Juventus-Milan di Coppa Italia il 27-28 maggio: l’ipotesi che lascia perplessi

Il calcio pensa di partire addirittura prima del 31 maggio: tre giorni prima si giocherebbe Juventus-Milan, semifinale di ritorno di Coppa Italia

Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ha dichiarato ieri che scienza o non scienza il calcio ripartirà e la prima partita potrebbe essere Juventus-Milan. Prima ancora del campionato, infatti, la cui ripresa è prevista per il 31 maggio, si dovrebbe giocare la semifinale di ritorno di Coppa Italia tra i campioni d’Italia e i rossoneri, con la gara d’andata terminata a San Siro con il punteggio di 1-1. Un’ipotesi che lascia perplessi se non addirittura interdetti, perché c’è una voglia matta di ripartire rapidamente senza vagliare tanti aspetti, per prima cosa relativi alla sicurezza e alla salute. Elementi che se non valutati attentamente, andranno inevitabilmente anche a falsare le competizioni.

Juventus-Milan: bianconeri senza 3 giocatori?

La Juventus ha due guariti da coronavirus (Rugani e Matuidi) e uno (Dybala) che ancora attende l’esito negativo di due tamponi consecutivi. Secondo il dottor Castellacci, per questi giocatori serviranno esami più approfonditi per capire se e quando potranno scendere in campo, se il Covid-19 ha lasciato in loro conseguenze permanenti o comunque a lungo termine. Inoltre, come riferisce oggi la Gazzetta dello Sport, dopo le linee guida emanate ieri dalla commissione medica della Figc solo quattro squadre di Serie A (Juventus, Milan, Lazio e Cagliari) sarebbero in grado oggi di garantire le procedure necessarie a garantire la sicurezza dei calciatori e di tutti gli altri attori che saranno coinvolti nelle partite, anche se si giocassero a porte chiuse.

Diaconale: “Basta non far scendere in campo i contagiati”

Insomma, sembra che alla fine l’unico modo per ripartire sarà quello di chiudere un occhio anche di fronte a falle nelle procedure, lasciando che chi può faccia in controlli e chi no invece vada in campo a rischio e pericolo proprio e degli altri. In tutto ciò, Arturo Diaconale, portavoce della Lazio, non è preoccupato, anzi sostiene che “L’unica vera garanzia per tornare a giocare è che in campo non scenda un giocatore contagiato”. Insomma, è importante per l’esponente laziale che prima della partita si verifichi che non ci siano tesserati contagiati e qualora ci fossero, basterà eliminarli dalla distinta e il gioco è fatto. Chi se ne frega della regolarità della competizione, magari prima di un match Juve-Lazio vengono fuori 5-6 calciatori contagiati, ma la partita si può svolgere regolarmente. Vero Diaconale?