Prenderla con filosofia sarebbe uno squallido atto di ipocrisia. Seppur di minor importanza, la Coppa Italia rappresentava comunque un obiettivo per la Juventus di Massimiliano Allegri. E la Vecchia Signora lo ha fallito malamente perdendo 3-0, a Bergamo, contro un’eccellente Atalanta che ha meritato del tutto di accedere alla semifinale di Tim Cup. Prestazione obbrobriosa quella di Madama, che al netto delle due reti subite per gentile concessione di Cancelo e De Sciglio, è stata surclassata in lungo e in largo dalla brillantezza atletica, dall’altissima intensità agonistica e dal temperamento della Dea. Bianconeri costantemente in ritardo sulle seconde palle, troppo lunghi, autori di una sequela impressionante di errori tecnici nella misura dei passaggi e mai pericolosi in zona gol. Sarà indispensabile, già a partire dal match di sabato 2 febbraio alle 20:30 con il Parma, lavorare alacremente sulla testa dei calciatori per evitare perniciosi contraccolpi sotto l’aspetto della concentrazione e della lucidità mentale.
La Juve arriverà abbastanza rabberciata alla sfida dell’Allianz Stadium per via degli infortuni di Barzagli, Bonucci, Chiellini e Cuadrado. Dunque, probabile un 4-3-3 costituito da: Perin; Cancelo, Rugani, Cáceres, Spinazzola (Alex Sandro); Bentancur (Khedira), Pjanic, Matuidi (Bernardeschi); Douglas Costa, Mandzukic, Cristiano Ronaldo. Se giocasse Dybala dal primo minuto il tecnico labronico potrebbe optare per un 4-3-2-1 con la Joya e CR7 alle spalle di Mario Mandzukic. Mister D’Aversa non potrà contare sull’apporto di Rigoni, Diakhate e Sierralta, e dovrebbe varare un 4-3-3 formato da: Sepe; Iacoponi, Bruno Alves, Bastoni, Gagliolo; Kucka, Scozzarella, Barillà; Bibiany (Siligardi), Inglese, Gervinho.
Sulla scorta di quanto accaduto con l’Atalanta, la Juventus, oltre ad aumentare sensibilmente i giri del motore, non dovrà mai intestardirsi sino allo sfinimento nell’uscita pulita avviando una costruzione bassa. Se sarà necessario, gli uomini di Allegri dovranno alzare il pallone per cercare immediatamente l’attacco diretto, sfruttando la profondità della prima linea. Altro diktat, di vitale importanza, sarà commettere il minor numero possibile di errori tecnici individuali, in modo tale da rendere la manovra più fluida e rapida. Sovente, infatti, la fitta ragnatela di passaggi in orizzontale non fa altro che rallentare enormemente la costruzione del gioco, ecco perché bisognerà ricorrere alla verticalità improvvisa per innescare la velocità degli attaccanti bianconeri. In fase di non possesso, invece, massima attenzione alla classica imbucata alle spalle, situazione per la quale, nelle ultime partite, i bianconeri hanno sofferto parecchio.
Il Parma è una squadra che tende a far aprire molto i due esterni bassi, ma spesso e volentieri ricorre al lancio lungo sulla prima punta, pronta a spizzare di testa per i centrocampisti che accorciano reattivamente sulle seconde palle, mentre gli esterni alti tendono a convergere per attaccare il primo o il secondo palo. Quanto alla fase di non possesso, i gialloblu si dispongono generalmente con un 4-5-1, per incrementare la densità in zona palla e ostruire tutte le linee di passaggio. Come principio la formazione di Roberto D’Aversa non è incline a un pressing forsennato, bensì ha la tendenza a raccogliersi in 25-30 metri di campo, con un baricentro piuttosto basso, per difendersi con dieci effettivi dietro la linea della palla.
Sabato sera la Vecchia Signora avrà l’obbligo di scendere sul manto erboso con gli occhi della tigre, animata dal sacro fuoco agonistico. Nessun dramma, sia chiaro, la Juventus sta uccidendo la Serie A e sta viaggiando ad ali spiegate verso la conquista dell’ottavo scudetto consecutivo, però sarà cogente una reazione vibrante nel match con gli emiliani, soprattutto a livello mentale. Vincere e convincere sarà doveroso, in particolar modo attraverso un buon gioco che la Juventus, in questa stagione, in svariate occasioni, ha ampiamente dimostrato di saper esprimere. Battere il Parma producendo un ottimo calcio sarebbe un segnale assai positivo per tutto l’ambiente bianconero, a maggior ragione dopo aver fornito prestazioni contro il Milan in Supercoppa Italiana, con la Lazio in campionato e con l’Atalanta in Coppa Italia che, principalmente dal punto di vista qualitativo, hanno lasciato molto a desiderare.