Juventus-Milan: all’Olimpico per la quarta Coppa Italia consecutiva

Juventus-Milan: l’analilsi tattica della finale di Coppa Italia 2017-2018. Ormai è inutile nascondersi dietro un dito: la Juventus ha praticamente conquistato il tanto anelato settimo scudetto consecutivo. L’aritmetica, al momento, attesta il contrario, ma ai bianconeri basterà un solo punto nelle ultime due gare di Serie A per diventare nuovamente Campione d’Italia, questo dopo la vittoria casalinga contro il Bologna, ma soprattutto grazie al pareggio interno del Napoli con il Torino. Adesso, riflettori puntati sulla finale di Coppa Italia da disputare all’”Olimpico” di Roma. Al netto dell’unica assenza di Giorgio Chiellini, Max Allegri avrà a disposizione tutti i suoi uomini.

Dalle indiscrezioni che filtrano dall’ambiente bianconero, l’allenatore labronico starebbe pensando a un 4-3-2-1 così schierato: Buffon; Cuadrado (Lichtsteiner), Barzagli (Rugani), Benatia, Alex Sandro; Khedira, Pjanic, Matuidi; Douglas Costa, Dybala (Mandzukic); Higuain. Rino Gattuso, orfano del solo Conti, infortunato di lungo corso, dovrebbe varare l’abituale 4-3-3 formato da: Donnarumma; Calabria (Abate), Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Kessié, Locatelli, Bonaventura; Suso, Cutrone (Kalinic), Calhanoglu.

Juventus-Milan: gli approfondimenti tattici

Juve e Milan giungono a contendersi la Coppa Italia in una condizione fisica tutt’altro che smagliante. La Vecchia Signora non è assolutamente brillante sotto l’aspetto atletico, ma i rossoneri, forse leggermente meglio dal punto di vista fisico, non si possono considerare certo al top della forma. I bianconeri, in fase di possesso, avranno l’obbligo di commettere il minor numero possibile di errori tecnici specialmente in fase di uscita e di rifinitura, criticità che in questa annata, purtroppo, si è evidenziata in troppe occasioni. Inoltre, dovranno far circolare il pallone spostando continuamente il gioco da un lato all’altro, con rapidità, intelligenza ed efficacia.

Altro concetto da sottolineare è la ricerca improvvisa della verticalità, come si è visto a tratti (nel primo tempo) contro il Bologna. Pjanic dovrà essere abile a verticalizzare repentinamente per tentare di sorprendere il tandem centrale formato da Bonucci e Romagnoli. In fase di non possesso, Madama dovrà limitare gli inserimenti senza palla e le percussioni di Bonaventura, molto bravo ad attaccare gli spazi. Ma i due pericoli maggiori, ad oggi, considerando anche la qualità delle loro prestazioni, sono rappresentati da Suso e Calhanoglu. Il primo, in possesso di un mancino educatissimo e velenosissimo, è  in grado di saltare l’uomo e creare la superiorità numerica con estrema facilità, oppure di convergere verso il centro per battere a rete. Lì, la catena di sinistra bianconera, avrà il compito di impedire allo spagnolo giocate semplici,  specie a campo aperto. Il turco, invece, è capace di trovare la porta con soluzioni di potenza e precisione dalla distanza. Per questo, i centrocampisti di Allegri dovranno alzarsi e accorciare con ferocia sull’ex Bayer Leverkusen per non consentirgli di calciare liberamente da 25-30 metri. JuventusMilan è sempre una partita fascinosa, per ovvie ragioni. Questa finale, per le due squadre, rappresenta due obiettivi differenti: per la Juve, virtualmente, significherebbe il quarto double di fila, record letteralmente strepitoso, per il Diavolo, invece, sarebbe un trofeo importante che salverebbe una stagione, al momento, praticamente fallimentare, visto e considerato soprattutto gli oltre 200 milioni investiti sul mercato e l’attuale sesto posto in classifica. Dunque, le motivazioni, sia da una parte che dall’altra, non mancheranno assolutamente. E il responso del rettangolo verde, come al solito, regnerà sovrano.

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Pubblicato da
Stefano Dentice