La Juventus si avvicina a grandi falcate verso la restaurazione: dopo due anni di ricerca del “bel gioco”, Andrea Agnelli ha deciso di tornare all’antico richiamando Massimiliano Allegri. A 700 giorni dal suo esonero, il tecnico livornese, terzo allenatore più vincente della storia bianconera, è pronto a tornare in sella e con più poteri che mai. Tutto ciò che aveva pronosticato si è purtroppo verificato: inutile inseguire una chimera, alla Juve bisogna vincere per creare valore, se non vinci, crei scompensi inimmaginabili.
Lo sa bene il cassiere della Continassa, che dovrà farei conti a giugno con un rosso da circa 200 milioni di euro. Fallito l’obiettivo scudetto, eliminata agli ottavi di Champions League, la Juventus già piegata finanziariamente dalla pandemia, dovrà pagare un prezzo salatissimo. E il conto potrebbe essere più alto in caso di mancata qualificazione alla prossima Champions League. Allegri accetterà qualunque scenario, del resto era stato lui a proporre ad Agnelli una rivoluzione per rinfrescare rosa e ambiente dopo il suo 5° anno. Di sicuro, dopo quanto accaduto, il tecnico rientrerà con ancora più credibilità ed è questo che mette in dubbio soprattutto la posizione di Fabio Paratici.
Ne parlano oggi sia il Corriere di Torino, sia la Gazzetta dello Sport: il CFO dell’area football Juventus è fortemente in bilico. Il suo contratto è in scadenza il prossimo 30 giugno e la sua posizione sarà valutata solo all’inizio di quel mese. Il dirigente potrebbe pagare le spese delle ultime sessioni di mercato, che hanno fatto schizzare alle stelle il monte ingaggi, senza però aumentare la qualità della rosa. Inoltre, il dirigente piacentino sarebbe il primo artefice del precedente addio di Allegri (Agnelli aveva dichiarato di aver dato carta bianca all’area sport, altrimenti avrebbe confermato il livornese). Federico Cherubini, arrivato alla Juve proprio per suggerimento di Paratici, potrebbe scavalcarlo e prenderne il posto, visto che negli ultimi tempi è sempre più presente nelle cose della prima squadra.
A rischio anche la posizione del vicepresidente Pavel Nedved, ma se Cherubini sarà promosso al ruolo sostanziale di DS, servirebbe un AD o DG e a quel punto potrebbe esserci il clamoroso ritorno di Beppe Marotta, non pienamente convinto dal progetto Inter, che deve fare i conti con difficoltà economiche senza precedenti.