Ieri pomeriggio si è consumata un’interminabile riunione del Cda bianconero, “dominus” Jean Claude Blanc, ospitata di lusso per Roberto Bettega, il tornante più famoso d’Italia. Un passaggio quasi obbligato, anche se dopo tre anni di esperienza e di errori, alla Juventus hanno deciso di sburocraticizzare la società per evitare che l’acquisto di una risma di fogli debba passare prima dal comitato sportivo, poi da quello etico, infine dal Consiglio di amministrazione. In fondo, per proiettarsi sempre di più nel futuro, si finisce per avvicinarsi sempre di più al passato, anche se la nostalgia – musicalmente canaglia – è bandita da qualsiasi discorso nella sede di corso Galileo Ferraris e, salendo di rilevanza, in corso Matteotti (Exor).\r\nSnellire è la nuova parola d’ordine. Adottata come slogan dall’intero management, che ha bisogno di mani libere per poter operare scelte rapide senza dover sempre consultarsi a 360 gradi con il rischio di falle nella tenuta dei segreti. Oggi alla Juventus lavorano in tre e decide uno solo, Blanc. Il quale ricopre tre cariche (presidente, ammini-stratore delegato, direttore generale) non per scelta ma per necessità. Nei programmi originari, anzi nel progetto originario, la prima non era di sua competenza, anche perché il manager francese non ha mai ambito alla carica che è stata ricoperta in passato da personalità illustri come Boniperti, Chiusano e Grande Stevens. Però se n’è dovuto assumere gli oneri e gli onori in attesa che Lippi concludesse la sua missione azzurra. Questo, del resto, era il percorso disegnato sulla tovaglia di un noto ristorante ligure la primavera scorsa.\r\n\r\nDi Vittorio Oreggia per Tuttosport