Juventus-Inter 1-1, pagelle: Chiellini e Bonucci poco lucidi
Juventus-Inter 1-1, le pagelle: la Juve dura solo un tempo e dopo aver dominato l’Inter rischia addirittura di perdere la partita.
Juventus-Inter 1-1, le pagelle. La Juve dura solo un tempo e dopo aver dominato l’Inter rischia addirittura di perdere la partita. Dopo il vantaggio, Bonucci e Chiellini si sentono troppo sicuri e si prendono licenze che ci mettono in grosse difficoltà. Forse Allegri avrebbe potuto spendere il terzo cambio mai fatto.
Buffon 6: Lo avreste mai detto che ci sarebbe finito dentro con tutti gli scarpini? Due le uniche situazioni in cui viene tirato in ballo; l’occasione dell’ 1-1 di Icardi e la parata nel finale su bolide sempre dell’argentino. Su quale abbia reagito bene e quale meno non è necessario indagare. È già di per se evidente.
Bonucci 5.5: Prima frazione da dominatore incontrastato, con qualche lancio più sbilenco perché di natura forzata. Ultima mezz’ora completamente scellerata, tra l’errore di posizione sul gol dei nerazzurri e la ripartenza quasi micidiale regalata a Podolski.
Chiellini 5.5: Nessun patema o difficoltà nell’arco di tutta la prima ora di gioco, ma una sofferenza immane dal 64′ minuto in poi. Scarsa concentrazione e superficialità nelle giocate le armi che potevano costare l’harakiri bianconero. Fortunatamente, Icardi è egoista.
Lichtsteiner 6: Sulla sua testa non pesano responsabilità di alcun tipo, e anzi fra la fase di spinta e quella di copertura è sembrato cavarsela discretamente bene come suo solito. Unico appunto che gli si potrebbe far notare, l’eccessiva libertà che in alcuni frangenti ha concesso a D’Ambrosio.
Evra 6+: Nessun errore, nessuno sbaglio, solo tanta lucidità ed una buonissima partita. Il salvataggio finale su un Icardi, che già pregustava il sapore dell’uno contro uno, è l’emblema della sua prestazione.
Marchisio 6.5: Lo spostamento sulla destra non gli crea alcun disagio, interpreta alla perfezione il ruolo prefissatogli. Tanto lavoro sporco a recuperar palloni in mezzo e la solita grande gestione del possesso per favorire la fluidità della manovra.
Pirlo 6.5: Poco spazio nella zona centrale del campo? Fa nulla, il pallone se lo va a cercare sulla linea dei centrali di difesa o sulla trequarti campo avversaria. Tanto lavoro anche in fase di copertura ed un paio di cross interessanti da calcio piazzato (angolo).
Pogba 7.5: Sontuoso ed elegante, il miscuglio perfettamente dosato di potenza e raffinatezza. Numeri da capogiro fra mischie di casacche nerazzurre, palloni sradicati da qualsiasi posizione ed in qualsiasi situazione, atteggiamento e cattiveria espressi in campo degni dei migliori encomi. Manca quel pizzico di cinismo letale in più sotto porta, ma a trovarlo in questo campionato (osiamo, o in Europa) uno con le sue doti.
Vidal 7: Trequartista anarchico, anomalo, anticonvenzionale, ma eccome se ci sa fare (se sereno) lì dietro le punte. A volte fa la mezz’ala e recupera palloni nel cerchio di centrocampo, a volte l’incursore e si getta alle spalle della linea difensiva, a volte il trequartista e tenta di spaccare la partita muovendosi tra i reparti. A volte il Vidal ed inventa l’assist per il compagno con un controllo a seguire di tacco.
Tevez 7+: Non solo l’undicesimo centro in campionato, ma anche la solita carica agonistica che lo porta a circumnavigare aree di rigore ed intraprendere coast to coast da parte a parte del campo.
Llorente 6: Ultimamente non segna, e forse nemmeno balla, ma si sacrifica come pochi altri per la manovra della squadra. Sportellate su sportellate coi centrali nerazzurri, movimenti ad uscire per raccogliere gli appoggi ed una vastità di spazi laterali creati per le correnti. Così certi che non sia un attaccante da Juve?
Morata 6+: C’è la voglia, c’è il tempo, ma la squadra dietro balla e di supporto, davanti, ne arriva veramente poco. Lo sforzo è grande, ma i risultati, purtroppo, scarsi.
Pereyra S.V.
Allegri 5.5: Cosa dire, se non che la sua squadra delle esperienze ancora non ne ha fatto tesoro? Certi incontri, certe gare e certe situazioni vanno sfruttate pienamente finché il momento lo permette, battere il ferro, come si suol dire, finché è caldo. Davanti è stato sprecato troppo, dietro la sicurezza è venuta a mancare dopo una rete subita e 25 minuti di tempo a disposizione. Non è certo una crisi questa dell’ultimo mese, e non si tratta nemmeno della famosa “pareggite”, ma sarebbe cosa buona (e soprattutto utile) se da domani Samp e Inter, Gabbiadini ed Icardi, insegnassero qualcosa a chi, ieri sera, ha perso un’altra occasione per tenere lontana la Roma.