Juve-Sassuolo 2-1: Vlahovic funziona meglio con Dybala e Morata

Juve-Sassuolo, le pagelle con il giudizio di Dio dopo il 2-1 di Coppa Italia allo Stadium: dopo i cambi è un’altra musica

Juve-Sassuolo 2-1: il meglio e il peggio visto ieri sera all’Allianz Stadium in Coppa Italia.

PERIN 6.5 – Amministra bene quei 20 minuti di follia; quelli in cui a caval donato non si guarda in bocca perché una partita è fatta di varie fasi, anche quella del buon non-compleanno, del tè senza zucchero e del cappellaio matto.

DE SCIGLIO 5.5 – Rinnovo? E se si rinnova a lui, buona camicia a tutti; rinnoviamo anche a Maurizio Costanzo a Sandra Milo, a Pippo Baudo e anche a Marino Magrin.

DE LIGT 6.5 – Solito gigante in mezzo al campo. Racchiude dentro di sé non un solo libro di Sherlock Holmes, ma tutto il canone e quindi alterna uno stadio in verde, il segno degli 11 e il mastino di Allegri.

BONUCCI 5.5 – Ancora in clima vacanziero e in atmosfera festival di Sanremo. Più che finché la barca va, credo che sia finché la vacca va, lasciala ingrassare.

ALEX SANDRO 6 – Smette per una volta i panni di Hulk spacca, Hulk rincorre, Hulk distrugge e Hulk fa il retropassaggio decisivo, ricordandosi anche come si spinge.

CUADRADO 5 – Dalle sue parti sembra che abbiano distribuito montagne di giornalini zozzi: tutta la collezione di corna vissute, più varie annate delle avventure di Capitan Kiappa (il cugino di capitan Serpente).

ARTHUR 5 – Il solito pellegrino del centrocampo. Peccato che la gita a Lourdes e a Medjugorie sia già stata organizzata e Cherubini non l’abbia invitato.

ZAKARIA 6 – Si limita a leggere la collana di Urania in uscita tutte le settimane con il corriere. Un’ottima proposta anche se alle volte confusionaria; ogni volta che sbaglia un passaggio osserva la panchina e ulula: Allegri, ma davvero c’era bisogno di tutti questi titoli fantasy?

MCKENNIE 6.5 – Si risveglia dall’ipotermia, rinfiorisce il ciuffo bianco e si posiziona in posizione da imboscata, come se stesse giocando a nascondino; improvviso appare e prende il palo.

LOCATELLI 6.5 – Eroico invincibile oplita, attende il suo momento, sorseggiando un cordiale; rispetto ad Arthur almeno ci mette l’impegno della signora che va a fare la spesa: il bilanciamento tra qualità e prezzo per salvare l’economia casalinga.

RABIOT 6 – Quando la sera la madre gli permette di uscire, senza fare tardi, le ragazze lo prendono in giro per lo chignon che porta da anni. Spesso torna a casa piangente, come il brutto anatroccolo, anche se ieri stava per fare la differenza.

DYBALA 7 – Lancia la sua boleadora e prende lo struzzo come il Gaucho di Fairbanks (nel 1927). 112 gol significa comunque essere lo scrittore di punta di Tex, pur con qualche vacanza, per lasciare spazio agli altri.

VLAHOVIC 7 – È come lo Sean Connery di Licenza di Uccidere. Dovunque entri calamita l’attenzione su di sé. Tutte le donne, benché sia un film del 62, se lo mangiano con gli occhi: lo osservano e lo divorano.

MORATA 6 – Il libro Congo di Van Reybrouck parte da una premessa improbabile: le memorie del vecchio Nkasi che è morto nel 2010 a 128 anni. Morata è un’attaccante, ma segna come il cugino di De Sciglio.

ALLEGRI 6 – La sua diatriba con i commentatori porterà questa squadra alla rovina; va bene qualche esperimento, vanno bene le varie fasi della partita, ma riuscire a deconcentrare la squadra come riesce lui dopo i gol è qualcosa da studiare. Obi-Wan Kenobi e Aldo Uan Chebaldo hanno commentato: la debolezza e la calma scorrono forti in lui, anche quando non servono.

TENET IN THE DARK – Il futuro non è scritto si diceva. Il passato lo si conosce benissimo. La parola CALMA, invece, deriva dal greco: kauma: calore ardente del sole, e deriva dall’idea di bonaccia del mare. Immaginare che tutti i calciatori della Juve, con punte di eccellenza in Rabiot e Arthur (senza dimenticare Ramsey), la interpretino alla lettera dell’etimo, è cosa da fare impallidire l’accademia della crusca e i compilatori dell’enciclopedia 3 cani!
Ma possibile che nessuno abbia fatto polemica sul secondo gol della Juve?