Juventus, Morata: “Totti, certe cose non si dicono”
Ha solo 21 anni, ma Alvaro Morata sta dimostrando alla Juventus di essere un calciatore e un uomo molto maturo. Probabilmente più di chi, nonostante una grande carriera alle spalle, grida al complotto ad ogni sconfitta aizzando i violenti. All’indomani della vittoria dei campioni d’Italia sulla Roma, Morata ha risposto alla convocazione della nazionale Under 21 spagnola. Proprio dal ritiro dei giovani iberici, Morata ha risposto alle domande di ‘Goal.com’, partendo dall’espulsione avvenuta nel finale di gara:\r\n
Non ho fatto nulla – dice Morata – , è stata una decisione davvero strana… Sono entrato duro, ma in una partita così bisogna essere duri. La mia squadra aveva bisogno di aggressività per affrontare i nostri avversari. Nell’azione precedente mi hanno spinto contro i cartelloni pubblicitari, questo è il calcio. Non capisco però la reazione di Manolas, anche loro ci stavano picchiando. Io sono rimasto fermo senza far nulla, l’importante è aver vinto. Siamo primi, sono felice.
\r\nLe polemiche che sono seguite al big match tra Juve e Roma, hanno sorpreso Morata, non abituato a tanto livore e a tanto odio nei confronti della sua squadra:\r\n
Se loro avessero vinto – continua Morata – non avrebbero detto nulla. E’ stata una gara molto calda, non è facile assimilare una sconfitta in una sfida così importante, soprattutto se arrivata negli ultimi minuti… Totti è un grandissimo giocatore, storico. Ma non avrebbe dovuto dire quelle cose.
\r\nQuanto al suo ambientamento in bianconero, Morata conferma di aver patito inizialmente gli allenamenti da marines:\r\n
L’unica cosa è come ci si allena lì, sembra di allenarsi per la guerra. Non c’è alcun recupero. E’ un allenamento molto fisico. Però mi sto ambientando bene anche sotto questo punto di vista. Adesso all’80’ sembra siano passati solo 50 minuti di gara. All’inizio tutta questa fatica ti costa, ricordo che dovevo sedermi alla fine degli esercizi anziché fare stretching. Perché non ne potevo più. Ma tutto questo lo si fa per il bene della squadra. Abbiamo una grande squadra – ribadisce – e possiamo fare grandi cose. Chi mi ha impressionato di più? Forse Roberto Pereyra. Lo conoscevo da quando lo vidi giocare ai Mondiali U20, ma non da così vicino. E’ un giocatore che ha senza dubbio un grande futuro. Ora è stato convocato nell’Argentina e sicuramente dimostrerà anche lì tutte le sue qualità.