Juventus-Parma 3-1: de Ligt e Alex Sandro super, Arthur prevedibile

Le pagelle di Juventus-Parma (3-1): Alex Sandro non sembra lui, de Ligt è tornato, Arthur sbaglia troppo e Dybala non è ancora al meglio

Juventus-Parma 3-1: le pagelle con il “giudizio di dio”.

BUFFON 6 In aperta polemica con la Sergio Bonelli editore, per l’aumento dei prezzi, resta fermo in entrambi i momenti clou della partita: sia sul gol che sul calcio d’angolo che avrebbe potuto portare al pareggio del Parma, e continua a leggere l’ultimo numero del mensile Tex. Quando è inquadrato dalla telecamera mostra il numero 8, facendo capire alla casa editrice, che un albo extra con i disegni di gente paragonabile ai difensori del Parma, ha il prezzo troppo elevato. Il direttore editoriale della Bonelli avrà capito?

DANILO 6 È rimasto a casa a vedere Friends e a porsi il dubbio: come mai l’unica che ce l’ha fatta ad avere successo come attrice, dopo la serie, è stata Jennifer Aniston? E perché lui, come milioni di altri fans ha sempre preferito, come presenza scenica, recitazione e attributi femminili, Courtney Cox?

BONUCCI 6 Come la mamma di Guccini anche lui crede che la pensione sia davvero importante e allora, di ritorno dal covid, si sente capitano Achab e qualche suo lancio, sembra quello dell’arpione in caccia della balena bianca (CR7?)

DE LIGT 7 Quando rompe gli argini è un Mikail Bulgakov che sta scrivendo il Maestro e Margherita. E lo vediamo gozzovigliare in area del Parma con la lingerie delle mogli degli avversari e insaccare un gran gol. Nella montagna di passaggi a Bonucci, si rivede l’Arlecchino di Goldoni, tradito da Colombina.

ALEX SANDRO 7.5 Occhio di Falco mentre gli altri hanno un’armatura o il martello degli dei di Asgard, in genere incocca la freccia e ferisce degli avversari. Che già detta così fa ridere. Però quando poi fa la doppietta e con una freccia infilza due nemici, siamo ai livelli di Totò contro Maciste che, con una lancia, ne acchiappa 5 e, come dichiara, fa cinquina.

BENTANCUR 6 Elisa di Rivombrosa è una serie che ha avuto successo, che ha degli ottimi voti su IMDB, ma che è piaciuta a mia nonna, a mia zia e a Bentancur. La sua partita di stasera non si discosta dagli episodi della serie. Non brutta, ma con parecchi dialoghi fuori posto, come i suoi passaggi.

RABIOT 6 Qualche appoggio laterale, stasera gioca come un Grisù il draghetto, qualsiasi.

MCKENNIE 5.5 Il Texano era a rilassarsi nelle praterie di Torino, invece di combattere. Stasera non serviva l’Ethan Edwards di Sentieri Selvaggi, ma magari uno dei rancheros che si aggrega a John Wayne sarebbe stato utile

RAMSEY 5.5 Trasmette calma e tranquillità, anche senza scendere in campo.

ARTHUR 5.5 Il libro Rumore Bianco era eccezionale nel mettere a disagio il lettore, seguendo le meschinità del protagonista che a metà storia si scopre ammalato. Arthur fa lo stesso con il tifoso, ma inconsciamente come quelle frasi che, alle superiori, ci scrivevamo sul diario: con affetto e simpatia, ti dono qui, la palla mia. Però salva sul gol del pareggio.

CUADRADO 7 2 assist. O forse tre. Il primo lungo sull’olandese volante, come i “Giorni dell’ira” con Giuliano Gemma; lento ma psicologicamente complesso. Il secondo alla cieca, come Blindman, il pistolero ipo-vedente del film con Ringo Star e il terzo da angolo con Pirlo che ancora urlava che lo doveva battere Bernardeschi anche se in panchina.

KULUSEVSKI 6 Riparte a strattoni.

DYBALA 6.5 Vorrebbe spaccare tutto, come Patrick Bateman in American Psycho. Eppure non gli riesce l’assassinio perché salta in alto, aggrappandosi al cielo, eppure il gol lo segna Alex Sandro. Lo aspettiamo, arriverà a portarci il bottino di sangue. Inenarrabile, come nelle pagine del libro, che raccontano del broker di Manhattan, ma ineluttabile, come i serial killer.

RONALDO 5 Ha due dottorati: uno alla Sorbona di Parigi e l’altro alla Soas di Londra. Il primo in gol e decostruttivismo degli avversari e il secondo in filosofia teoretica della pratica. E quando la pratica manca, la sua tesina, sull’analisi di Karl Popper, scompare.

PIRLO 6 Appena ha riposto Open, l’autobiografia di André Agassi, sulla panchina, la squadra ha cominciato a giocare meglio. Ha osservato, invece di urlare, perché non è il padrone isterico e dispotico che vuole comandare i suoi giocatori con il Joypad. Vuole vederli aggregarsi assieme come particelle elementari che vanno a formare un atomo e che poi in quanto corpo, vincono. Dopo il terzo gol è andato a leggere i ringraziamenti del libro: e no, Pirlo Andrea non c’era.

TENET IN THE DARK (Riavvolgiamo il tempo e cambiamo il passato, consapevoli di ciò che è accaduto nel futuro)

La cosa che confonde Buffon e che ha confuso anche me (perché abbiamo quasi la stessa età) è che il Parma giocava con i completi del Como. Il Como ha fatto forse tre anni di serie A.

E allora chi collezionava le figurine, non può certo prendere sul serio una squadra che arriva da passato.

Sarebbe come perdere la Champions League con la Pro Vercelli.

E distratti si continua a giocare, tanto non è il Parma è il Casale una squadra che ha viaggiato nel tempo e non bisogna nemmeno prendersi la briga di marcare. Ma poi finisce che il tempo non muore perché il cerchio non è rotondo e si vince anche 3 a 1.