“Sì, avevo incontrato il d.s. Secco – ammette – cercando di spiegare come intendevo rilanciare la Juve. Puntando sul gioco offensivo, ma con un possesso palla a partire dalla linea difensiva. E poi avendo due esterni d’attacco per sorprendere gli avversari. Avevo anche indicato dei giocatori come modello: Robben, Lennon e Walcott…” Ma proposero Diego: “Mi chiesero un parere: dissi con franchezza: “E’ un buon giocatore, ma abbiamo in rosa Trezeguet, Del Piero, Amauri e Iaquinta. Io spenderei i 25 milioni in altro modo”. Sapete tutti come è finita”.\r\n
\r\nIn questi giorni Conte ha messo i puntini sulle i per la prossima stagione e la questione è abbastanza semplice: non vuole essere travalicato nelle scelte di mercato:\r\n
“Se hai un allenatore che ha una precisa organizzazione di gioco, non si può escluderlo dalle scelte tecniche”, spiega ancora Conte che poi sui due scudetti evidenzia ancora “Entrambi bellissimi e complicati. Il primo era inaspettato, non eravamo favoriti e forse neppure considerati. Superare una corazzata come il Milan e restare imbattuti per un campionato è stato un capolavoro. Confermarsi non è mai semplice: gli altri ci aspettavamo, in più dovevamo gestire l’impegno in Champions. E poi c’è stata la zavorra del calcioscommesse…”.
\r\nQuando ha capito Conte che la Juve sarebbe tornata a vincere?\r\n
“Durante il ritiro negli Stati Uniti del primo anno. Avevo parlato alla squadra, fatto leva sulla voglia di riscossa di campioni come Buffon, Del Piero e Pirlo. E chiesto sacrifici a tutti. Senza sconti a partire dagli allenamenti. Un giorno li vedo sudare come pazzi, ma nessuno che si lamenta. Erano un po’ fiacchi, mi spiegano “Mister, fa troppo caldo”. Non ci credo del tutto e allora faccio una corsetta per saggiare le condizioni. Beh, dopo 10’ a basso ritmo stavo svenendo. Sono tornato negli spogliatoi e ho fatto i complimenti a tutti per l’impegno nonostante il clima infuocato”, rivela il tecnico bianconero.
\r\nInevitabile parlare di mercato, visto che l’asticella si è alzata, ma Conte precisa alcuni concetti:\r\n
“Beh, quando sento certi commenti mi viene da ridere. Tipo: “Alla Juve bastano due acquisti per vincere anche la Champions”. Sarebbe un discorso superficiale e presuntuoso. Ma di cosa stiamo parlando? La realtà è diversa: negli ultimo anni la vetta si è allontanata. Il ranking Uefa lo dimostra. Servono ancora molti anni per raggiungere il Bayern? Spero di no, ma il rischio c’è se non si lavora in un certo modo. Non è solo una questione economica. Certo, i soldi aiutano a vincere, ma non bastano. Il modello da seguire è il Bayern: un progetto serio iniziato anni fa con Van Gaal, passato anche da sconfitte brucianti che hanno alimentato la ferocia dei calciatori. Alla base di ogni successo c’è: una organizzazione di gioco, una società disposta a seguire una strada precisa con investimenti mirati e una gestione oculata del vivaio. Solo così si può invertire la rotta. Il problema è che viviamo di ricordi…”.
\r\nTornando proprio alla Champions, rispetto alla Juventus, il Barcellona è stato preso a pallonate dal Bayern:\r\n
“Mi hanno accusato, dopo il 2-0 di Monaco, di rassegnazione – replica Conte – No, ero solo sereno. Avevamo incontrato una squadra più forte. Ai miei giocatori non potevo chiedere di più. La distanza è ancora ampia, si può recuperare a patto che si facciano i giusti passi. E noi abbiamo bruciato i tempi. Questo è un rischio: non dobbiamo illuderci dopo i due scudetti e i quarti in Champions. La strada è lunga”.
\r\nQuali acquisti chiederà Conte alla dirigenza per il prossimo anno?\r\n
“Ci vuole rispetto per i miei giocatori e per la società. Di queste cose parlerò con il presidente e Marotta. Ibra, Higuain o Suarez? Ahahahahah… A loro non si può dire di no. Prenderei tutti e tre. E per vincere la Champions non bastano mica…”.