Il tempo dell’astinenza pallonara post-natalizia è fortunatamente finito. Ora si ritorna sul rettangolo di gioco. E la Juve dovrà proseguire a tutti i costi la sua marcia vincente per detronizzare il Napoli dall’attuale leadership in classifica, che ha espugnato lo stadio Atleti Azzurri d’Italia di Bergamo, nel lunch match, battendo l’Atalanta per 1-0. Lunedì sera (ore 20:45), all’Allianz Stadium di Torino, giungerà un Genoa rinvigorito grazie all’effetto Davide Ballardini, allenatore che ha restituito equilibrio e serenità mentale al Grifone. Da quando il tecnico ravennate siede sulla panca rossoblù, i liguri hanno ritrovato una buona continuità di risultati, corroborata da prestazioni più che soddisfacenti. Adesso, per merito del suo lavoro, stazionano al quattordicesimo posto, con 21 punti all’attivo, a +6 dalla zona retrocessione. Massimiliano Allegri dovrà fare i conti con defezioni di lusso che rispondono ai nomi di Buffon, Howedes, Cuadrado, Marchisio e Dybala, ai quali si potrebbe aggiungere, purtroppo, anche Daniele Rugani, alle prese con una fastidiosissima gastroenterite febbrile. Ma questa eventuale indisponibilità sarà valutata solamente a una manciata di ore dall’incontro.
Dunque, l’undici titolare anti Genoa, con ogni probabilità, dovrebbe essere il seguente: Szczesny; De Sciglio, Benatia, Chiellini, Alex Sandro; Khedira, Pjanic, Matuidi; Douglas Costa, Higuain, Mandzukic. Modulo 4-3-3, con il dubbio tra D. Costa e Bernardeschi che il mister labronico scioglierà poco prima della partita. Il Grifo potrà affidarsi praticamente a tutto l’organico, eccezion fatta per lo squalificato Zukanovic. Ballardini pare possa varare un 3-5-2 così schierato: Perin; Izzo, Spolli, Gentiletti; Rosi, Rigoni, Veloso, Bertolacci, Laxalt; Lapadula, Pandev.
La Vecchia Signora dovrà recuperare la brillantezza mostrata nelle ultime uscite, sia sul profilo atletico che sul piano tecnico. Per provare a smontare il castello difensivo ligure, Chiellini e compagni dovranno cercare sovente l’ampiezza campo, cercando di allargare la terza linea a 3 disegnata da Ballardini. I due esterni di centrocampo genoani, Rosi e Laxalt, sono molto abili in fase propositiva, ma spesso e volentieri concedono qualcosa in fase di copertura. Pertanto, soprattutto Alex Sandro e Douglas Costa, potranno sfruttare le proprie eccelse qualità tecniche, in particolar modo nel creare la superiorità numerica, tentando di limitare le scorribande offensive del quinto di destra e di sinistra della mediana rossoblù. Miralem Pjanic avrà il compito di far circolare il pallone con estrema fludità, magari provando improvvise imbucate centrali per Higuain, che dovrà vedersela con tre centrali di difesa ben strutturati dal punto di vista fisico, ma non esattamente dei veri e propri fulmini di guerra.
Il Genoa, con il cambio di guardia in panchina, ha riacquisito una certa compattezza e solidità specialmente nella zona nevralgica del campo, per via di uno schieramento a 5 volto ad intasare tutte le linee di passaggio attraverso delle buone marcature preventive. Massima attenzione, da parte della retroguardia bianconera, agli inserimenti senza palla di Rigoni e Bertolacci, specialisti in questo genere di azioni e alla mobilità di Lapadula e Pandev, due punte che svariano frequentemente su tutto il fronte d’attacco per non dare punti di riferimento al pacchetto arretrato avversario. Come già verificatosi agli ottavi di Coppa Italia, allo Stadium, dove la Juve ha battuto (ed eliminato) il Genoa 2-0, per Allegri e i suoi questa è una gara da portare a casa senza troppi patemi d’animo. Ma nel calcio, si sa, bisogna attendere sempre e solo il responso del campo.