Juve-Empoli, si salvano in pochi e tra questi non ci sono Allegri e Dybala
I migliori (pochi) e i peggiori (tanti) di Juventus-Empoli: stavolta il portiere non ha colpe, Allegri deve mettere ordine al più presto
Juventus-Empoli, il giudizio divino: stavolta Szczesny non c’entra, si salvano in pochi. E tra questi non ci sono Allegri e Dybala.
SZCZESNY 6 – In accordo con l’allenatore lascia le letture nello spogliatoio, e si limita a dirigere la difesa. Alcune sue uscite mettono i brividi, come quando Zagor si appende alle liane, evitando i proiettili e salvando il risultato, già compromesso.
CUADRADO 5.5 – Lyn, il protagonista dell’Uomo che fissa le capre, era convinto di avere poteri extrasensoriale e poter uccidere una persona a distanza. Cuadrado è convinto di poter saltare tutti i difensori avversari solo fissandoli negli occhi e senza toccare la palla.
DE SCIGLIO SV – Ah! Ha giocato. Si fa notare per un cross dal fondo che finisce sul fondo.
BONUCCI 6 – The Old Guard è un filmetto senza infamia e senza lode, un po’ come la sua partita: ci mette la grinta di Charlize Theron, ma dimentica a casa il fondoschiena che l’ha resa famosa nella pubblicità della Martini.
DE LIGT 6 – Imballato come nel processo di Kafka; da un lato gli attaccanti dell’Empoli e dall’altro lato il senatore Bonucci. Resta a riflettere sulle storture della vita moderna, non riuscendo a raddrizzare l’esperienza collettiva.
ALEX SANDRO 6 – Non ha le chiappe di Black Widow, né l’acume di Capitan America e nemmeno i soldi di Tony Stark. Questa partita non è quella contro Thanos, e lui rimane nelle retrovie, andate avanti voi, che a me viene da perdere.
BENTANCUR 5 – Thorne Forrester è stato un personaggio travagliato della soap Beautiful e ha cambiato 4 attori, in svariati decenni di programmazione, ma ha sempre vissuto all’ombra del fratello. Predica nel deserto nel senso che, spesso e volentieri, perde la palla, dimenticandosi di passarla a un compagno.
LOCATELLI 6 – Alla fine mette un po’ d’ordine nella sua collezione di libri antichi. Si era soffermato su una edizione autografa di Beccaria: Dei delitti e delle pene. Di chi è la colpa se lui non è Messi, ma solo un onesto e bravo centrocampista?
DANILO 5 – Finché la barca va di Orietta Berti è stata la canzone su cui lei ha costruito una carriera. Non è un regista di centrocampo e l’esperimento di Pirlo dell’anno scorso doveva rimanere un unicum, e invece. Adesso la barca dove va?
BERNARDESCHI 5.5 – Rita Pavone ha detto ai Pearl Jam di non occuparsi di politica interna italiana. Ed Eddie Vedder ha gentilmente risposto: e chi è Rita Pavone? La differenza è che Bernardeschi almeno ci mette la buona volontà.
RABIOT 5 – In formato Pinocchio. Piedi di legno e cervello zeppo di ragnatele. Ci fa ammirare mezza progressione e infiniti allungamenti di naso. Per fortuna esce.
MCKENNIE 5 – Il texano dagli occhi di ricotta. Si guarda attorno spaesato, osserva i dintorni, si interessa all’erbetta del campo, poi ai giochi di luce dello Stadium e infine alla panchina sulla quale torna a sedersi.
CHIESA 6.5 – Lui è leggenda. Sembra l’unico della Juve a sapere che si sta giocando a calcio e non a tresette, con il morto (Ronaldo). E allora ci prova almeno tre volte. Poi l’allenatore si spaventa del troppo impeto (come quando Will Smith ammazza gli zombi) e allora lo sostituisce.
KULUSEVSKI 5.5 – Le nuove serie di Dragon Ball sono tutte uguali. Hanno qualche strizzatina d’occhio al passato e sono godibili. Lui entra e gli riescono un paio di dribbling, nulla più.
DYBALA 5 – Il libro l’Uomo Invisibile è un capolavoro, i suoi vari adattamenti cinematografici variano a seconda dei realizzatori. Il problema per Dybala è che cerca costantemente il dialogo con il compagno invisibile. Che si trova oltre la manica, ormai.
MORATA 5 – Entra mentre stava per acquistare la collezione completa della rivista erotica Le Ore in una offerta su Ebay. Rientrato di fretta negli spogliatoi, al termine del match, ha constatato che l’asta era stata vinta da altri.
ALLEGRI 4 – The Army of Dead è un film orribile e senza senso. La tigre Zombi, salutata da alcuni come eccezionale momento evolutivo filmico (non si era mai vista prima) è la metafora di questa squadra mai così confusa. Tutti fuori ruolo appassionatamente, non sanno cosa fare alla stessa maniera: a quando Szczesny a centrocampo, e Barabba libero, come diceva la barzelletta?
TENET IN THE DARK (Riavvolgiamo il tempo e cambiamo il passato, consapevoli di ciò che è accaduto nel futuro)
Che poi alla fine non cambiava nulla. Eppure un paio di calci d’angoli clamorosi non sono stati assegnati. Che se succedevano al Napoli e all’Inter partivano le interrogazioni parlamentari.
Non era né un angolo e nemmeno un presunto rigore su Dybala a cambiare quell’evidente nervosismo del vuoto lasciato in campo da Ronaldo. Lo abbiamo ammirato e ben ci sta.