Guardate che abbiamo cambiato il comandante, ma anche con il nuovo allenatore si lavora tantissimo. E non è che Allegri urli tanto di meno nello spogliatoio. Non vedo così tanti problemi – puntualizza Marchisio – , come sento in giro. Allegri e il suo staff si sono inseriti bene e hanno trovato un gruppo unito e pronto a sacrificarsi. Siamo ripartiti con nuove idee e un sistema di gioco diverso, che però conosciamo. Negli ultimi due anni abbiamo vinto con il 3-5-2, ma il primo anno ci siamo imposti con il 4-3-3. La difesa a 4 la conosciamo: un minimo per riprendere certi meccanismi è normale. Neanche le amichevoli mi sono sembrate così problematiche: con il Milan la prova è stata ottima, ma abbiamo concesso qualche contropiede di troppo.
\r\nLe amichevoli, dunque, sono da prendere con le pinze, la Juventus dovrà essere valutata dal primo impegno ufficiale in poi, esattamente come è avvenuto gli anni scorsi. La tournée asiatica non ha inciso sul lavoro di Allegri:\r\n
Non credo. Mi sembra di rivivere la stessa situazione di un anno fa. In America soffrimmo, disputammo partite al di sotto del nostro livello, poi… Poi al ritorno in Italia abbiamo vinto la Supercoppa e cominciato alla grande. In questa tournée abbiamo viaggiato di più, è vero. Ma il gruppo è lo stesso – continua – , con qualche innesto. A Verona sarà un’altra Juve. I risultati dei test fisici sono ottimi: stiamo bene sia a livello di ritmo che di forza. Prevedere se contro il Chievo saremo al cento per cento, è impossibile. Lo scorso campionato, all’esordio, abbiamo battuto la Sampdoria con un gol di Tevez nel finale. In altri anni è andata ancora meglio. Staremo a vedere. Adesso è importante sfruttare questi giorni per continuare a lavorare sulle nuove idee dell’allenatore.
\r\nTra le novità di Allegri, c’è anche Marchisio più avanzato…\r\n
Sono abituato a ballare in ruoli diversi – ammette Claudio – , sono duttile e disponibile ai cambiamenti. Contro il Milan sono partito sulla trequarti, ma non era un albero di Natale classico: in fase difensiva stavo davanti a Pirlo per dare copertura. Cerco di stare tra le linee per fare molto più possesso palla. E’ una cosa diversa rispetto ai tempi di Conte, quando avevamo un gioco molto più programmato. E’ un’idea diversa: dobbiamo lavorarci, ma non così tanto. Allegri ci ha fatto capire che non ci soffermeremo su un unico modulo: abbiamo una rosa di qualità che ci permette di variare identità durante la partita. Al Tim mancava Llorente. E Morata non è ancora rientrato. Mi aspetto una grandissima stagione, vogliamo difendere i tre scudetti vinti e compiere un bel percorso in Europa. Lo scudetto lo baratterei solo per vincerla, la Champions.
\r\nDopo tre scudetti, l’obiettivo non può non essere quello di arrivare fino in fondo alla Champions, anche se le big europee continuano a spendere vagonate di milioni acquistando top player, mentre a Torino gli investimenti per il mercato… Il modello, dunque, può essere quello dell’Atletico Madrid:\r\n
Noi non siamo tanto da meno dell’Atletico. Con un pizzico di fortuna in più potevamo vincere l’Europa League – sostiene Marchisio – , a maggio. Non siamo così lontani dalle prime otto d’Europa. Poi è ovvio: le difficoltà economiche nel calcio italiano ci sono. Più si scende di categoria, più aumentano. Ciclo finito con Conte? E’ sbagliato parlare di ciclo finito. E’ la Juve che lo continua: la nostra indole ci impone di vincere ancora. Conquistare il quarto scudetto consecutivo è difficile, ma noi vogliamo riuscirci. Le rivali sono tante: la Roma su tutte, ma vedo anche Inter, Milan, Napoli e occhio alla Fiorentina. Ci piacerebbe conquistare anche la decima Coppa Italia juventina.
\r\nConte ha lasciato la Juve un po’ a sorpresa, ma Marchisio lo ritroverà come CT della nazionale:\r\n
Sono state una sorpresa, anche perché sono arrivate al secondo giorno di ritiro. Rispetto la sua scelta, mi ha anche spiegato le motivazioni: ma questi sono discorsi privati. Di sicuro – prosegue – , non è il tipo che può andare avanti da allenatore e da juventino se non si sente al cento per cento. CT della nazionale? Sarà un ruolo nuovo, per lui. Ma è l’allenatore giusto per le idee di calcio che ha. Avrà più tempo per organizzare tutto. Il compito è simile a quello di Prandelli che prese l’Italia dopo il fallimento al Mondiale in Sud Africa e ci preparò per l’Europeo, dove ci laureammo vicecampioni.
\r\nGli ultimi giorni di mercato?\r\n
I grandi campioni sono sempre i benvenuti. Prendere uno per fare numero non ci serve – conclude – : la rosa è ampia.