Juventus Conte: “Ibra e Higuain non bastano per vincere la Champions”

Antonio-Conte-gazzettaA 48 ore dalla conquista del secondo scudetto consecutivo, Antonio Conte guarda già avanti e in attesa di incontrarsi con Agnelli e Marotta per pianificare il futuro della Juventus, rilascia una lunga intervista alla ‘Gazzetta dello Sport’ nella quale anticipa alcuni temi della sua autobiografia, scritta con Antonio Di Rosa, ex direttore della Gazzetta, e in uscita domani. Il titolo sarà “Testa, cuore e gambe”. Conte parte ovviamente dal ritorno alla Juve e dal primo incontro con Agnelli, allorquando il tecnico pugliewse convinse il presidente di essere l’uomo giusto per la rinascita. “Le parole arrivarono da dentro – spiega Conte – Ero un tifoso della Juve e la vedevo impaurita, una nobile decaduta che scendeva in campo attendendo le mosse dell’avversario. Mentalità da provinciale. Il rischio, dopo i fatti di Calciopoli e due settimi posti, era proprio quello”.\r\n\r\nGià una paio di stagioni prima, Antonio Conte era stato vicino al ritorno alla Juventus:\r\n

“Sì, avevo incontrato il d.s. Secco – ammette – cercando di spiegare come intendevo rilanciare la Juve. Puntando sul gioco offensivo, ma con un possesso palla a partire dalla linea difensiva. E poi avendo due esterni d’attacco per sorprendere gli avversari. Avevo anche indicato dei giocatori come modello: Robben, Lennon e Walcott…” Ma proposero Diego: “Mi chiesero un parere: dissi con franchezza: “E’ un buon giocatore, ma abbiamo in rosa Trezeguet, Del Piero, Amauri e Iaquinta. Io spenderei i 25 milioni in altro modo”. Sapete tutti come è finita”.\r\n

\r\nIn questi giorni Conte ha messo i puntini sulle i per la prossima stagione e la questione è abbastanza semplice: non vuole essere travalicato nelle scelte di mercato:\r\n

“Se hai un allenatore che ha una precisa organizzazione di gioco, non si può escluderlo dalle scelte tecniche”, spiega ancora Conte che poi sui due scudetti evidenzia ancora “Entrambi bellissimi e complicati. Il primo era inaspettato, non eravamo favoriti e forse neppure considerati. Superare una corazzata come il Milan e restare imbattuti per un campionato è stato un capolavoro. Confermarsi non è mai semplice: gli altri ci aspettavamo, in più dovevamo gestire l’impegno in Champions. E poi c’è stata la zavorra del calcioscommesse…”.

\r\nQuando ha capito Conte che la Juve sarebbe tornata a vincere?\r\n

“Durante il ritiro negli Stati Uniti del primo anno. Avevo parlato alla squadra, fatto leva sulla voglia di riscossa di campioni come Buffon, Del Piero e Pirlo. E chiesto sacrifici a tutti. Senza sconti a partire dagli allenamenti. Un giorno li vedo sudare come pazzi, ma nessuno che si lamenta. Erano un po’ fiacchi, mi spiegano “Mister, fa troppo caldo”. Non ci credo del tutto e allora faccio una corsetta per saggiare le condizioni. Beh, dopo 10’ a basso ritmo stavo svenendo. Sono tornato negli spogliatoi e ho fatto i complimenti a tutti per l’impegno nonostante il clima infuocato”, rivela il tecnico bianconero.

\r\nInevitabile parlare di mercato, visto che l’asticella si è alzata, ma Conte precisa alcuni concetti:\r\n

“Beh, quando sento certi commenti mi viene da ridere. Tipo: “Alla Juve bastano due acquisti per vincere anche la Champions”. Sarebbe un discorso superficiale e presuntuoso. Ma di cosa stiamo parlando? La realtà è diversa: negli ultimo anni la vetta si è allontanata. Il ranking Uefa lo dimostra. Servono ancora molti anni per raggiungere il Bayern? Spero di no, ma il rischio c’è se non si lavora in un certo modo. Non è solo una questione economica. Certo, i soldi aiutano a vincere, ma non bastano. Il modello da seguire è il Bayern: un progetto serio iniziato anni fa con Van Gaal, passato anche da sconfitte brucianti che hanno alimentato la ferocia dei calciatori. Alla base di ogni successo c’è: una organizzazione di gioco, una società disposta a seguire una strada precisa con investimenti mirati e una gestione oculata del vivaio. Solo così si può invertire la rotta. Il problema è che viviamo di ricordi…”.

\r\nTornando proprio alla Champions, rispetto alla Juventus, il Barcellona è stato preso a pallonate dal Bayern:\r\n

“Mi hanno accusato, dopo il 2-0 di Monaco, di rassegnazione – replica Conte – No, ero solo sereno. Avevamo incontrato una squadra più forte. Ai miei giocatori non potevo chiedere di più. La distanza è ancora ampia, si può recuperare a patto che si facciano i giusti passi. E noi abbiamo bruciato i tempi. Questo è un rischio: non dobbiamo illuderci dopo i due scudetti e i quarti in Champions. La strada è lunga”.

\r\nQuali acquisti chiederà Conte alla dirigenza per il prossimo anno?\r\n

“Ci vuole rispetto per i miei giocatori e per la società. Di queste cose parlerò con il presidente e Marotta. Ibra, Higuain o Suarez? Ahahahahah… A loro non si può dire di no. Prenderei tutti e tre. E per vincere la Champions non bastano mica…”.