Juventus-Lazio 3-1, le pagelle acculturate della sfida di ieri sera.
SZCZESNY 6.5 A inizio partita aveva deciso di portare con sé Guerra e Pace. Il suo rapporto con questo libro è tormentato: lo ha iniziato a leggere ben quattro volte senza mai riuscire a finirlo: alle scuole medie, a quelle superiori, e prima di vincere la community Shield con Ramsey. Viene spiazzato da Correa perché, attonito e immerso nella lettura, stava appoggiando il testo di lato, alla sua sinistra. Poi, ordinaria amministrazione.
CUADRADO 6.5 All’inizio si sorprende da solo, sbagliando un passaggio all’indietro. Aveva la testa ancora a Sanremo: tifava per la vittoria di Fausto Leali, senza aver capito che era solo un ospite, e si era divertito a vedere Achille Lauro che gli ha ricordato il carnevale di Rio, a cui spera di partecipare entro due anni.
DEMIRAL 6.5 In ginocchio dopo il gol: una scena che lui ha visto più volte. Sembrava James Dean in Gioventù Bruciata o Bobby Solo in coppia con Little Tony. Poi si trasforma in Orietta Berti e si lascia inseguire da tre volanti della polizia utilizzando tutto il repertorio: facce brutte, entrate scomposte e anticipi.
ALEX SANDRO 7 Quando la Juve prende il primo gol pensavamo di stare assistendo a una Civil War. Ronaldo (Capitan America) a guidare gli scontenti e Chiellini (Iron Man) a difendere la società. Schermaglie in panchina, sguardi tesi. Invece lui da buon Occhio di Falco mette ordine e grinta. I suoi Avengers non sono quelli spettacolari dei successi cinematografici, ma onesti artigiani e zappatori che, orgogliosi, portano a casa la pagnotta.
BERNARDESCHI 6.5 Uno Spezia non fa primavera ma, a parte quella brutta discesa in fallo laterale, ci mette il suo. Paratici gli ha messo a disposizione la sua biblioteca e lui, dopo la lettura di Conrad, è passato ai racconti di Edgard Allan Poe. La maschera della morte rossa lo ha rinfrancato: meglio rimanere a Torino a fare il gregario o andare all’Entella a giocare a Tresette?
CHIESA 7 Pochi fronzoli, come gli alieni che arrivano e conquistano la terra nell’invasione degli ultracorpi. È uguale agli altri, parla come tutti i suoi compagni, si muove come loro, ma corre più velocemente. Uno come lui non è un’Ivana Spagna qualsiasi, a Sanremo non ci va per scelta.
RAMSEY 6 Lui adora Kinsella e gli piace Fabio Volo. Dopo aver partecipato a un corso di scrittura creativa, in cui ha scritto il racconto il retropassaggio (molto apprezzato da Massimiliano Allegri), non è stato più lo stesso: gioca come scrive o il contrario.
DANILO 6.5 All’inizio mi sono chiesto cosa ci facesse a centrocampo. Poi ho sentito che Fedez era stato invitato a Sanremo e ho capito. Fino al 22esimo sembrava l’ultima stagione di Lost: ma se non sai come terminare una serie, come hai ottenuto i soldi per realizzarla? Poi si riprende e gioca come le precedenti 5 stagioni della serie TV: sicuro, solido, arrogante.
RABIOT 7 Ieri ha fatto l’ometto, il padrone di casa. Lecca-lecca e balocchi a profusione e l’impressione di essere sempre in controllo, con la palla tra i piedi. E oggi come premio la mamma lo porta al luna park, con le macchine da scontro e lo zucchero filato. Fellini avrebbe apprezzato le sue qualità.
MCKENNIE 6 Venti minuti a obbedire alle tre leggi della robotica di Asimov e quelle del retropassaggio di Pirlo.
KULUSEVSKI 5 Quando sbaglia quella palla era il maestro Muten, turbato, che perde sangue dal naso, dopo aver chiesto a Bulma di mostrargli le mutandine. Poi come Son Goku, cerca di farsi perdonare da Pirlo per non finire nelle sue prigioni; tanto impegno e tanta confusione.
RONALDO SV Esulta: eureka, quando entra; una buona sgambata per prepararsi a martedì. Riflette quindi gioca, ma è una monade estranea al resto dell’organismo.
MORATA 7 Un assist due gol, un quasi gol. Possiamo chiedergli di più? Pare sia merito (anche questo) di Ronaldo che una sera l’ha invitato a cena e gli ha mostrato la sua biblioteca: insieme ai classici della storia della filosofia e del pensiero umano, alla raccolta dei vinili di Ricchi e Poveri e Michele Zarrillo, ha trovato anche la collezione completa di Corna Vissute. Portati a casa e immediatamente divorati. Il dunque e non il preambolo.
PIRLO 7 Per i primi 20-25 minuti resta in panchina a studiare il testo di Madame che avrebbe vinto il premio della critica a Sanremo. Al ventiduesimo, annoiato, riprende in mano “le due torri” dal punto in cui lo aveva abbandonato: l’assedio del fosso di Helm. Mentre, inaspettatamente, Rabiot segna, lui sottolinea alcune righe del libro. Nello spogliatoio legge il discorso del nano Gimli e la squadra nel secondo tempo, cambia passo.
TENET IN THE DARK (Riavvolgiamo il tempo e cambiamo il passato, consapevoli di ciò che è accaduto nel futuro)
Oggi il Var non c’era. Era in vacanza. In area della Lazio accade di tutto: in previsione delle vacanze estive ci si allena per partite di beach Volley, poi Morata viene invitato a un picnic, eppure nessuno va a controllare.
Pare che come avviene qui da me, in Sierra Leone, sia andata via la corrente, e allora si segue la finale di Sanremo.
Chi tifa per Ermal Meta e chi per Willie Peyote; il risultato è che vincono i Maneskin. Massa di Imperia il rigore lo ha dato a loro.