L’uomo sbagliato, nel posto sbagliato, al momento sbagliato. L’uomo sbagliato perché Mister Mozzicone c’entra con lo stile Juve come lo zucchero a velo sulle tagliatelle al ragù. Nel posto sbagliato perché nella Torino bianconera, per ragioni che conoscono financo i sassi di fiume, il bancario in tenuta ginnica non è un personaggio particolarmente amato, per usare un eufemismo. Al momento sbagliato perché l’impiegato di concetto tutto è tranne che garanzia di compiere il tanto agognato salto di qualità nell’Europa che conta. Secondo l’opinione di parecchi autorevoli giornalisti e addetti ai lavori, il suo calcio è una vera e propria leccornìa per gli esteti di questo sport. Ma i medesimi esperti, spesso e volentieri, trascurano il fatto che la sua proclività nell’affidarsi quasi in modo scientifico soltanto a 14 calciatori (salvo rare eccezioni) denota limiti endemici, preoccupanti, oltre a un’organizzazione difensiva tutt’altro che impeccabile. Un altro gravissimo difetto connaturato nel suo DNA è legato alla comunicazione, sovente insudiciata da un linguaggio scurrile e irriguardoso, aspetto che in casa Juventus non può e non deve mai essere tollerato, come la storia ultracentenaria della Vecchia Signora insegna.
Poi il suo palmarès, che in 29 anni di carriera da allenatore recita così: un campionato di Eccellenza nel 2001 con il Sansovino, una Coppa Italia di Serie D nel 2003 sempre con la stessa squadra e un’Europa League con il Chelsea nel 2019. Molti calciofili, giustamente, sostengono che lui ha iniziato ad allenare ad alti livelli nel 2015, solo quattro anni fa. Ebbene sì, è vero, alla veneranda età (calcisticamente parlando) di 56 anni. Ma perché per un genio della panca come MS (a proposito di sigarette) nessun club di blasone mondiale come Real Madrid, Barcellona, Manchester United, Liverpool o Bayern Monaco ha mai fatto ponti d’oro pur di ingaggiarlo? Per quale motivo si è messo in luce nel grande calcio solo a 56 anni? Oggi, però, una società gloriosa, vincente e stimata in tutto il mondo come la Juventus ha deciso di andare all-in sul “nemico giurato”. E non è Luca. Bensì il Nicotinomane, al secolo Maurizio Sarri, inspiegabilmente assolto dai suoi peccati per grazia concessagli da Andrea Agnelli e soci. L’auspicio è che lui impari a vincere presto, molto presto, prestissimo, visto e considerato che in 29 anni di attività da tecnico ha flirtato poco e niente con la vittoria. Sarri, al momento, è questo: tantissimo fumo (nel senso letterale del termine) e pochissimo arrosto.