Juventus – Genoa 2-2: le pagelle

(di Mirko Nicolino)\r\nQuarto pareggio in sette partite per la Juventus di Conte, che dopo la trasferta di Verona fa un ulteriore passo indietro dal punto di vista del gioco.  Appena la determinazione, la freschezza fisica e il ritmo calano, emergono tutte le lacune di una rosa per diversi aspetti mal costruita. Complimenti al Genoa che ci ha creduto fino alla fine, rischiando nel recupero di fare addirittura bottino pieno. Cominciano ad essere tanti i punti lasciati per strada dalla Juventus con le cosiddette ‘medio-piccole’: con questi presupposti, l’obiettivo minimo del terzo posto pare assai lontano. Sempre che sia realmente l’obiettivo minimo, visto che per l’ennesima volta a fine match Conte ricorda che veniamo da due settimi posti e l’obiettivo è migliorarci.\r\n\r\nStorari 5: insicuro nelle uscite, pare pagare il fatto di non scendere in campo da diversi mesi. Evidentemente colpevole sul secondo gol (anche se bonucci e Chiellini lo sono prima di lui), è protagonista di una buona parta nel finale su tiro dalla distanza di Jorquera.\r\n\r\nLichtsteiner 6: in un paio di occasioni si impappina pericolosamente, ma è il meno colpevole della serata. Paga più che altro gli sbandamenti dei compagni di reparto.\r\n\r\nBarzagli 6: non è in forma come le partite precedenti, ma come Lichtsteiner diciamo che non ci mette del suo per favorire il Genoa a confezionare occasioni da gol, come invece fanno gli altri due compagni di reparto.\r\n\r\nBonucci 5: confusionario e spesso fuori tempo. Dopo le buone prestazioni precedenti contro Milan e Chievo, torna pericolosamente sui livelli dello scorso anno. Preoccupante.\r\n\r\nChiellini 4: disastroso. Con il pallone tra i piedi è un pericolo pubblico, sbagliando spesso anche facili appoggi di pochi metri. Sempre diversi metri più avanti della posizione ottimale, fa iniziare con un appoggio sbagliato l’azione del primo gol e poi si fa trovare impreparato; poi mette lo zampino anche nel secondo gol contrastando in ritardo l’avanti genoano.\r\n\r\nPepe 5,5: ben in fase difensiva, in fase di attacco non azzecca un cross che è uno. Conte gli chiede di fare praticamente 70 metri di campo per tutto il match e alla distanza cala vistosamente. Involuto.\r\n\r\nPirlo 6,5: l’unico in grado di accendere la luce. A differenza delle altre partite, però, predica nel deserto e a nulla serve la pregevole finta che porta Matri al 2-1.\r\n\r\nMarchisio 5,5: da un suo tiro nasce il primo gol di Matri, ma ha confermato quanto di negativo aveva già fatto vedere contro il Chievo. Non riesce più ad incidere, forse a causa di un leggero calo fisico.\r\n\r\nEstigarribia 5,5: qualche tentativo di sgroppata, qualche cross di pregevole fattura, qualche altro sbilenco e nulla più.\r\n\r\nVucinic 5: supponente e indisponente. Pretende sempre il pallone sui piedi altrimenti non fa un passo per dare una mano al compagno che intende servirlo. Nelle ripartenze sbaglia sempre il passaggio decisivo, ma la sufficienza con la quale si approccia alla partita è a tratti disarmante. Mette lo zampino nell’azione del secondo gol, ma da lui ci si aspetterebbe di più.\r\n\r\nMatri 7: nel primo tempo regge praticamente da solo il peso dell’attacco. Da uno che mette a segno due gol su 3 occasioni difficilmente potremmo chiedere di più. Ritrovato.\r\n\r\nPazienza (22’ s.t.) 6: entra e recupera subito un paio di palloni con caparbietà. Pare anche molto ordinato negli appoggi: nulla di trascendentale, ma il suo compito lo fa.\r\n\r\nKrasic (39’ s.t.) 4,5: gioca in tutto 11 minuti. Avrebbe potuto portare a casa un ‘senza voto’, ma si rivela da subito una sciagura. Pronti via perde malamente tre palloni, uno dei quali avvia l’azioen del secondo gol del Genoa. Il ragazzo è psicologicamente bloccato, urgono provvedimenti, mandarlo in campo così è uno strazio per lui e per la squadra.\r\n\r\nDel Piero (44’ s.t.) s.v.: un minuto più sei di recupero, sette minuti in tutto. E’ la carta della disperazione di Conte, che lo fa scaldare prima per 45 minuti. Meno male che non si è perso, altrimenti il capro espiatorio sarebbe stato bell’e pronto.\r\n\r\nConte 5: “Abbiamo preso il secondo gol quando la partita era ormai morta”. Forse abbiamo visto un’altra partita, ma prima che la Juventus subisse il 2-2 c’erano già state delle avvisaglie: i bianconeri erano visibilmente stanchi e in un paio di occasioni (un tacco di Caracciolo di poco alto e una traversa di Merkel) avevano già rischiato di subire il pari. Nei minuti di recupero, addirittura si rischia di perdere. L’involuzione degli ultimi due match è chiara ed evidente: l’impressione è che gli avversari abbiano preso le misure alle cosiddette ‘innovazioni tattiche’ di Conte. A ciò si va ad aggiungere un’endemica difficoltà difensiva di Delneriana memoria che evidenzia per di più ingiustificabili errori in fase di mercato (avallati dal tecnico). Come con il Chievo, poi, i cambi sono parsi quantomeno discutibili: sul 2-1, avremmo preferito veder tenere palla piuttosto che inserire Krasic, che tutti sanno non essere in un momento positivo, oltre a non aver mai dato l’impressione, per indole e caratteristiche, di saper gestire il pallone in condizioni di vantaggio. L’ingresso di Del Piero, poi, all’88 è un capolavoro di disperazione. E mercoledì arriva a Torino una Fiorentina che se non è all’ultima spiaggia poco ci manca.