La Juventus è da circa un mese Campione d’Italia, per l’ottava volta consecutiva, ma in maniera tanto incredibile quanto a tratti divertente continua a suscitare polemiche. Questa volta i soliti sospettosi si sono addirittura mossi con largo anticipo, polemizzando su una partita che si deve ancora giocare. Già, perché dopo la sconfitta della Juventus in quel di Roma, in molti dalle parti di Milano hanno cominciato a praticare una professione che oggi va tanto di moda: il “maniavantismo complottistico”.
Il motivo? Molto semplice. Se i bianconeri, nella gara di domenica sera contro l’Atalanta, dovessero uscire dall’Allianz Stadium con zero punti, consegnerebbero la qualificazione alla prossima Champions League nelle mani dei bergamaschi, condannando la squadra di Gattuso a un altro anno nell’Europa “dei piccoli”. Partiamo, però, da un semplice presupposto: chiunque abbia mai giocato a calcio sa perfettamente quanto in questo sport siano importanti le motivazioni. Se a tutto ciò si aggiunge una condizione di forma non ottimale degli uomini di Massimiliano Allegri, ecco che emerge un quadro di facilissima lettura: la squadra di Gasperini è favorita.
Lo so, può sembrare quasi blasfemo affermare che questa Juve, con Cristiano Ronaldo nella propria squadra, nell’ultimo match casalingo della stagione (quello della festa), abbia meno possibilità di vittoria dell’Atalanta, ma nelle ultime giornate di campionato sono molte le variabili che possono influenzare un risultato finale. Ecco, chissà a cosa staranno pensando ora gli esperti di teorie del complotto, pronti ad accusare la Vecchia Signora di aver palesemente falsato la corsa per il quarto posto, ignorando totalmente quello che è stato il cammino della loro squadra nel corso della stagione.
Anche Donnarumma, al termine del successo in trasferta contro la Fiorentina, pur ribadendo l’importanza di conquistare sei punti nelle prossime due giornate, si è augurato che la Juventus “faccia il suo” contro Gasperini e compagni. Come se i tre punti contro i nerazzurri fossero “ordinaria amministrazione”. Contrariamente a quanto si pensi, non sarà Juventus-Atalanta a decidere la lotta per l’ultimo posto in Champions League, e sono i numeri a dirlo. Dal derby dello scorso 17 marzo, perso 2-3 dal Milan, i rossoneri hanno collezionato 11 punti in 9 partite, uscendo sconfitti in quel di Genova (Sampdoria-Milan 1-0), nelle due trasferte torinesi (Juventus-Milan 2-1 e Torino-Milan 2-0), e raccogliendo un solo punto nel match interno contro l’Udinese e in quello esterno contro il Parma. Non proprio un cammino da quarto posto, per farla breve.
Nonostante ciò, è tutto nella mani della Juventus, perché è il modus operandi del nostro Paese che impone un simile ragionamento: se le cose vanno male, cerca qualcuno su cui scaricare la colpa, perché è molto più facile trovare un alibi che riflettere attentamente sui reali motivi di un fallimento. La Juve venderà cara la pelle, statene certi, e se l’Atalanta dovesse andare via dal capoluogo piemontese con tre punti in tasca, sarebbe solo per meriti propri, come accadde lo scorso 30 gennaio in Coppa Italia. Ma se dovessero vincere i bianconeri, qualcuno parlerà delle due partite del Milan contro un Frosinone già retrocesso e una Spal già salva? Chissà se anche loro, proprio come noi, si “scanseranno”.