La Juve non fece fatturazioni false. Così spiega la Procura di Torino, che chiede l’archiviazione del caso per tutti gli allora dirigenti bianconeri coinvolti nel caso plusvalenze.
Buone notizie sul fronte giudiziario per la Juve. Decade infatti uno dei quattro capi di imputazione nell’ambito dell’inchiesta Prisma, ossia quello relativo all’accusa di false fatturazioni. La Procura di Torino ha infatti chiesto l’archiviazione per tutti gli allora dirigenti bianconeri coinvolti nel caso, ossia Andra Agnelli, Fabio Paratici, Pavel Nedved, Marco Re, Stefano Cerrato e Stefano Bertola. Il processo penale prosegue per gli altri tre capi di imputazione, ossia falso in bilancio, aggiotaggio e ostacolo all’esercizio delle autorità di pubblica vigilanza. Ora si attende la risposta della Cassazione sulla competenza territoriale, che arriverà prima dell’udienza preliminare fissata per il 26 ottobre.
Nello specifico, la Procura di Torino sottolinea: “È emersa la finalità prevalentemente bilancistica e non fiscale delle operazioni di scambio contestate. Queste operazioni risultano neutre, ‘a somma zero’, sotto il profilo finanziario, tese solo a consentire di registrare un ricavo immediato, spalmando i costi negli anni successivi”. E aggiunge: “Anche ritenendo artificiali i valori contrattuali, la Juventus non ha avuto alcun concreto vantaggio fiscale da queste operazioni”.
Archiviate anche le posizioni degli ex sindaci: “Né dai documenti in sequestro, come le mail, né dalle intercettazioni, è emerso il minimo coinvolgimento dei sindaci nelle condotte illecite descritte con riguardo alla seconda manovra stipendi è emersa chiaramente la volontà dei dirigenti juventini di non rendere pubblico alcunché in ordine alle trattative con i giocatori”.