Juventus-Milan: squadra in caduta libera

Dai giudizi su Juve-Milan si salva solo de Ligt, il resto è un pianto greco, con l’allenatore senza più scuse

Juventus-Milan: troppi bianconeri a disagio, sembra di vivere un incubo.

SZCZESNY 6 – Incubo di una notte di mezza primavera sarebbe stata un’ottima opera di Shakespeare, ma il grande bardo preferiva le amichevoli estive. In una serata in cui si perde 3-0 il portiere non può essere esente da critiche, anche se para un rigore. E allora sale anche lui sul carro degli sconfitti.

CUADRADO 5 Ormai è la copia sbiadita di ciò che era a inizio anno. Resta indeciso per tutta la partita. Sembra uno degli spaghetti western uscito fuori tempo massimo: Tex e il signore degli abissi. Oggi usava gli stessi effetti speciali; di cartone.

CHIELLINI 4 – Messo a disagio dalla lettura di Grandi Speranze di Dickens e, cosciente che il consiglio di Del Piero, di leggerlo a inizio carriera fosse corretto, non ne combina mai una giusta; ma da settembre. Complice anche il salto a braccia larghe, come gli uccelli di Angry bird.

DE LIGT 6 – Il futuro: testa alta e sguardo attento, anche quando è circondato da volumi che sono stati stampati solo per favorire la deforestazione; i suoi compagni di squadra sono stereotipati come i romanzi di Barbara Steele, e le principesse tutte sensibili come Biancaneve che dorme. La nave affonda e i topi scappano, facciamolo capitano.

ALEX SANDRO 4.5 – Ha ordinato i fumetti e adesso sta vedendo la serie di Jupiter Legacy. Come Sheldon (Cooper e Sampson- protagonista della serie) si chiede se valga la pena produrre una serie del genere, 35 anni dopo Watchmen, e con dei personaggi “cool” e simpatici come un manganello della polizia che si agita sulla nostra schiena.

BENTANCUR 5 – Friends era una bella serie. Dopo dieci anni però alcuni cliché hanno cominciato a stancare, così come i suoi errori e le sue insicurezze. Se non si è capaci di tirare, dal limite dell’aria, con la porta spalancata, ma si continua a controllare la palla, significa essere come Rachel: alla fine non sa nemmeno lei chi vuole e che cosa vuole…

RABIOT 5 – Scende in campo ancora scosso dalla lettura di Cappuccetto rosso. Quando legge questo genere di libri passa, buona parte della partita, nascosto sotto la coperta.

MCKENNIE 4.5 – A scuola dallo stregone è uno dei testi base della New-Age anni ‘90. E lui ispirandosene sparisce dal campo per meditare. Certo, come detto dal mister è molto più obbediente e ha perso peso.

CHIESA 5.5 – Umano troppo umano. Dopo la partita dell’andata che aveva convinto tutti basta questa prova Nietzschiana per riportarlo sulla terra. Però è l’unico nella squadra a opporsi al retropassaggio, puntando l’avversario. Fin quando è stato in campo, qualche settimana fa, era l’unico a giocare.

KULUSEVSKI 5 – Ci mette foga e passione. Ha appena finito di vedere Mila e Shiro; eppure non si fa impressionare dal capitano della sua squadra e non prova il bagher in attacco.

DYBALA 5 – Sperando che l’anno prossimo possa tornare quel che era l’anno scorso.

MORATA 4.5 – Un colpo di tacco. Stava leggendo la saga di Anita Blake, che fino al sesto era un tranquillo Urban Fantasy. Dal settimo in poi diventa una collezione di avventure erotiche paranormali e di esperienze sessuali fuori dal normale. Un colpo di tacco.

RONALDO 4 – Con ogni probabilità ha raggiunto quella pace dei sensi che ne contraddistingue l’accettazione della fine della carriera di calciatore. E in quanto epicureista si rassegna e accondiscende, come ogni uomo che è costretto ad accettare la morte. Dribbling riusciti 0. Passaggi riusciti 0.

PIRLO 4 – Scoprire che Faletti ha scritto più di un libro, lo ha ringalluzzito. E anche se gli unici due lettori al mondo che non avevano capito chi fosse il colpevole di “io uccido”, siamo io e Pirlo, questo non lo giustifica: dopo un anno, non ha ancora capito che assetto dare a questa squadra.

La Juve era in caduta libera, il Milan non sembrava da meno. In attesa che pubblichi una nuova parte della sua autobiografia che racconti di quest’anno e dei prossimi, in cui si dedicherà alla produzione del vino, fa già sfregare le mani al suo agente. Quello letterario, perché come allenatore, se non ha finito qua, credo manchi davvero poco.

TENET IN THE DARK – (Riavvolgiamo il tempo e cambiamo il passato, consapevoli di ciò che è accaduto nel futuro)

Cosa sia successo negli ultimi due anni è un mistero insondabile. Da squadra finalista della Champions League a branco di inutili carpentieri (con tutto il rispetto per i carpentieri).

Quando ancora esistevano i paesi comunisti non era raro incontrare squadre formate da onesti operai che si allenavano e senza straguadagnare riuscivano a tenere testa alle blasonate squadre occidentali.

Ieri sera la Juve ha dato quest’impressione. Un gruppo di operai, presi di peso dalla catena di montaggio di Mirafiori, messi sul campo senza essersi mai visti prima. Se così fosse ci sarebbe da fare tanto di applausi.

Eppure Pirlo aveva visto i giocatori sul pezzo.
Quale non si sa.