Juve, non è troppo presto per il de profundis?

Ancora una volta una vittoria sul Torino avvia la risalita della Juventus: fondamentale il ritorno al modulo 3-5-2

Dallo stato comatoso alla guarigione è un attimo, calcisticamente parlando. Fino a sette giornate fa, sembrava che alla Continassa suonasse la campana a morto. Poi, vinto il derby della Mole 1-0 all’”Olimpico Grande Torino” contro il Toro, è partita la risalita della Juventus che, da quel match lì, ha inanellato sei vittorie consecutive realizzando dodici gol senza mai subire nemmeno una rete. A proposito di numeri, oggi la Juve vanta la miglior difesa della Serie A con 7 reti subite in 15 partite, ma soltanto il quinto miglior attacco (insieme all’Udinese) con 24 gol realizzati. Il momento più drammatico in campionato è stato sicuramente quello della sconfitta di Monza (1-0) contro la formazione guidata dall’ex Raffaele Palladino, in quel frangente ultima in classifica. Mentre in Europa, una meritatissima uscita anzitempo dalla Champions League dopo aver fornito delle prestazioni letteralmente imbarazzanti, soprattutto quella con il modesto Maccabi Haifa, in trasferta, dove l’undici di Allegri ha perso 2-0.

Invece, prima della sosta per il mondiale qatariota, ecco il netto e (stra)meritato 3-0 casalingo contro la Lazio dell’ex (con il dente avvelenato) Maurizio Sarri, un match in cui Danilo e compagni hanno sempre dato la sensazione di essere in controllo totale, rischiando pochissimo, creando diverse occasioni da gol e, in alcuni tratti di gara, mostrando una brillante fluidità di manovra. Adesso la classifica vede la Juventus al terzo posto con 31 punti, a -10 dal Napoli, a -2 dal Milan e a +1 da Lazio e Inter. Dunque, secondo molti addetti ai lavori, una situazione inimmaginabile fino a un mese fa circa. Al contrario, Massimiliano Allegri e i suoi hanno invertito la rotta, grazie a un notevole cambio di passo dal punto di vista atletico e mentale, dimostrando finalmente di essere una squadra viva, vera, solida e determinata. Oltre a questo, anche lo stravolgimento dei piani tattici da parte dell’allenatore labronico ha pesantemente inciso sull’attuale rendimento della squadra.

Fondamentale il passaggio al 3-5-2 per risalire la china

All’inizio della stagione, il 4-3-3 sembrava il sistema di gioco ideale per i bianconeri. Poi, complici anche i numerosissimi infortuni, su cui bisognerà riflettere molto attentamente durante la sosta, Max Allegri ha optato per il 4-4-2, a volte anche 4-4-1-1, per poi passare stabilmente al 3-5-2 o 3-5-1-1 dal derby contro il Torino. Da lì la svolta sotto l’aspetto delle prestazioni e dei risultati, anche considerando un certo miglioramento sul piano fisico e psicologico. Da quel momento, dal passaggio alla difesa a 3, la Juventus ha cambiato completamente volto, mostrandosi molto più compatta, solida, abile nel fare densità in mezzo al campo, nel chiudere tutte le linee di passaggio e nel gestire con grande intelligenza i vari momenti di ogni singola gara. Ottima l’intuizione di Allegri, più che giustamente criticato fino alla partita prima della stracittadina con i granata, ma è intellettualmente onesto elogiarlo ora per le sue scelte tattiche che si sono rivelate vincenti.

Da tecnico molto esperto, preparato e pragmatico, il mister livornese ha saggiamente riassettato la squadra con un abito tattico che allo stato attuale fornisce assolute garanzie. Inoltre, l’impiego costante di Fagioli in mezzo al campo ha sensibilmente incrementato il tasso tecnico e qualitativo, così come il tanto atteso rientro di Federico Chiesa (per giunta autore dell’assist a Milik per il 3-0 con la Lazio). A gennaio, sperando che anche Di María e Paredes potranno trovare la continuità di rendimento, rientrerà pure Paul Pogba. A quel punto bisognerà comprendere le intenzioni di Massimiliano Allegri, perché è noto che il 4-3-3 è il modulo ideale per esaltare le caratteristiche tecnico-tattiche del francese, schierandolo possibilmente sul centrosinistra. Ma è anche vero che, almeno ad oggi, cambiare nuovamente per accantonare il 3-5-2 potrebbe essere una mossa poco sensata, in particolar modo tenendo presente i risultati ottenuti e le prestazioni offerte con questo modulo tattico. Però, al netto di tutto, in questo momento l’unica cosa che conta è essere prepotentemente rientrati nelle zone di classifica che competono alla Juve. Poi, a gennaio, sarà il tempo di varie ed eventuali elucubrazioni tattiche. Intanto, alla faccia di chi pensava che la Vecchia Signora fosse già morta e sepolta, sappia che è ringiovanita, e che finalmente gode di buonissima salute.