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La Juve batte il Cagliari 4-2. Una vittoria che premia le scelte di Gigi Del Neri, che rispetto alla gara col Palermo ha rivoluzionato la squadra inserendo Iaquinta, Amauri, Aquilani e Rinaudo dal primo minuto. Il tecnico bianconero spiega così le sue scelte: «È stata fatta per ragioni di turn over – dice a Sky – e perché ad esempio Del Piero non poteva fare troppo partite e poi perché la fisicità è importante in questo campionato. Aquilani in mezzo poi ci dà grosse qualità di geometria ed è stato scelto per questo». Sulle prestazioni di Iaquinta e Amauri ecco il giudizio del tecnico: «Iaquinta veniva da tre mesi di inattività, Amauri da un mese e mezzo. Non potevamo aspettarci di più. Devono lavorare e devono migliorare. Quando impareranno a giocare insieme andrà meglio. Ho grande fiducia in loro come negli altri attaccanti». Del Neri, comunque, invita tutti a mantenere la calma e dice il suo perché sull’andamento altalenante della Juve: «Piano piano stiamo crescendo – afferma – ma abbiamo bisogno di lavorare molto. Quando pensiamo di avere raggiunto qualcosa poi cadiamo come con il Palermo. Ma andiamo avanti con serenità».\r\nAnche stasera, come contro i rosanero, la difesa non è stata impeccabile, prendendo due gol da Matri su altrettante distrazioni. Del Neri lo ammette: «Anche oggi due tiri in porta e due gol presi – afferma -. Paghiamo duramente qualsiasi errore. Dobbiamo imparare a difendere e a stare attenti. Ma quando fai quattro gol che cosa vuoi dire alla squadra?»\r\nStasera il grande protagonista della partita è stato Krasic con una tripletta. Interrogato sull’esterno serbo, Del Neri nega di avere mai detto che la Juve è Krasic-dipendente. «Sono stato interpretato male – dichiara -. Noi vogliamo essere dipendenti dalla Juve, non dai singoli. I giocatori pensino a giocare. Krasic è una componente importante, si è inserito bene. Bisogna lavorare ancora molto per ottenere i risultati che tutti si aspettano da noi. La classifica è deficitaria? Mi sembra che sia deficitaria un po’ per tutti in questo campionato».\r\nDel Neri ha poi un piccolo battibecco con Sconcerti: «C’è qualcosa che non rifarei? Assolutamente no. La squadra produce una caterva di gol e anche quando perde col Palermo fa almeno 29 tiri in porta. Dobbiamo migliorare dove siamo deficitari ma dal punto di vista del’attacco siamo l’unica squadra che fa bene. Questo è un campionato duro, corto, dove ogni domenica è una battaglia. Il torneo si vincerà a marzo e speriamo di esserci a lottare anche noi».\r\nQuando la D’Amico da studio gli chiede se il cantiere Juve sia ormai in fase di completamento, Del Neri risponde con una battuta: «Adesso piove poco – scherza -. C’è qualche finestra ancora aperta, speriamo di chiudere anche quella. Io ho fiducia nei miei giocatori e l’avevo anche quando non venivano i risultati. La Juve è sotto esame sempre. Dobbiamo conviverci perché la Juve è condannata a essere sempre sotto pressione Vale per me e vale per la squadra. questa è una maglia importante: fare bene è giudicato normale, fare meno bene viene più attentamente valutato. Ma sappiamo conviverci».\r\nLasciata Sky, Del Neri approda ai microfoni di Mediaset, dove respinge le accuse di Pagliuca sulle sue scelte tattiche: «Il Cagliari era la miglior difesa – afferma -. Era l’unica squadra imbattuta del campionato: gliene abbiamo segnati quattro, stiamo crescendo. Eppoi se vincessimo tutte le domeniche 4-2 con grandi parate del portiere altrui… Iaquinta ha sbuffato? Ho deciso io di farlo giocare, difficile che un giocatore possa guardarmi male. Lui deve essere felice quando gioca».\r\nAlberto Aquilani è molto contento per i tre punti centrati al debutto da titolare e al rientro nel campionato italiano: «Dopo un anno sfortunato al Liverpool per me importante era fare minuti e per la squadra la vittoria: doppio obiettivo centrato. Noi possiamo centrare l’aggancio all’Inter domenica: ma non è corsa sui nerazzurri, è corsa alla ricerca dell’equilibrio. Ora è troppo Juve sì o troppo Juve no. I minuti e le gare servono a me per ritrovare condizione fisica e mentale, la nazionale può essere la conseguenza del campo. Dove possa arrivare la Juve non lo so: io penso alla gara contro Mancini e i suoi, una gara difficile dove io non potrò giocare. Non si deve fare la corsa sull’Inter che ha qualcosa in più».
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Ha debuttato con la Juve giocando terzino destro, una novità per lui. Leandro Rinaudo ha superato l’esame: «Durante la settimana ho lavorato tantissimo in questo ruolo: ho cercato le cose semplici e mi pare sia andata bene. Lo stato psicologico della squadra è stato condizionato dai gol presi: il lavoro è tantissimo in settimana, ma la strada giusta era quella intrapresa. Un po’ tremavano le gambe: un esordio con la Juve è qualcosa di diverso. Penso proprio sia andata bene: se lavoro mi toglierò delle soddisfazioni».\r\n