che faccio, in ciò che gli dico”.