Juventus: entusiasmo ed equivoci
\r\n\r\nC’è grande entusiasmo attorno alla nuova Juventus, tanto da portare il direttore di Tuttosport a dire senza mezze misure nel suo blog, che in 6 settimane “tutto è cambiato”. 10mila tifosi che assistono agli allenamenti non si vedono tutti i giorni. Si respira una nuova (davvero?) aria attorno alla Juve 2009/2010: la Juve di Diego, di Felipe Melo, di Ciro Ferrara e Fabio Cannavaro (attorno a cui circolano da alcuni giorni strane news – nonpossodirealtro), la Juve dell’intramontabile capitano Del Piero, del figliol prodigo Pavel Nedved, dell’ormai osannato Secco. Lungi da me qualsiasi tentativo di smorzare gli entusiasmi, anzi, anche io aspetto con trepidazione di vedere in campo (nazionale e internazionale) la nostra nuova corazzata, non posso dimenticare che questa è anche la Juve di Almiron, di Poulsen, di Cobolli Gigli e dell’ormai separato in casa Trezeguet. Non possiamo dimenticare, infatti, che le (giustificabili) ingenti (non voglio definirle folli) spese sono il frutto di 3 anni di mercato quasi sciagurato, se si eccettuano gli acquisti di Iaquinta, Amauri e Sissoko. Quest’anno siamo forti, è vero, ma al di là di ogni dietrologia, mi sembra che il lavoro non sia finito. Anzi, penso siamo poco più che a metà dell’opera: quello che mi aspetto nei prossimi giorni, infatti, è che si trovi una casa allo strapagato Poulsen, ad Almiron e che si chiarisca una volta per tutte l’equivoco Trezeguet. “Cercheremo di venderlo” ha detto a più riprese Cobolli Gigli; “È molto importante, se rimane non posso che essere contento” ha risposto ieri Ciro Ferrara. Ebbene, fermo restando che si tratta di un’operazione in uscita che io farei, credo proprio che con David i nostri dirigenti si stiano dimostrando piccoli piccoli. David ha sempre lottato per la squadra e non riesco a fargliene una colpa se a 32 anni di età guadagna 4,7 milioni di euro all’anno. Non ha mercato, e mi sembra anche logico; non accetta diminuzioni dell’ingaggio, e mi sembra altrettanto logico. Rimarrà quasi sicuramente da noi, farà tanta panchina magari, ma potrà sempre e comunque uscire dal campo a testa alta. Non sarà di certo lui a pagare per gli errori di questo triennio, per il “la B ci sembra una pena congrua”, per il camaleonte solido o per “avevo paura di Pieri”. Il mercato non è finito, il campionato non è iniziato. C’è tempo per rimediare e di certo ciò che non manca a questa società è la dedizione alla causa e l’impegno: non vedo però quel pizzico di cattiveria e scaltrezza che ci mancano per essere al top. A proposito: ci servirebbero anche due terzini.\r\n\r\nP.S. Un plauso al nuovo e cosiddetto calcio pulito e in buona salute. La Supercoppa italiana tra Inter e Lazio probabilmente non la vedrà nessuno in TV. Non ci sono offerte dalle televisioni. Non interessa a nessuno.\r\n\r\nNumero7