Andrea Agnelli, presidente della Juventus, è stato oggi protagonista del ‘Festival della tv e dei nuovi media’, attualmente alla sua seconda edizione a Dogliani, in provincia di Cuneo. Il numero uno di Corso Galileo Ferraris si è confrontato con Evelina Christillin, Fabio Caressa e Maurizio Crosetti sul tema “Bianconeri a colori: la Juventus nell’era dei nuovi media”. “Il nostro mestiere è andare in campo e segnare un gol più dell’avversario – ha detto Andrea Agnelli – . Che è il risultato finale, il prodotto di una squadra intera”. Dietro, però, c’è tutto un mondo in bianconero che viene raccontato ogni giorno da ‘vecchi’ e nuovi media: “Abbiamo le radio che hanno altri diritti – spiega il patron bianconero – . Abbiamo i giornali che ci raccontano con occhio critico. Abbiamo il mondo di Internet, della carta stampata, della televisione. Questi sono i mondi che esistono e continueranno ad esistere, perché alla fine dobbiamo essere raccontati da terzi”. \r\n\r\nOvviamente, Internet, da questo punto di vista, si sta rivelando una vera e propria rivoluzione:\r\n
“Si è aperto chiaramente un nuovo mondo – ha ammesso Agnelli – Che non ci permette tanto di raccontare la partita, ma di raggiungere sia il tifoso che sta a 5 chilometri dallo stadio sia, e soprattutto, quello che abita dall’altra parte del mondo”.
\r\nI social network, in particolar modo, hanno cambiato il modo di fruire il calcio e l’informazione calcistica:\r\n
“Chi segue su Twitter il direttore di un quotidiano sportivo non lo fa tanto per la persona in sé, ma per il ruolo che riveste. Questo amplifica tutti i punti di vista, fa da cassa di risonanza”.
\r\nE infine:\r\n
“Io sono arrivato in Società tre anni fa e ho trovato una situazione abbastanza difficile e complessa, e soprattutto molto introspettiva”, conclude Agnelli.