Juve, Perin: “Ce la giochiamo con chiunque. Se mi ritiro? Vi spiego”

Mattia Perin ha rilasciato un’intervista in cui parla dello Scudetto e del momento della sua Juventus. Poi focus cruciale sul ritiro. 

Mattia Perin sta trovando anche quest’anno un discreto spazio tra i pali bianconeri, nonostante il primato di Michele Di Gregorio nelle gerarchie. È soddisfatto il portiere italiano di quanto sta facendo la sua Juventus in questi primi mesi di stagione, ma è consapevole che in Italia ci sarà una bella lotta per lo Scudetto. Ha affrontato questo e tanti altri temi nell’intervista di ieri sera, a margine dell’evento Save the Children. Le sue parole di seguito.

Juventus, parla Perin: “Sto cercando di vivere il presente”

Il portiere bianconero è partito dal tema Scudetto, combattutissimo sino a questo momento della stagione: “C’è una bella bagarre. Stando all’interno e vedendo come lavoriamo, per qualità e non solo quantità, mi aspettavo che ce la saremmo giocata con chiunque. È un momento di crescita per tutti, stiamo costruendo qualcosa di nuovo e dobbiamo metabolizzare un cambiamento. Ci sono zone grigie, ma sono proprio quei momenti che, affrontati in modo giusto, ti fanno uscire più forte come collettivo. Noi siamo pronti a tutto, a metterci in gioco ed avere chissà anche un periodo no, dal quale sono sicuro usciremo più forti. Potevamo fare anche meglio, ma siamo contenti”.

Focus anche su Palladino e l’ottimo momento della sua Fiorentina. Perin ha grande stima per l’allenatore: “Sì, conosco bene Palladino per quanto fatto a Monza, ma non credevo così in fretta anche a Firenze. Sta facendo un ottimo lavoro. Sarebbe bello se fosse così fino alla fine, sarebbe un segnale per il campionato italiano e un invito a vederlo”.

Perin ha anche parlato del collega e amico Manuel Locatelli, finalmente convocato da Spalletti in Nazionale: “Siamo molto amici con Manuel, ci diamo mano a vicenda nello spogliatoio. La meritava già prima, sta giocando a un livello molto alto, in tutte e due le fasi ma anche emotivamente e sui comportamenti. Lo merita, le cose non capitano a caso”.

Gerarchie in porta? Perin ha un’idea molto chiara: “Si dice che nel calcio si giochi tanto e da un certo punto di vista è anche vero. Ma se riesci ad avere una rosa altamente competitiva, con 23 giocatori intercambiabili, non avrai più chi fa cinquanta partite e altri dieci. Si deve andare, parere mio, verso massimo trentacinque per uno e venticinque per l’altro. E si crea uno spirito competitivo che, se pulito e leale, alza il livello di tutto”.

E infine, focus cruciale sul ritiro dal calcio. È il momento? Perin ha risposto: “No, in questo momento no. Cerco di vivere molto il presente, per essere la migliore versione di me stesso. Sul futuro ancora non ci penso, ma ho tante passioni e quando smetterò cercherò di portarne avanti una. Ma non mi sono ancora prefissato un lavoro: amo giocare a calcio e lo spogliatoio, la sfida quotidiana”.