Lo scorso 10 agosto titolavamo in un editoriale del lunedì: “Milan, Juve e Napoli un male comune”. Volevamo far suonare l’allarme prima che entrassero i ladri in casa, lanciare un segnale ma comunque caduto nel vuoto. “Galliani/Berlusconi, Secco/Blanc e De Laurentiis/Marino si interroghino su un altro aspetto. Il male che li accomuna: l’allenatore”. Dopo più di due mesi torniamo su quelle virgolette; perché a Napoli hanno capito, seppur con estremo e colpevole ritardo, che Donadoni non poteva essere considerato l’uomo del nuovo quinquennio. De Laurentiis ha, però, sempre torto. Perché dopo aver sistemato la panchina ha lasciato vuota la scrivania e Napoli, con questa società, non riuscirà a diventare grande nel giro di poco tempo. Forse al Milan qualche dubbio su Leonardo è sorto ma non c’è alternativa, non rientra nello stile del club “gettare a mare” il proprio traghettatore dopo avere appena salpato. Leo ha colpe oggettive.\r\nLa sua fragilità consente ai senatori del gruppo di impossessarsi dello spogliatoio come non accadeva con Ancelotti. Adesso è passato al 4-4-2 e si ritrova, di fatto, a bocciare l’unico acquisto fatto da Galliani in estate, Huntelaar. C’è solo una nota positiva, forse due: la prima è Abate, il vero jolly di questa squadra che emerge grazie alle difficoltà del gruppo. La seconda riguarda Marco Storari. Abbiati può aspettare. Il tecnico brasiliano non ha dato un’impronta del proprio gioco. Non sappiamo ancora giudicare Leonardo come allenatore. Se n’è andato in Brasile durante la sosta, nel momento in cui bisognava pianificare tutta la ripresa del campionato fino alla sosta natalizia. Lo abbiamo osannato come talent scout, va bocciato come gestore del gruppo e per una tattica ancora inespressa. Il suo voler difendere a tutti i costi le decisioni societarie non fanno altro che aggravare la sua posizione. La trasferta di mercoledì a Madrid potrebbe essere già decisiva. Stessi problemi per la Juventus. I tifosi bianconeri sono stati accecati dalla luce delle prime giornate ma Ciro Ferrara resta inopportuno per un progetto che prevede, secondo i progetti di David Trezeguet, la conquista dello scudetto e della Champions League. Inoltre, l’ex vice di Lippi, sta “bruciando” un mercato milionario che aveva portato a Torino gente importante come Diego, Caceres e Felipe Melo. La Juve può puntare al secondo posto ma se lo scorso anno veniva visto come un successo, questa volta sarebbe letto come una sconfitta. La distanza dall’Inter, non in termini di numeri, resta notevole ma è la confusione che genera Ferrara a tenere tutti sulle spine. D’altronde quando si punta su allenatori promossi a Coverciano 2 giorni prima di sedere su panchine così prestigiose, si finisce per imbarcare acqua in tutti e tre i reparti. I tifosi chiedono ad Alessio Secco di intervenire a gennaio. Non ce n’è bisogno. Questa volta la materia prima è già presente, al massimo c’è bisogno di qualcuno in grado di utilizzarla. Caro Presidente Blanc ci pensi prima che sia troppo tardi.\r\nCome abbiamo ricordato di aver fatto suonare l’allarme a Milano, Napoli e Torino, lo scorso 10 agosto, riconosciamo anche di aver inserito il Bari di Ventura tra le principali candidate alla retrocessione. Nei voti di fine agosto non fummo teneri. “Bari: Voto 5\r\nCon quei soldi di più non avrebbe potuto fare. Rimedia in extremis con calciatori di categoria. Almiron e Donati ad agosto sistemano un intero reparto, il centrocampo. Attacco rebus, difesa con varie soluzioni ma cresce bene Ranocchia. Sarà obbligatorio l’apporto del miglior Ventura. Certo, dopo 8 anni, i baresi meritavano tutt’altro mercato.” Bene, oggi diciamo che Ventura e Perinetti insieme hanno fatto due miracoli. Partenza sprint e gioco esplosivo, difesa straordinaria. Il problema sarà tenere questi ritmi e non abbassarli in maniera eccessiva nel girone di ritorno.\r\n(Di Michele Criscitiello per Tuttomercatoweb.com)