Juventus-Napoli 2-1, il giudizio di dio: Alex Sandro al rallentatore, Chiellini horror nel finale. Pirlo sembra Albus Silente.
BUFFON 6.5 – Schierato a sorpresa, si era portato da leggere il brutto albo di Tex di marzo, disegnato da un pessimo esordiente. Si noti il disprezzo con il quale lancia l’albo sul bel tiro di Insigne che sfiora la traversa. Per sua sfortuna nel secondo tempo abbandona, dopo le prime pagine, il Maxi Tex appena uscito, a inumidirsi nell’erba: lo regalerà ad Oceano Elkann e ne acquisterà un’altra copia per la propria collezione.
DANILO 6.5 – Ha visto la Signora degli Scacchi e ha deciso: preferisce le serie TV con meno episodi e più concretezza, sia quando gioca in difesa che a centrocampo.
CHIELLINI 4.5 – Il mondo del calcio gli sta stretto e ambisce a quello del cinema; per questo imita Bud Spencer e Terence Hill, e ne stende 2, prima che l’arbitro dia il rigore. Non gli riesce nemmeno una dignitosa replica su Rete 4 e sbaglia costantemente, benché a De Ligt sia vietato, l’appoggio in avanti.
DE LIGT 6 – Quando può passare il pallone in avanti, ha delle belle intuizioni, come la prosa di Philip K. Dick. Quando invece, come da ordine di scuderia, è obbligato a passare la palla a Chiellini, sembra uno dei peggiori apocrifi di Sherlock Holmes che si possono leggere sulla collana del Giallo Mondadori.
ALEX SANDRO 5.5 – La visione dell’orribile Director’s cut della Justice League di Zack Snyder, ne offusca le qualità. Per imitare i, rari, momenti epici del film, sembra muoversi al rallentatore, succube, come il regista, che gira sempre lo stesso film dal 2007, della barocca messa in scena satura, invece che della sostanza.
CUADRADO 5.5 – Alla fine del primo tempo sembra il Django di Franco Nero, nell’ottimo Spaghetti Western originale. E come i suoi nemici che cadevano come mosche ho perso il conto di quanti ne ha saltati. Poi finisce le munizioni e appoggia il pallone in mano al portiere. Il resto della partita è irritante, come Django.
RABIOT 6.5 – Sempre presente in tutte le fasi della partita ha convinto la mamma e, anche con la pandemia, potrà invitare i suoi amichetti a casa e leggere tutte le storie di Paperinik, ma solo se si impegna anche contro il Genoa.
BENTANCUR 6 – Sentieri (la telenovela) è andata avanti per 18.262 puntate e lui in una partita potrebbe riuscire a fare lo stesso numero di passaggi indietro. Diversamente dal match con il Porto stasera ne sbaglia davvero pochi.
MACKENNIE 5.5 – Chi? Ah, ma sì. A un certo punto c’era anche lui.
CHIESA 7 – Corre. Salta. Si dimena. Tira in porta. Impegna il portiere avversario. Chiesa non è un alieno, ma il profeta che predica nel deserto. Un po’ come Mosè si fida della voce che sente dentro di lui e, invece di passare la palla indietro, si decide a sacrificare Isacco, e dopo il terzo dribbling, la passa a Ronaldo.
DYBALA 7 – Entra, sprinta e va, e la sua giocata sul gol sembra l’apparizione di Remedios o le 32 rivoluzioni di Aureliano Buendia, in Cent’anni di solitudine. Poi serra i ranghi, chiude le marcature e cerca di prendere qualche fallo.
RONALDO 6.5 – Se per Talete l’arché (l’origine di tutto) era l’acqua, per Ronaldo è il pianeta Terra che, avendo forma sferica, gli ricorda il pallone. In serata gliene capitano un paio. E dopo l’errore a freddo, inaspettato, la seconda occasione è l’arché della vittoria.
MORATA 5 – Ciabatta vari contropiedi perché la deve passare a Ronaldo. Va bene che deve restituirgli la discografia del quartetto Cetra e i libri di EL James, ma come ha, giustamente, commentato la critica, mai il sesso era stato descritto in maniera così noiosa.
PIRLO 6 – Alle volte sembra Albus Silente, e alle volte il Mago Forrest. Ieri era nella versione Silente: saggio e capace e azzecca anche l’entrata in campo di Dybala. Contro il Benevento e il Torino aveva lasciato fare al suo alter ego. Chi siederà in panchina contro il Genoa?
TENET IN THE DARK (Riavvolgiamo il tempo e cambiamo il passato, consapevoli di ciò che è accaduto nel futuro)
Mariani ha deciso che al VAR non ci va. Certo, è una scelta; come quella di non uscire con una ragazza bellissima, che ha voglia di stamparti un bacio sulle labbra, ma che porta l’apparecchio.
Eppure gli episodi, da andare a rivedere, sarebbero più d’uno.
Ma se c’è perché non usarla?
Riesce a scontentare tutti, grandi e piccini, come gli ultimi due film di Shrek, che sì, si potevano vedere, perché alla fine il risultato quello era, però non facevano ridere come il primo e il secondo