Juventus, il pagellone di fine anno: Vidal padrone assoluto

La Juventus archivia un 2013 da incorniciare: dopo il secondo scudetto consecutivo conquistato lo scorso mese di Maggio, Antonio Conte e soci hanno continuato sulla via dei record, risultando assoluti dominatori anche della prima parte del campionato 2013-2014: nonostante manchi ancora un punto per laurearsi campioni d’inverno, i bianconeri possono guardarsi alle spalle ed essere solo soddisfatti per quanto fatto. Il dominatore assoluto dell’anno che se ne va, è senza dubbio Arturo Vidal, sempre più top player; Barzagli la roccia della difesa, Pogba la conferma, Tevez e Llorente i nuovi alfieri offensivi. Ecco il nostro pagellone:\r\n\r\nBuffon 7: Esattamente come nella passata stagione assiste da spettatore non pagante ai successi dei propri compagni, limitandosi al solo compito di rinviare dal fondo quando necessario. Nelle volte in cui viene chiamato in causa, tuttavia, si fa trovare sempre prontissimo e decisivi risultano alcuni suoi interventi nelle partite più bloccate. Unico neo di un avvio di stagione altrimenti eccellente, la debacle clamorosa in terra fiorentina, su cui gravano non poco alcune sue responsabilità. Nonostante le aspre e forse eccessive critiche, comunque, ha dimostrato di essere ancora il migliore. SEMPREVERDE.\r\n\r\nBarzagli 8: Il migliore dei difensori centrali a disposizione di Conte. La costanza e l’impegno che applica in ogni gara lo rendono un giocatore superlativo, in grado di surclassare senza ombra di dubbio qualsiasi avversario incontri. Partendo da Sergio Floccari, infatti, fino ad arrivare a Cristiano Ronaldo, ha dimostrato di poter prevalere contro chiunque, meritandosi, a buon diritto, di essere considerato uno dei miglior difensori d’Europa. L’imponente forza fisica, abbinata ad una discreta velocità e ad un ottimo senso della posizione, lo trasformano in un muro invalicabile, pronto a stoppare le offensive avversarie e a far ripartire l’azione. BALUARDO.\r\n\r\nBonucci 6.5: Alla prima stagione in maglia bianconera si era caricato sulle spalle una caterba di critiche, derivate sopratutto dal costo del suo cartellino, nettamente superiore al rendimento in campo. Col duro lavoro in allenamento tuttavia, e grazie all’abilità di Conte, Bonucci è stato in grado di ritagliarsi un ruolo di prim’ordine all’interno della squadra, assumendosi l’importante incarico di dirigere la difesa. In mezzo a tante prestazioni eccellenti, condite da assist e giocate notevoli, ha tuttavia mostrato alcuni limiti in ambito di concentrazione, peccando troppe volte di sicurezza ed eccessiva superficialità. Queste ingenuità, talvolta ininfluenti, ma in alcuni casi fatali, hanno costato l’andamento di certe partite ed errori di questo genere non possono essere perdonati. Se riuscisse a controllare meglio quel suo “alter ego”, sarebbe sicuramente in grado di trarre un rendimento più elevato. DOUBLE FACE.\r\n\r\nChiellini 7: Grinta, cuore e tanto impegno: questi i punti cardine del terzo difensore a disposizione di Conte, che fa della propria cattiveria agonistica un litemotiv. Dinanzi a qualsiasi avversario incontri mostra sempre la stessa aggressività e mai si lascia sopraffare da eccessi di sicurezza. Durante questa prima parte di stagione lo abbiamo visto spingere anche molto più del solito e tentare in svariate circostanze la triangolazione col compagno. La raffinatezza dei piedi, tuttavia, gli impediscono di rendersi pericoloso, ma la diligenza che impiega in ogni partita disputata è solo da ammirare. ARCIGNO.\r\n\r\nLichtsteiner 7: Fa parte, insieme a qualche altro elemento, del gruppo degli insostituibili, giocatori in grado di dare un apporto alla manovra che nessun altro rincalzo o sostituto sa eguagliare. Su quella fascia destra corre che è una bellezza e quante volte lo abbiamo visto sgaloppare da un’area all’altra per inseguire un avversario o raggiungere un pallone. E’ vero, in fase realizzativa sta rendendo meno della passata stagione e di cross puliti arrivati in mezzo per i compagni non ce ne sono stati una marea, ma l’infortunio che lo ha costretto a saltare non poche partite e i tempi di recupero per riprendere la condizione migliore avranno sicuramente influenzato questa carenza in zona calda. Nonostante tutto, però, resta una pedina preziosissima. IMPRESCINDIBILE.\r\n\r\nVidal 9: Probabilmente non azzardiamo quando lo definiamo il migliore di tutto quanto il gruppo. La sua versatilità, la grinta che mette in campo in ogni gara ed il sorriso che sfoggia in qualsiasi situazione, lo rendono un giocatore straordinario, sicuramente unico tra i suoi colleghi di reparto. Dribbla, inventa, recupera, aggredisce, smista, batte i rigori e segna: un giocatore universale, in grado di giocare in qualunque zona del campo, da mezz’ala a seconda punta e persino come difensore. E’, dopo di Tevez, il bomber della squadra e questo la dice lunga sulla sua ecletticità. Durante queste ultime stagioni si è spesso parlato del “Top player” che mancava alla Juve, quando in realtà quel giocatore decisivo che fa la differenza dentro e fuori dal campo era già nella squadra. INDESCRIVIBILE.\r\n\r\n[jwplayer player=”1″ mediaid=”72054″]\r\n\r\nPirlo 8.5: La luce del centrocampo bianconero, lo stratega di quel gioco arzigogolato che tanto piace a Conte. Dato per bollito all’arrivo in maglia bianconera e in flessione dopo due stagioni straordinarie, il regista bresciano è riuscito a stupire ancora tutti con un avvio di stagione sopra le righe, dimostrando di non avere eguali in quella precisa zona del campo. Le chiavi del centrocampo, forgiate per lui ad hoc, non possono essere mantenute da un qualsiasi altro centrocampista, giacchè privo della sua visione di gioco e di quel tocco di palla mozzafiato. I lanci, delizia per gli occhi, sono sempre calcolati al millimetro e i dribbling tra due o più avversari, vero choc per le coronarie dei tifosi, perennemente efficaci. Probabilmente non riuscirà a vincere il pallone d’oro in questi ultimi anni di carriera (salvo imprevisti), ma già il fatto di arrivare quarto a 34 anni suonati dietro a giocatori del calibro di Messi, Ronaldo e Ribery, può essere solo motivo di orgoglio. MAGICO.\r\n\r\nPogba 8+: Nel giro di un annetto scarso è riuscito a guadagnarsi la stima di tutto il mondo del calcio, dagli allenatori più celebri ai giocatori più affermati. Quella chance arrivatagli in supercoppa contro la Lazio è stata afferrata al volo e da quel momento in poi è riuscito a diventare, partita dopo partita, sempre più impescindibile per Conte. Vederlo giostrare lì in mezzo al campo è un vero e proprio diletto per gli amanti di questo sport e le giocate, talvolta impensabili, che riesce a tirare fuori da quesi suoi piedi fatati sono pura poesia. In mezzo al campo, poi, da un apporto eccezionale, recuperando una miriade di palloni e trasformando ogni sfera guadagnata in un pericolo per l’avversario. I gol, tutti di pregevole fattura, hanno già raggiunto il numero di quelli della passata stagione e fanno ben presagire ad una doppia cifra a fine campionato. Giusto per citare Raiola… MONET.\r\n\r\nAsamoah 7.5: Anche lui, come il suo compagno sull’altra sponda del campo, fa parte di quel famoso gruppo degli “insostutuibili”, dal momento che non ha in panchina rincalzi degni di sostituire la sua assenza in campo. Su quella fascia sinistra è una perenne spina nel fianco e nonostante il più delle volte usufruisca del solo piede mancino per dribblare l’avversario, quasi mai riescono a bloccare le sue sortite palla al piede. In fase di recupero, poi, è sempre preciso e negli occhi di tutti i tifosi è rimasto immortalato quello scatto a tutta foga per riprendere Bale partito in progressione verso la metà campo bianconera. Non farà parlare molto di sè, ma lì in mezzo alla mischia risulta sempre uno dei migliori. DILIGENTE.\r\n\r\nTevez 8.5: E’ arrivato nella calda estate di Torino con la presunzione di chi sa realmente il proprio valore e come il più sfacciato dei talenti di questo sport ha chiesto di indossare una maglia particolarmente pesante: la 10. A suon di gol, prestazioni e tanta tanta grinta è riuscito a far breccia nel cuore dei tifosi, meritandosi col favore popolare di indossare quel cimelio e di portare avanti, nel tempo, la tradizione di quel numero. I gol, 11 fino a questo momento, hanno accresciuto quel peso offensivo che molti davano per scarso in queste ultime due stagioni e la sua grinta, visibile in ogni incontro, quella fame di successi che sembrava scemata nelle prime battute. La classe, poi, è indiscutibile e la facilità con cui inventa giocate ad alto quoziente di difficoltà non fanno che aumentare la stima di tifosi e non per questo fenomeno. MOSTRUOSO\r\n\r\nLlorente 7.5: Doveva essere l’ennesimo bidone arrivato dal calcio spagnolo, l’ulteriore conferma che in Italia i giocatori iberici non possono integrarsi al meglio. E invece, dopo un lungo e travagliato percorso e dopo tanto lavoro in allenamento, il gigante di Pamplona è riuscito a stupire tutti, ammutolendo col suo ruggito le critiche arrivate ad inizio stagione. La condizione fisica, difficilissima da recuperare dopo una stagione fuori rosa, ha giocato un ruolo importante nella crescita di questo ragazzo, che dopo i primi sviluppi è riuscito ad incrementare non solo il rendimento in campo, ma anche la fiducia nei propri mezzi. E così, a ritmo di gol e grandi prestazioni, è riuscito a ritagliarsi un’importante spazio nelle gerarchie di Conte, andando a formare col compagno di reparto Tevez la coppia insostituibile d’attacco. Dotato di una discreta raffinatezza di piedi, e non solo di un eccellente fiuto del gol, Llorente ha consegnato a Conte la possibilità di modificare stile di gioco, passando da un più complesso giro palla fino all’area avversaria ad un più classico cross in mezzo per la punta più avanzata, non disdegnando comunque le triangolazioni tra le due punte e le aperture larghe sulle fasce. L’impegno che impega in ogni partita ,poi, è lodevole e l’umiltà dimostrata in campo in questa prima parte di stagione lo mettono a buon diritto tra i giocatori più amati dai tifosi. REGALE.\r\n\r\nOgbonna 6.5: E’ stato acquistato in estate per completare un pacchetto già di per sè perfetto, ma a cui mancava un solo elemento per essere completato. Nelle prime occasioni in cui è stato chiamato in causa ha mostrato un pizzico di timore, che però è stato spazzato via pian piano nel tempo. Le ultime prestazioni, infatti, hanno chiaramente messo in atto come la sua presenza possa aiutare non poco, nel corso di una stagione, i ricambi dei titolari, dando così l’opportunità agli uomini migliori di poter rifiatare. Troverà sicuramente spazio anche nell’anno nuovo.\r\n\r\nIsla 5: E’ fin troppo lontano dal giocatore strepitoso che eravamo abituati a vedere ad Udine ed ora come ora sembra solo la brutta copia di quello che avrebbe dovuto contendersi con Lichtsteiner una maglia da titolare. L’apporto alla manovra è sempre scarso e la fiducia dei compagni sembra sempre più in calo. E’ vero, nelle ultime uscite ha mostrato dei flebili miglioramenti, ma non sono ancora abbastanza per ritagliarsi un posto in questa squadra.\r\n\r\nPadoin 5: Anche lui, come Isla, non ha la capacità nè la tecnina per poter sostituire uno come Lichtsteiner. In fase di spinta combina sempre ben poco e quelle rare volte in cui riesce ad arrivare al cross sciupa tutto con una giocata sbagliata. In difesa da un discreto apporto al centrale di destra, ma da un tornante si richiede un lavoro maggiore. Dispiace accanirsi così tanto con certi giocatori, ma se si gioca nella Juve si richiede un altro tipo di qualità.\r\n\r\nMarchisio 6: Lo sfortunanto colpo ricevuto con la Lazio in supercoppa ha chiaramente influenzato l’andamento di questi primi mesi e l’esplosione a livello mondiale del compagno Pogba ha solo aggravato la situazione. Nelle prime uscite subito dopo l’infortunio ha trovato non poche difficoltà, sopratutto per quanto riguarda la condizione fisica e la posizione in campo. Col passare dei mesi si sono avvertiti tuttavia dei primi miglioramenti e dopo l’ultima sosta per le qualificazioni mondiali è sembrato avvicinarsi al Principino dei giorni migliori. Speriamo che questa sosta gli restituisca la tenacia e la fiducia di un tempo.\r\n\r\nDe Ceglie 6: Poco spazio a disposizione ma sempre tanto impegno. Non ha ovviamente la forza fisica e la qualità per sostituire uno come Asamoah, ma almeno prova, con impegno e dedizione, a dare il proprio apporto alla squadra. Qualcosina in più, comunque, potrebbe fare.\r\n\r\nCaceres 6+: lo spazio concessogli da Conte in questi primi mesi non è stato ampio, ma ha saputo ben sfruttare le occasioni che gli sono capitate. Molto sicuro nell’abituale ruolo di centrale difensivo, ha mostrato di sapersela cavare anche come tornante destro e proprio per questo motivo ci chiediamo perché il mister non lo abbia mai preferito a Isla o Padoin.\r\n\r\nPeluso 6+: utilizzato soprattutto in queste ultime battute pre sosta natalizia, ha dimostrato di poter essere molto utile alla causa bianconera e quando schierato da titolare è riuscito a rendersi decisivo con un assist ed un gol. Non sarà di certo un giocatore fenomenale, ma elementi del genere, in un gruppo, possono risultare molto utili nell’economia di un intero campionato.\r\n\r\nGiovinco 6: Anche qui lo spazio a disposizione è stato veramente risicato e solo in qualche occasione è riuscito ad imprimere il proprio marchio alla gara. Entrato sempre a partita iniziata, lo si rammenta solo per quel gol sblocca pareggio arrivato col Milan. Per il resto, però, poco e nulla.\r\n\r\nVucinic S.V.: Tanta sfortuna e poca continuità. Giudicare un giocatore del suo calibro dopo un avvio così faticoso è un azzardo, quindi è preferibile lasciare la sua pagella in bianco. Speriamo di poterlo ritrovare decisivo come la passata stagione\r\n\r\nQuagliarella 6.5: A differenza delle altre punte a disposizione di Conte ha avuto più possibilità di mettersi in mostra e molto spesso è riuscito a rendersi determinante quando entrato in campo. Di gol ne ha siglati svariati ed alcuni di essi anche molto determinanti. Dalle giocate si evince comunque la classe cristallina di cui è dotato e di certo risulterà importante per il proseguo della stagione.\r\n\r\nConte 8.5: E’ stato eletto pochi giorni fa allenatore dell’anno ed ovviamente tutto ciò non è avvenuto per caso. Fino a questo momento, infatti, la squadra si è dimostrata impeccabile e dopo la clamorosa disfatta di Firenze ha incassato 9 vittorie su 9 partite. La difesa, che inizialmente aveva subito qualche critica, ha instaurato un vero e proprio muro, concedendo una sola rete in 9 gare. L’attacco, aspramente criticato a inizio stagione, ha fruttato molte reti e non a caso Tevez si trova al secondo posto nella classifica marcatori della Serie A. Unico neo, grande però quanto una casa, è stata quell’eliminazione clamorosa dalla Champions League, che è stata chiaramente compromessa nelle prime battute del girone. Ora, consci di essere ancora la vera squada da battere, bisogna continuare sull’onda delle ultime prestazione, portando nella bacheca dei trofei tutti i trofei a disposizione.

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Pubblicato da
Alberto Zamboni