Juve, dove sono “gli occhi della tigre”?

A preuccopare più di tutto della prima Juventus di Pirlo c’è questa quasi totale assenza della fame di vittorie

La partita con il Barcellona è stata per certi versi scioccante. Il Barça ha vinto meritatamente pur non essendo trascendentale e pur senza quasi mai aver impegnato Szczesny. Uno dei Barcellona meno messi bene della storia ci ha ”scherzato” in lungo e in largo. Alla fine, grazie a questo predominio territoriale abbastanza netto è riuscita con parecchia fortuna a vincere: un autogol e un rigore per fallo fuori area. La Juve, che ha giocato malissimo, ha pure segnato 3 gol con Morata tutti annullati dal var per questioni quasi millimetriche. Questo aumenta, e di molto a mio parere, il rammarico. Se una delle Juventus peggiori dell’ultimo mese ha segnato tre gol al Barcellona e ha perso solo grazie a un autogol e un rigore regalato cosa avrebbe potuto fare una Juve ”cazzuta”?

Questo francamente mi manda in bestia. Posso accettare tutto. Posso accettare che siamo una squadra in costruzione (anche in ricostruzione), che c’è un allenatore che si deve fare, che mancano Ronaldo e De Ligt che sono dei pilastri della squadra oltre Alex Sandro, posso anche accettare che parecchi giovani non sono ancora avvezzi a questi palcoscenici, ciò che non posso proprio accettare è la quasi totale assenza di voglia di vincere, l’assenza di quegli occhi della tigre che sono alla base di ogni vittoria. Si sono salvati in 2, Cuadrado e Morata, gli unici ad aver messo davvero un poco di quella grinta che è il minimo comun denominatore per arrivare a giocarsela con tutti.

Centrocampo penoso, Dybala non sarà mai Ronaldo

Deludenti quasi tutti. Il centrocampo penoso, senza nessun nerbo. Dybala, il vicecapitano in campo, fra i più timidi, incapace di prendersi la squadra sulle spalle come dovrebbe fare un leader. Paulo è un giocatore fantastico, che ha delle giocate pazzesche, ma ha bisogno del supporto di una squadra. Quando la squadra non gira lui non gira, c’è poco da fare, non è Ronaldo e forse mai lo diventerà. Quando il gioco si fa duro spesso lui si intimidisce, si intristisce, spesso mi han fatto notare come ha fallito appuntamenti importanti come a Cardiff o con l’Ajax e il Lione in cui era curiosamente e sfortunatamente infortunato, nel famoso 1- 3 del Bernabeu del ”bidone al posto del cuore” non c’era perché si era fatto espellere all’andata quando il Real ci battè 3-0.

Se andiamo a vedere la sua carriera in Champions è fatta più di ombre che di luci, a parte quel famoso 3-0 al Barcellona in cui segnò una doppietta e la vittoria a Londra con il Tottenham in cui segnò il gol qualificazione, ad oggi sono più le partite deludenti che le partite in cui è stato decisivo. L’anno scorso era quasi stato venduto e poi si dimostrò il migliore del campionato italiano. Ora faccia un altro step, ci faccia vedere che è un giocatore internazionale e un leader. Ha 27 anni non è più un ragazzino e i nuovi arrivati che invece di anni ne hanno fra i 20 e i 23 devono contare su un buon esempio. Possiamo compare dei buoni giocatori, ma la grinta non la possiamo comprare al calciomercato.