Juventus – Inter 3-1, le pagelle: bianconeri a tratti straripanti
Tutto troppo facile per la Juventus che batte l’Inter 3-1 e si permette pure il lusso di concedersi distrazioni di fronte alla pochezza della squadra di Walter Mazzarri. Un aspetto della serata che non sarà di certo piaciuto ad Antonio Conte. In ogni caso, la Juve conquista tre punti fondamentali, anche perché la Roma rimane al palo rinviando la partita con il Parma. Quando verrà recuperata, quella gara potrebbe essere ininfluente. Le pagelle:\r\n\r\nStorari 6: Voto politico. Con gli avversari che non riescono mai ad impegnarlo con occasioni realmente pericolose, deve soltanto preoccuparsi di rinviare il pallone per i compagni e richiamarli ad una maggiore attenzione. Sulla rete di Rolando avrebbe potuto trovarsi in una posizione sicuramente migliore, ma le responsabilità effettive sul gol del difensore, non sono di certo sue.\r\n\r\nLinea difensiva 7-: Insormontabili. Per circa 65 minuti di gioco suonati riescono ad impedire ogni possibile sortita offensiva agli uomini di Mazzarri, che solo attraverso le solite (ma stasera rare) disattenzioni di Bonucci riescono ad avvicinarsi alla porta di Storari. Barzagli ha dimostrato di essere ancora una volta la certezza del reparto e molto ha infatti pesato la sua assenza nell’ultima mezz’ora di gioco. Chiellini sembra essere tornato quello dei giorni migliori e puntuali sono state le sue chiusure sui Palacio e Alvarez di turno. Molto preciso anche in fase d’impostazione, è riuscito addirittura a timbrare il cartellino con un gran destro da dentro l’area di rigore, portando così al doppio vantaggio i bianconeri e incrementando a 3 il suo bottino stagionale di reti in campionato. Un gradino sotto è stata invece la prestazione del terzo centrale di difesa, Bonucci, che nonostante se la sia ben cavata nella circolazione della palla e nello stoppare le offensive avversarie, si è concesso ancora una volta qualche libertà di troppo compiendo un paio di ingenuità grossolane a squadra in uscita. Per sua fortuna lì davanti Palacio sta attraversando un momento no e pertanto nulle si sono rivelate queste sue sbadataggini da 4 in pagella. Per quanto riguarda l’ultimo centrale in campo ieri sera, possiamo utilizzare, ad essere buoni, l’attenuante di dover essere entrato in corso d’opera “a freddo”, non avendo la benchè minima possibilità di riscaldarsi e fare il proprio ingresso in campo con la giusta concentrazione. Di falle clamorose che avrebbero potuto compromettergli il voto in pagella non ce ne sono state, ma certamente da uno come Caceres ci si aspetta qualcosina in più in fase di contrasto (su Alvarez soprattuto). Sue sono poi le responsabilità sulla rete in mischia dei nerazzurri, dove poteva indubbiamente servirsi di maggiore cattiveria su una palla vagante in area di rigore.\r\n\r\nCorsie laterali 7.5: Straripanti. Se durante il pre-partita vi domandavate quale zona del campo si sarebbe rivelata decisiva per la vittoria di una delle due squadre, ieri sera avete avuto la risposta. Sia su una fascia che sull’altra, la Juventus ha dimostrato di possedere una netta e incontrastata padronanza territoriale, travolgendo come con dei fiumi in piena gli inermi esterni dell’undici nerazzurro. Imprendibili quando lanciati in contropiede, sono riusciti quasi sempre nell’impresa di saltare l’avversario frontale, creando quella superiorità numerica che tanto serve alla manovra bianconera per allargare le maglie rivali. Se da una parte Asamoah non è riuscito a trovare la rete nonostante diversi spunti interessanti, dall’altra il tornante di versante opposto è riuscito pure nel compito di battezzare la porta, concludendo con un preciso colpo di testa, un grande inserimento senza palla alle spalle della difesa. Anche in fase di copertura l’apporto dei due esterni non è di certo mancato e anzi più di una volta li abbiamo visti inseguire l’avversario con la palla per metri e metri di campo. Senza ombra di dubbio, gli uomini in più di questa Juve.\r\n\r\nLinea mediana 7+: Anche qui non c’è stata partita. Fin dai primi istanti di gara il terzetto bianconero ha improntato i propri ritmi di gioco all’andamento del match, impadronendosi spietatamente delle chiavi di gioco. In fase d’impostazione Pirlo e company sono stati liberi di fare il bello ed il cattivo tempo, sciolti da qualsiasi marcatura asfissiante e nettamente al di sopra della mediana nerazzurra. Vidal ha messo piede praticamente in ogni zolla del terreno di gioco, iniziando prima come mezz’ala sinistra, poi come destra, e sfiancandosi dall’area di rigore avversaria fino alla propria. Nelle trinagolazioni col compagno, nel recupero della palla e in fase realizzativa è stato ampiamente il migliore dei suoi, disputando per l’ennesima volta una prestazione di elevatissimo profilo. Pirlo, dopo qualche panchina nelle ultime giornate, è riuscito a riprendersi con silenziosa determinazione il ruolo di regista, mostrando come non si vedevano da parecchio tempo, quei lanci calibrati al millimetro per il compagno nello spazio. Proprio da un’azione del genere si è sviluppata la rete del vantaggio bianconero, con quella serie di movimenti mnemonici che ricordano tanto le giocate strepitose del primo scudetto contiano. Come suo solito, l’apporto in fase di copertura non è affatto mancato e anzi tantissimi sono stati i palloni sporchi recuperati e trasformati in azioni d’attacco. Per quello che è stata la partita di Pogba, vanno fatte assolutamente delle doverose precisazioni, analizzando concretamente la gara disputata. Nel recupero della palla e nel fare densità in mezzo al campo non gli si può imputare indubbiamente nulla, dal momento che la sua è stata una prestazione di tanta consistenza e intensità per gran parte dei 90 minuti di gioco. Anche in fase d’impostazione e avvio di manovra è risultato assai preciso, sbagliando solamente un paio di giocate e concretizzando al meglio i palloni che gli venivano serviti. I punti, invece, sui quali si potrebbe forse discutere, riguardano quei disimpegni e quei dribblign che troppe volte lo hanno visto rischiare in settori nevralgici del campo di perdere ingenuamente la palla. Seppur infatti riesca perennemente nella giocata ad effetto, certe volte pecca di eccessivi virtuosismi, quasi si compiaccia (e molto probabilmente è così) delle qualità e dei mezzi tecnici che possiede. Ovviamente sono piccoli eccessi dovuti alla giovane età, e che Conte riuscirà di certo a limare a suon di sgridate e tirate d’orecchio, ma vederlo spesso rischiare a difesa scoperta di perdere un pallone pericoloso, reca ogni volta un colpo al cuore.\r\n\r\nFoto Getty Images – Tutti i diritti riservati\r\n\r\nLinea d’attacco 7: Generosi. Per tutti i 90 minuti di gioco (85 circa Llorente) si dedicano con grande sacrificio alla causa della squadra, lottando, arretrando, ripartendo e inventando manco avessero ricevuto da Conte i compiti da centrocampista (e forse così è stato). Se in zona gol il loro apporto è mancato (attenzione, nel senso che loro due nello specifico non sono riusciti a gonfiare la rete), nella costruzione della manovra, nell’allargare le maglie avversarie e nel favorire le 3 reti, il loro contributo è stato fondamentale. Tevez non riesce da qualche giornata a trovare la via del gol, ma ieri sera solo un grande doppio intervento di Handanovic gli ha negato il 12esimo centro in campionato. Llorente non ha avuto grandi occasioni per poter cercare la porta, ma strepitose sono state le sue aperture sulle fasce per gli uomini di corsia e quel poderoso ingresso in area di rigore che ha portato alla rete di Vidal. Appagante sarebbe invece stato quel tiro di Vucinic se non si fosse abbatutto sul palo alla destra di Handanovic, impedendo quella sfiziosa vendetta che tutti (compreso lo stesso Vucinic) avrebbero voluto vedere concretizzarsi.\r\n\r\nConte 7.5: Partita preparata in maniera impeccabile. La mossa di schierare Pirlo al centro del campo è stata più che azzeccata e la strategia di sviluppare maggiormente il gioco sulle corsie laterali ha portato gli esiti sperati. Dietro la retroguardia ha sofferto in rare circostanze, ma ancora da limare sono le situazioni difensive sui calci piazzati (corner soprattutto). Tolto quel lieve calo di concentrazione verso il finale di partita, comunque, una vittoria assoluta.