“Dopo 80 panchine bianconere, Antonio Conte può obiettivamente gonfiare il petto”, così Mirko Graziano su La Gazzetta dello Sport di oggi sottolinea, attraverso numeri, cifre e statistiche, la comparazione tra le prime 80 partite da quando Conte è seduto sulla panchina della Juve. “La sua Juve è degna delle grandi Signore del passato. Ha cominciato a costruire sulle macerie di due settimi posti, ha centrato immediatamente lo scudetto, è in piena corsa per il bis tricolore e di fatto è già entrato nel G8 europeo, forte del 3-0 conquistato a Glasgow, nella tana del Celtic. In cifre, la Juventus griffata Conte ha finora messo insieme, coppe comprese, 50 vittorie, 24 pareggi e 6 sconfitte. Nelle strisce iniziali dei tecnici juventini, Antonio non vanta più vittorie, ma meno sconfitte. Sì, meno di Fabio Capello (10 sconfitte nelle prime 80 gare della sua gestione, fra l’agosto 2004 e gennaio 2006) e meno di Giovanni Trapattoni (nove stop fra il 1976 e il 1978). Squadre, quelle, ai limiti dell’extraterrestre. Don Fabio disponeva già di Buffon in porta, poi Zambrotta, Ferrara, Cannavaro e Thuram dietro, Emerson in mezzo al campo (dall’estate 2005 pure Vieira), Nedved sulla fascia, quindi Del Piero, Ibrahimovic e Trezeguet davanti. Il grande Trap aveva solo italiani, ma praticamente tutti azzurri: i vari Zoff, Gentile, Scirea, Cabrini, Benetti, Causio, Tardelli, Bettega e Boninsegna. Gente che nel 1977 conquistò l’allora durissima Coppa Uefa, primo trofeo internazionale della storia bianconera. E Conte ha finora perso meno anche della spettacolare squadra di Marcello Lippi, il gruppo al quale spesso viene accostata la Juve attuale. Il tecnico campione del mondo 2006 perse 17 volte fra il 1994 e il 1996, ma gettò basi solide che garantirono in rapida successione ogni tipo di trofeo, nazionale e internazionale. E non c’era ancora Zinedine Zidane in quelle prime ottanta gare firmate Lippi”.\r\n\r\nI troppi pareggi dell’anno scorso hanno fatto retrocedere Conte nella speciale classifica delle vittorie. Chi ha ottenuto più successi è stato Fabio Capello (56) davanti a Carlo Carcano (55 successi fra il 1930 e il ’32), Carlo Parola (53, fra il 1959 e il 1961), Trapattoni (52), Lippi (51) e appunto Conte (50). Staccatissimi i vari Ancelotti, Ranieri, Zoff, Marchesi, Heriberto Herrera, Vycpalek e Rosetta.\r\n\r\nMa la Juve di Conte può contare su un altro grande record. Nell’era moderna è la squadra che ha segnato più goal: 151 reti, contro le 144 di Capello, le 142 di Lippi e Ranieri. Il cannoniere principe dell’era Conte è Mirko Vucinic, a quota venti: dieci reti la scorsa stagione, altrettante quest’anno. Alle spalle del montenegrino, inseguono in coppia Alessandro Matri e Arturo Vidal con 17 reti, quindi Claudio Marchisio, l’altro centrocampista goleador a segno 16 volte dall’estate del 2011 a oggi.\r\n\r\nMa come sottolinea ancora Graziano, Conte risulta complessivamente terzo in questo score. “A precedere la sua Juventus ci sono Carlo Parola (200) e Carlo Carcano (189 gol). Quest’ultimo fu l’architetto della grande Juve del quinquennio d’oro, cinque scudetti consecutivi fra il 1930 e il 1935. Carcano firmò i primi quattro, poi nell’autunno del ’34 fu licenziato per pesanti insinuazioni sulla sua vita privata, all’epoca per nulla tollerate in un’Italia fascista. La squadra di Parola diede invece spettacolo (vincendo pure due scudetti nel 1959-60 e nel 1960-61) a suon di gol, grazie a tre fuoriclasse in particolare: Boniperti, Charles e Sivori”.\r\n\r\n