La nuova Juve ha voluto fortemente un taglio netto del monte ingaggi. Dopo anni di spese folli è arrivato il momento di mettere un punto e di limitare i costi legati al personale. E la politica funziona perché il risparmio è già evidente.
Un taglio netto ai costi esorbitanti e fuori controllo. Questo era il primo obiettivo della nuova dirigenza della Juve. Dopo le dimissioni del vecchio Consiglio d’Amministrazione dello scorso novembre, l’insediamento della squadra capitanata dal presidente Gianluca Ferrero e dal CEO Maurizio Scanavino aveva come prima cosa nell’agenda quella di provare ad abbassare le uscite per il personale. Dunque, non più ingaggi folli e sostenibilità anche dal punto di vista dei cartellini. E i primi risultati si vedono.
Ringiovanimento e abbattimento dei costi superflui. Questa è la politica della nuova Juve, che va subito a colpire gli ingaggi. Al momento sono stati lasciati partire due giocatori con 35 anni compiuti e uno stipendio molto pesante. Uno è Angel Di Maria, che saluta la Juve dopo un solo anno ma che permette un risparmio di circa 11 milioni di euro lordi. L’altro è Juan Cuadrado, che ha vestito la maglia bianconera per 8 stagioni, lasciando uno stipendio da poco più di 9 milioni lordi. Ai due si aggiunge anche il mancato riscatto di Leandro Paredes con i suoi 7 milioni netti di ingaggio per un totale di 33.2 milioni di euro risparmiati, come sottolinea La Stampa.
Il prossimo dovrebbe essere Alex Sandro, con i suoi 12 milioni lordi. E come sostituti si punta a giovani con ingaggi assolutamente abbordabili, come Rovella, Weah e Parisi. L’unica eccezione è stata fatta per Adrien Rabiot, che anche l’anno prossimo arriverà a 7 milioni netti. E non sono da escludere altri tagli eccellenti.