La Juventus è stata potenzialmente vittima di una strategia criminale volta ad intimidire la società: è quanto riferisce un’informativa dei carabinieri inviata alla Procura di Torino nel 2014. Ne parla ‘Tuttosport’, che tornando a tre anni orsono, riferisce che i militari avevano lanciato l’allarme sulla possibilità che la Juventus Fc finisse vittima di un’estorsione. Insomma, un quadro assai diverso da quanto descritto in questi giorni da altre fonti giornalistiche, che hanno addirittura associato il presidente Agnelli a boss mafiosi. Il diretto interessato ha negato tutto, il procuratore federale ha smentito di aver proferito certe parole, ora spunta una versione assai diversa della storia.
Secondo i carabinieri, infatti, era in atto un meccanismo che aveva lo scopo di “estorcere biglietti e ulteriori benefit che per i capi ultras rappresentano una impareggiabile occasione di profitto, che può ulteriormente moltiplicarsi attraverso il reinvestimento di quei proventi in vere e proprie attività criminali”. “Il mondo delle tifoserie organizzate – si legge ancora nell’informativa – nonostante il succedersi negli anni di innumerevoli iniziative per la creazione di un ambiente sano, presenta in realtà numerosi lati oscuri in cui spesso convergono interessi economici palesemente illeciti”.
Addirittura, la Juve sarebbe stata oggetto di ricatto tramite comportamenti – cori razzisti etc. – che hanno fatto maturare multe nei confronti del club da parte della giustizia sportiva. Nell’informativa, continua Tuttosport, ci sarebbe anche la testimonianza di un funzionario del club bianconero, sfogatosi con i carabinieri il 16 settembre 2014. Lo stesso, si lamentava del fatto che si fosse costretti a scendere a compromessi per ottenere un comportamento civile da parte di alcuni gruppi organizzati di tifosi.