Tra i giocatori che inaspettatamente si sono ritagliati uno spazio sempre più importante alla Juve in questo avvio di stagione c’è Weston McKennie, che nonostante la concorrenza con il compagno di nazionale Timothy Weah, sembrerebbe aver guadagnato la stima di mister Allegri nel nuovo ruolo di esterno destro. Proprio dell’ex Lille e del suo rapporto con i bianconeri il centrocampista americano ha parlato ai canali ufficiali del club in una lunga intervista. Di seguito le sue parole.
“Il mio arrivo in bianconero? C’erano due club, non di primo livello. Ho ricevuto una chiamata dal mio procuratore che mi diceva che la Juventus era interessata a me. Volevo la Juventus. Ero in pullman con la squadra stavamo arrivando in Austria per la preparazione e mi avevano detto che mi avrebbe chiamato Andrea Pirlo, non ci potevo credere. Ero a pranzo con la squadra, non potevamo avere i telefoni generalmente, ma ho visto che mi stava chiamando un numero dall’Italia cosi ho preso il telefono e sono scappato. Li ho capito che sarei andato alla Juventus. Il resto è storia”.
“La tournée in America? Incredibile. Da americano bello tornare a casa. Gran parte degli juventini hanno famiglia in italia o in europa. Quindi per loro vederli giocare è più semplice ma per me o Weah è difficile che le persone ci vengano a vedere con i nostri club a meno che non si sveglino molto presto. Giocare davanti al pubblico di casa è incredibile”.
“Il rapporto con Weah? Fantastico. Per un po’ sono stato l’unico in Italia adesso ci sono altri americani. Per lui è bellissimo vedere il suo percorso e i traguardi. Suo padre è un grande tifoso della Juventus. Se al mondiale avessi detto che io e lui avremo giocato insieme non so come avrebbe reagito. Tim è molto felice di essere qui. Bello avere una persona che capisce lo slang americano, un compagno con cui tornare in America e ha una grande energia”.
“Le 100 presenze sono un grande traguardo, mi viene in mente la conversazione avuta con Pirlo. Mi ha detto che tutti possono riuscire a giocare un anno in un club come la Juve, ma riuscire a giocare più anni qui ci vuole lavoro, costanza, allenarsi duramente, lavorare su sé stessi”.