A seguito del ritrovamento di tracce di testosterone nel suo sangue in data 20 agosto, per la precisione a seguito del match contro l’Udinese, il centrocampista della Juventus Paul Pogba ha richiesto le controanalisi per poter avere la possibilità di difendersi. Ora bisognerà attendere una settimana per avere i risultati dei pocanzi citati esami, ed ora è quindi necessario attendere per capire quale futuro il francese dovrà affrontare. L’ex United vuole dimostrare ad ogni costo la sua totale inconsapevolezza nell’aver assunto la sostanza, ma affinché ciò possa realizzarsi è necessario che il tutto venga comprovato dagli esami, appunto, o che, in caso di ulteriore positività, si portino delle prove tangibili in tribunale.
Gli scenari possibili in questo momento sono due. Il primo si verificherebbe in caso il giocatore risulti negativo alle controanalisi, ed in quel caso potrebbe regolarmente riprendere a giocare senza alcun tipo di impedimento. Se però il francese dovesse risultare positivo, tutto verrà poi deciso al Tribunale Antidoping, dove il giocatore tenterà di difendersi e di provare la sua inconsapevolezza nell’assunzione del testosterone. Se Pogba dovesse riuscire a dimostrare in sede di tribunale la sua non consapevolezza, a quel punto la squalifica potrebbe estendersi fino a massimo due anni, che risulterebbe essere comunque pesante se calcoliamo che il giocatore ha superato i 30 anni.
E se invece il Polpo non dovesse riuscire a dimostrare l’inconsapevolezza? Tale scenario porterebbe ad un raddoppiamento della pena, ed a quel punto la Juventus si troverebbe a decidere le sorti del giocatore. Il club bianconero potrebbe optare per la sospensione dello stipendio del giocatore, oppure, in caso ancora più estremo trattare la risoluzione del contratto. La situazione resterebbe complicata in ogni caso, visto che per il giocatore, al di la di come la si giri, potrebbe potenzialmente profilarsi un lungo periodo d’inattività.